La richiesta formale di “stato d’emergenza” per il problema della siccità non è ancora arrivata, ma le amministrazioni regionali stanno già sull’individuazione dei criteri di legge. Dopo l’istruttoria da parte delle regioni la protezione civile predisporrà un Dpcm da trasmettere al consiglio di ministri.
I temi sono emersi nella riunione al ministero delle politiche agricole e forestali alla quale hanno partecipato il ministro Stefano Patuanelli, il sottosegretario Gian Marco Centinaio, il capo della protezione civile Fabrizio Curcio e i capi gabinetto del ministero.
In alcune parti si sta già razionando l’acqua per la siccità
Alcune delle indicazioni sono già emerse nel corso della riunione. In merito al settore agricole su proposta delle regioni si potrà proclamare lo “stato di eccezionale avversità atmosferica”, qualora il danno provocato dalla siccità superi il 30% della produzione lorda vendibile.
Al contempo è stato deciso di istituire un coordinamento con le amministrazioni interessate (Protezione civile, Mipaaf, Mite, Affari Regionali, Mims, Mef), per mettere in campo le competenze necessarie per affrontare la siccità su più fronti (infrastrutturale, competenze regionali, eventuali ristori).
In ordine sparso le regioni si sono in parte già mosse, alcune arrivando addirittura al razionamento dell’acqua, attraverso apposite ordinanze. Al momento le zone d’Italia tra le più colpite si trovano al Nord in modo particolare in Piemonte, dove diverse amministrazioni comunali hanno già fatto ricorso e restrizioni. In totale sono poche le zone d’Italia, che hanno deciso di correre ai ripari, muovendosi in modo autonomo, e questo è successo solo dove la situazione è davvero precipitata.
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Ormai su quasi tutto il territorio nazionale non piove da 4 mesi, se si fa eccezione per alcune sparse precipitazioni temporalesche nel mese di aprile, che spesso tramutatesi in grandine hanno causato addirittura maggiori problemi. Da più parti la politica è stata sollecitata a intervenire mettere in campo una rete di sostegno, che aiuti quanti lavorano in un settore oggi in difficoltà come quello agricolo.