Intesa San Paolo ha dato di recente vita ad una pratica di buyback, ovvero di riacquisto di proprie azioni emesse in precedenza. Più nello specifico la banca nel periodo compreso tra il 16 e il 19 agosto ha comunicato di aver acquistato 66,5 milioni di azioni, pari a circa lo 0,33% del capitale sociale ante annullamento (avviato il 4 luglio 2022), a un prezzo medio per azione pari a 1,818 euro, per un controvalore totale di 120,9 milioni di euro. Al 19 agosto, Intesa Sanpaolo ha acquistato in totale 497.201.056 azioni, pari a circa il 2,49% del capitale sociale ante annullamento, a un prezzo medio di acquisto per azione pari a 1,7281 euro, per un controvalore totale di oltre 859,2 milioni di euro. Ma cos’è il buyback e a chi conviene? Proviamo a capirlo insieme.
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Buyback: cos’è?
Come accennato in precedenza, quando si parla di buyback si fa rifermento alla pratica con cui una società riacquista le proprie azioni dopo averle emesse. Le modalità possono essere differenti, con la pratica che può avvenire o tramite un’offerta pubblica oppure acquistando le azioni direttamente sul mercato. Si tratta di un tipo di operazione molto in voga negli ultimi anni – specie per le società quotate a Wall Street che fanno parte dell’indice S&P 500 – che viene messa in atto per diversi motivi, anche se il principale è quello di sostenere il prezzo in Borsa di un titolo sottovalutato. La logica seguita è quella che più il numero di azioni in circolazione è basso, più il prezzo dell’azione stessa tenderà a salire.
Si tratta della maggioranza dei casi, anche se non mancato gli esempi di società che si impegnano in un buyback per procurarsi le azioni da consegnare a dipendenti e manager come forma di remunerazione o di quelli in cui le società, ricorrendo alla pratica in esame, mettono in atto delle strategie di espansione (acquistare un’altra società pagandola in azioni).
Buyback, a chi conviene?
Quando una società pone in essere un buyback acquista azioni proprie con l’obiettivo principale di ravvivarne il valore. È questo aspetto che spinge molti analisti a considerare il buyback come uno strumento che conviene in particolar modo agli investitori. Il management della società in questione, infatti, nell’intento di risollevare il valore delle azioni dimostra di agire nell’interesse degli azionisti. Grazie a questa pratica gli azionisti potranno inoltre verificare la capacità di allocazione delle risorse del management e il suo orientamento verso gli investitori/azionisti di minoranza.