Lo scorso 18 ottobre, la Banca Centrale Europea (BCE) ha annunciato il passaggio alla fase-2 di preparazione nel progetto dell’Euro Digitale. Nei 2 anni di studio e valutazione, si legge nel comunicato BCE, sono stati analizzati possibili modelli di progettazione e distribuzione della futura CBDC (Central bank digital currency) per delineare un euro digitale accessibile, gratuito per le funzionalità di base e distribuito da intermediari vigilati come le banche.
Fra i vari ed interessanti spunti di riflessione già sviluppati in questi giorni dagli addetti ai lavori, primo fra tutti la differenza fra le attuali cryptovalute e una CBDC, l’accenno alla privacy è quello che più attira l’attenzione. Nel rapporto dettagliato finale, allegato al comunicato BCE, il tema è citato ben 36 volte con un intero capitolo dedicato.
Euro digitale, rischi per la salvaguardia dei dati personali
Nel capitolo 6 del rapporto, dedicato appunto alla privacy, si elencano tutte le forme possibili di salvaguardia dei dati personali nonché della limitazione dei controlli da parte di intermediari e banca centrale. Più che limitazioni, però, si dovrebbe parlare di “astensioni”, visto che tecnicamente sarebbe assolutamente possibile, per la governance dell’euro digitale, esercitare ogni forma di monitoraggio sulle informazioni di pagamento e abitudini degli utenti.
I dati saranno scolpiti nella blockchain o nella DLT che si deciderà di usare, di sicuro registrati dagli intermediari, impossibile escludere che negli anni a venire non emergerà l’esigenza, o la voglia, di accedere ad un patrimonio di dati tanto prezioso quanto più si diffonderà la valuta digitale europea. Senza contare possibili “azioni” programmabili, da parte della dell’autorità centrale sull’utilizzo, o limitazioni dell’utilizzo, della valuta digitale.
Dollaro digitale, la discussione negli Usa si è arenata
A conferma della delicatezza del tema, è interessante notare come Oltreoceano la discussione sul dollaro digitale si sia arenata proprio sul controllo governativo delle transazioni. L’analisi USA, partita da un’iniziativa della FED di Boston, si è concentrata inizialmente sul punto chiave della infrastruttura che dovrà ospitare la CBDC, con l’obiettivo di superare le performances limitate delle attuali Blockchain crypto rispetto ai circuiti di carte di credito. Per questo motivo, nel 2020 la FED ha avviato il “progetto Hamilton”, in collaborazione con il MIT di Boston, al quale anche la BCE si mostrò interessata nella fase iniziale dei 2 anni di studio appena conclusi.
La fattibilità dimostrata dal prototipo realizzato da team misto di Boston, unita all’accelerazione imposta dal Presidente Joe Biden con un provvedimento specifico del marzo 2022, ha scatenato gli oppositori dell’iniziativa guidati dal Governatore della Florida Ron DeSantis, in corsa per la nomination repubblicana alla presidenza. Il fronte anti CBDC ha presentato in entrambe le Camere dei disegni di legge volti a bloccare l’iniziativa e a fine 2022, per mantenere la propria neutralità rispetto alle discussioni politiche, la FED ha chiuso il progetto Hamilton.
Che cosa significa CBDC rispetto alla privacy
DeSantis e gli oppositori non sono contrari al dollaro digitale in quanto tale ma, come anticipato, al controllo governativo sulle transazioni. Privacy e anonimato, caratteristiche proprie del denaro contante, sono considerate una “risorsa sociale” da preservare pur riconoscendo una sostanziale utilità di una moneta digitale. Su tali principi, alcune proposte “alternative” potrebbero raccogliere consensi trasversali, come il disegno di legge “ECASH” (Electronic Currency and Secure Hardware Act) al quale ha contribuito Rohan Grey, professore di diritto della Willamette University.
Secondo Grey, un dollaro digitale utilizzabile sia online sia offline con caratteristiche simili al contante consentirebbe, oltre a privacy e anonimato per tutti, l’accesso al mondo digital a quasi 6 milioni di famiglie statunitensi, ad oggi senza accesso al sistema bancario. Stessi principi ma presupposti diversi per Tom Emmer, membro del Congresso e appassionato di crittografia, che propone una CBDC “privata, aperta e senza permessi”, quindi molto più simile alle attuali crypto valute.
Quale futuro per le Central Bank Digital Currency
Il tema di discussione negli USA, molto più complesso della brutale sintesi di questo articolo, è quindi concentrato sulla possibile declinazione dell’eUSD, con una rete a controllo governativo, come proposto da Grey, o pubblica e “permissionless”, come ipotizzato da Emmer. In entrambi i casi non basterà una blockchain, o infrastruttura simile, per mantenere privacy e anonimato e risolvere i problemi soprattutto per l’utilizzo offline. Su questi ed altri temi tecnici, il MIT e il team di Hamilton sta proseguendo con analisi e test, pur se fuori dall’ufficialità del progetto della FED. La strada sembra quindi ancora in salita e sarà interessante guardare agli sviluppi dei prossimi mesi.
In conclusione, pensando alla fase realizzativa dell’euro digitale di prossimo avvio, c’è da chiedersi se in Europa la discussione sui temi privacy e anonimato si possa esaurire con l’utilizzo di pseudonimi su dati reali forniti all’intermediario, come ipotizzato nel rapporto finale di fase 1, e una generica dichiarazione della BCE di non interesse sui dati degli utenti.