I buoni pasto sono strumenti di pagamento disponibili sia in formato cartaceo che elettronico, dal valore nominale non superiore ai 10 euro. Questi titoli sono specificamente destinati all’acquisto di beni alimentari e vengono erogati da aziende, sia private che pubbliche, con perlomeno un dipendente, nonché da liberi professionisti e titolari di imprese individuali, quando non è disponibile un servizio mensa aziendale.
Buoni pasto e welfare aziendale
In genere le aziende erogano ai propri dipendenti i buoni pasto al fine di attuare una strategia di welfare aziendale. Quest’ultima, infatti, è fondamentale per poter migliorare il benessere e la qualità della vita dei lavoratori che operano all’interno di un’azienda. In particolare, l’uso dei buoni pasto come strategia di welfare risulta essere molto apprezzata all’interno delle piccole e medie imprese, che, come accennato, non possiedono al proprio interno una mensa o comunque una struttura dove elargire cibo ai propri dipendenti.
Perché le aziende dovrebbero erogare buoni pasto?
Prima di capire quando e a chi spettano i buoni pasto è bene analizzare perché le aziende dovrebbero erogarne ai propri lavoratori. In genere, quando si pensa ai buoni pasto, si pensa quasi sempre a un vantaggio per chi lavora in una determinata organizzazione, in realtà anche per le aziende scegliere di offrire dei buoni pasto ai dipendenti permette di avere dei vantaggi. Infatti, sia i buoni cartacei (da 4 euro) che quelli elettronici, dal valore doppio, sono esenti da oneri previdenziali e fiscali. Tuttavia, è importante sottolineare che per i buoni pasto con importo superiore al limite stabilito dalla legge, la differenza viene tassata secondo la normativa vigente. Nonostante ciò, il vantaggio rimane nel fatto che l’utilizzo dei buoni pasto non partecipa alla determinazione dei contributi e, quindi, non comporta un aumento delle trattenute nella busta paga per i lavoratori. Al contrario, l’indennità sostitutiva riconosciuta da alcune aziende ai lavoratori, non ha gli stessi vantaggi poiché è considerata come reddito da attività lavorativa, e quindi soggetta a tassazione. Un altro vantaggio fiscale è legato alla tassazione agevolata dei buoni pasto: alle aziende è consentito avvalersi di una detrazione pari al 100% del costo dei buoni e dell’IVA, ottenendo maggiore liquidità da investire in altri settori. Oltre a ciò, adottare i buoni pasto permette una elasticità oraria per la pausa pranzo, permettendo ai lavoratori di scegliere liberamente quando e come usufruire dei buoni nei locali convenzionati. Inoltre, in questo modo si può andare incontro alle esigenze dei dipendenti, scegliendo soluzioni adatte alle loro abitudini alimentari, intolleranze, ecc. Ovviamente, i lavoratori che si sentono considerati anche dal punto di vista delle esigenze alimentari sono più attivi e produttivi, contribuendo, in questo modo, non solo al successo dell’azienda ma anche alla buona reputazione che questa si crea nei confronti di possibili clienti o talenti che vuole attrarre.
Quando si ha diritto ad avere i buoni pranzo?
In generale i buoni pasto possono essere erogati da parte dei datori di lavoro a tutti i dipendenti assunti con contratto a tempo indeterminato, determinato, part time o con altre tipologie contrattuali. Ad ogni modo, è necessario sapere che l’erogazione dei buoni pasto non è obbligatoria, salvo sia altrimenti disposto dalla contrattazione collettiva applicabile. Ciò significa che i buoni vengono erogati quando ciò è previsto dai contratti collettivi. Ancora, questi possono prevedere l’erogazione dei ticket anche quando l’orario di lavoro non prevede la pausa pranzo.
Per quanto riguarda i lavoratori part-time, questi possono ricevere i buoni pasto solo a determinate condizioni, ovvero: se svolgono la propria attività di lavoro in orari che includono cena o pranzo, oppure, la distanza che separa la sede di lavoro dalla propria abitazione è tale da non consentirgli di consumare i pasti nella propria dimora.
In caso di smart working, invece, si applica la normativa attualmente in essere (ovvero la Legge n. 81 del 22 maggio del 2017), che prevede anche per chi lavora in via telematica e a distanza la possibilità di usufruire di questo particolare benefit aziendale. La normativa citata, infatti, stabilisce che chi lavora a distanza ha il diritto a percepire un trattamento economico e normativo pari a quello che ricevono gli altri dipendenti che si recano giorno per giorno in azienda. Ovviamente ciò non significa che chi lavora a distanza ha sempre diritto a percepire tali buoni, anche in questo caso, infatti, tutto dipende dal tipo di contratto individuale stipulato e dal contratto collettivo di riferimento.
Perché utilizzare buoni pasto?
I buoni pasto sono una soluzione piuttosto vantaggiosa anche per i dipendenti. In primo luogo, è possibile spendere l’intero valore del buono, senza preoccuparsi della tassazione. In più, i buoni pasto sono cumulabili, pertanto in caso di inutilizzo durante alcuni giorni, è possibile avere a disposizione una somma maggiore. In genere, è consentito utilizzare 8 buoni pasto contemporaneamente.
Un altro elemento già citato è la possibilità di scegliere tra diverse proposte, come supermercati, bar, pub, ecc. Infine, bisogna sottolineare che fare una pausa al di fuori del contesto aziendale e dall’ufficio permette di staccare dalla routine quotidiana, di migliorare le relazioni interpersonali tra colleghi e l’affinità necessarie per il lavoro in team.