I rendimenti dei Btp decennali italiani sono al loro livello più alto dal 2012, arrivando al 5%. Questo aumento è stato inaspettato secondo gli esperti finanziari. Mentre lo spread tra Btp e Bund tedeschi cresce ancora a sale a 197 punti base. Il rendimento del titolo decennale italiano si attesta al 4,97%. Le Borse riducono il ribasso. Sulla piazza di Milano il Ftse Mib mostra un calo dello 0,29%. Positivo l’Euro Stoxx 50 che guadagna lo 0,30%. Tiene Francoforte con il Dax 30 a +0,18%. Tonica Parigi con il Cac 40 in crescita dello 0,16%. Positivo l’Euro Stoxx 50 che guadagna lo 0,30%
Borse in calo mentre lo spread sale ancora
Anche i rendimenti dei titoli di Stato tedeschi a dieci anni sono aumentati, raggiungendo il loro livello più alto dal 2011. Questo dimostra che anche la Germania, che da oltre dieci anni è nota per la sua politica di rigore finanziario, non è immune dall’incremento dei rendimenti sui suoi titoli, che sono considerati il riferimento per il debito dei paesi membri dell’Unione Europea. Questo aumento dei costi per il debito tedesco, che è ancora inferiore a quello italiano (2.368 miliardi di euro contro i 2.765 miliardi italiani), è iniziato proprio nel momento in cui le principali agenzie di statistica tedesche si preparano a confermare una contrazione dell’economia tedesca dello 0,6% nel 2023.
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Btp, record di rendimenti dal 2012
Un altro punto da considerare riguarda l’Italia. I rendimenti dei titoli di Stato italiani (Btp) e quelli tedeschi (Bund) nel corso del 2022 hanno seguito un ritmo diverso. Lo scorso ottobre lo spread oscillava tra 244 e 205 punti base, quasi 50 punti in più rispetto a oggi. Durante l’anno successivo, questa differenza è rimasta costantemente al di sotto dei 200 punti base. Tuttavia, nel corso di questi 365 giorni, il governo Meloni ha avuto diverse opportunità per preoccupare i mercati che forniscono annualmente all’Italia tra i 300 e i 400 miliardi di euro per finanziare la spesa pubblica. Uno di questi momenti critici è stato il Def (Documento di Economia e Finanza) dello scorso aprile, che ha previsto una crescita dell’1% per quest’anno, successivamente rivista al ribasso all’0,8%. Sebbene non fosse un dato eccellente, era comunque realistico.