Ci sono aziende ai cui trascorsi si lega in modo imprescindibile la storia di un territorio o di un intera nazione. Insigna, che proprio quest’anno compie settantacinque anni di vita, rientra fra queste, con le sue insegne luminose che hanno fatto tendenza, attraversando la storia di un Paese in profonda trasformazione: dall’Italia post bellica a quella del boom economico fino alla Milano da bere degli anni ’80 e ’90, per arrivare infine ai giorni nostri, dove la tecnologia la fa da padrone. Nata nel capoluogo lombardo nel 1948, con un’intuizione di Francesco Ferrari, allora sotto l’insegna Nuovo Neon, l’azienda ha illuminato le nostre città con i loghi dei brand più importanti, per evolversi e riposizionarsi oggi sul contracting, ampliando il proprio business anche alle attività di comunicazione all’interno del punto vendita.
Ma andiamo con ordine. Il fondatore interpreta la ricostruzione della città di Milano di quegli anni come un’occasione unica: accanto alle grandi realtà industriali, nasce un operoso microcosmo di piccole imprese artigianali e commerciali con un forte bisogno di farsi conoscere e riconoscere. Ed è qui che entra in gioco Nuovo Neon, con la missione di metterle in luce; in pochi anni contribuisce a ridisegnare il profilo e il cambiamento in atto della città, dove proprio le luci delle insegne si trasformano in un indicatore di forte vitalità di una strada o di una piazza. Via via l’azienda meneghina viene scelta da clienti sempre più importanti in tutta Italia. Arriviamo agli anni ’80 e con essi arriva un nuovo salto di qualità. Questa volta l’intuizione è di Flavio Ferrari, subentrato nel frattempo al padre alla guida dell’azienda, attualmente amministratore unico della società, mentre la terza generazione, con la figlia, è già pienamente coinvolta nella gestione dell’impresa di famiglia. È Flavio che in quegli anni cambia il processo produttivo, la struttura commerciale, la rete di assistenza e anche il nome dell’azienda. Nasce Insigna e firma da subito grandi interventi “retail”: Aprilia, Ducati, Fiat, Iveco, Saab, Volvo, ma anche gruppi bancari e assicurativi, catene di supermercati e centri commerciali, fino, arrivando più vicino ai giorni nostri, a brand del lusso e catene di franching, come per esempio Gabetti.
«Da qualche anno», sottolinea Flavio Ferrari, «abbiamo dato vita a una mutazione ulteriore, proponendoci ai nostri clienti come partner nella gestione della loro immagine coordinata per tutte le esigenze applicative del brand, nell’ambito della qualificazione degli spazi e dell’allestimento del punto vendita; quindi arredi, illuminazione, insegna, studio e progettazione degli spazi interni per rendere migliore l’esperienza del cliente all’interno del punto vendita». Questa visione si traduce concretamente in un’offerta articolata su due aree di attività, insegne e allestimenti degli spazi commerciali, che si traduce nella cura di ogni aspetto della relazione con il cliente: dal concept alla progettazione esecutiva, dagli adempimenti burocratici alla messa in opera, dall’ottimizzazione del budget all’esperienza dell’utente finale. Non più l’insegna per il negozio dunque, ma il negozio che diventa insegna.
Le insegne luminose rappresentano, d’altronde, uno strumento chiave per l’espressione dell’immagine, se progettate in linea con la propria brand identity.
«Ciò che ci distingue dai competitor, un tempo detti “neonisti”, oggi in modo molto meno romantico definiti insegnisti, è la nostra capacità di progettazione», spiega Ferrari. «Siamo in grado, con la passione artigianale per il dettaglio che da sempre ci contraddistingue, di studiare il concept del nuovo punto vendita in modo che l’interno sia in perfetta armonia con l’insegna esterna, al fine di rendere più vivibili e ottimizzati gli spazi e valorizzare il più possibile il brand e la customer experience, che si traduce alla fine in una relazione più efficace fra brand e cliente, per far star bene le persone e predisporle anche in modo migliore verso l’acquisto dei beni e servizi proposti».