L’indagine campionaria MET-MiSE, condotta tra ottobre 2017 e Marzo 2018 su un campione di 23.700 imprese operanti nei settori dell’industria e dei servizi alla produzione, ha evidenziato ancora una volta il ruolo determinante delle politiche pubbliche nel processo di convergenza delle imprese rispetto al paradigma dell’Industria 4.0.
In tale solco, e nell’ottica di dare nuovo impulso agli investimenti in ricerca industriale, sviluppo sperimentale e competività delle imprese italiane, il Ministero dello Sviluppo Economico ha recentemente assegnato consistenti risorse ai bandi “Fabbrica intelligente, Agrifood e Scienze della Vita” – decreto 5 marzo 2018 – e “Macchinari Innovativi” – decreto 9 marzo 2018.
Fabbrica intelligente, Agrifood e Scienze della Vita – dotazione finanziaria pari ad Euro 562,7 mln. 562,7 mln
Il bando agevola le imprese industriali, agroindustriali, di trasporto, artigiane e di servizi alle imprese nonché, a talune condizioni, i centri di ricerca e le imprese agricole, che investono in ricerca industriale e sviluppo sperimentale nei settori della Strategia nazionale di specializzazione intelligente “fabbrica intelligente”, “agrifood” e “scienze della vita”. L’obiettivo del decreto è agevolare le iniziative tese al miglioramento sostanziale di prodotti e servizi esistenti o all’introduzione di nuovi prodotti e servizi tramite lo sviluppo delle c.d. tecnologie abilitanti (“KETs”): tecnologie dell’informazione e comunicazione, nanotecnologie, materiali avanzati, biotecnologie, fabbricazione avanzata, spazio. L’accesso alle agevolazioni, che sarà regolato da uno specifico decreto attuativo del MiSE, sarà ammesso con due distinte procedure: quella negoziale (accordi di innovazione), per progetti di importo complessivo compreso tra 5 milioni e 40 milioni, e quella valutativa a sportello, per progetti di importo compreso tra 800.000 e 5 milioni di euro. I progetti potranno essere presentati da singoli proponenti o congiuntamente, fino ad un massimo di 3 soggetti per la procedura a sportello e 5 per quella negoziale. Tali soggetti, nel caso della procedura a sportello, dovranno necessariamente risiedere nelle regioni meno sviluppate (Mezzogiorno) o in transizione (Sardegna, Abruzzo e Molise).
Il primo bando destina oltre 500 milioni di euro per la fabbrica intelligente, l’agroindustria e le cosiddette scienze della vita
Per entrambe le procedure saranno ammesse alle agevolazioni le spese sostenute per:
– personale dipendente e collaboratori tecnici;
– strumenti e attrezzature nuovi,
– servizi di consulenza ed altri servizi utilizzati per l’attività del progetto, inclusa l’acquisizione o l’ottenimento in licenza dei risultati di ricerca, dei brevetti e del know-how;
– spese generali calcolate su base forfettaria nella misura del 25% dei costi diretti ammissibili del progetto, ad esclusione delle consulenze;
– materiali impiegati nel progetto.
I progetti a procedura negoziale potranno contare su contributi a fondo perduto pari al 20% della spesa ammissibile da parte del MISE, che potranno essere incrementati con ulteriori quote pari ad almeno il 3% ciascuna erogate in quote di pari importo da Regioni e Province autonome e dal MISE stesso, ed un finanziamento agevolato del 20%.
I progetti a sportello, invece, saranno agevolati con contributi a fondo perduto che varieranno in base alla dimensione aziendale ed all’attività: per le grandi imprese, il 40% dei contributi andrà alla ricerca industriale e il 15 allo sviluppo sperimentale; per le medie, il 50 e il 25%; per le piccole, il 60 e il 35%. Per gli organismi di ricerca, la ripartizione sarà del 47 + 3% e del 22 + 3% (vedi tabella B in queste pagine).
Come nel caso degli accordi di innovazione, anche tali progetti potranno fruire di un finanziamento agevolato di importo pari al 20% della spesa ammissibile.
Il bando macchinari innovativi incentiva la loro adozione per accrescere la competitività delle aziende nelle regioni meridionali
Macchinari innovativi al Sud – dotazione finanziaria pari ad Euro 341,5 mln
Il bando Macchinari innovativi, i cui termini e modalità di presentazione delle domande saranno definiti con successivi provvedimenti ministeriali, agevola programmi d’investimento innovativi coerenti con il Piano nazionale Impresa 4.0 e la Strategia nazionale di specializzazione intelligente.
L’intervento è teso a favorire la transizione delle PMI verso la “Fabbrica Intelligente” e accrescere la competività dei territori agevolati (Basilicata, Calabria, Campania, Puglia e Sicilia). Per la prima volta, attuando le disposizioni introdotte dall’articolo 1, comma 821 della Legge di Stabilità 2016, il decreto ammette alle agevolazioni anche i liberi professionisti.
I programmi di investimento, dovranno essere condotti nel settore manifatturiero da imprese con almeno due bilanci approvati. Le spese potranno essere comprese tra 500 mila e 3 mln euro e dovranno riguardare tecnologie relative alle linee di intervento riferibili all’area tematica “fabbrica intelligente”. Le agevolazioni saranno concesse in misura pari al 75% della spesa ammissibile, sulla base di una procedura valutativa con procedimento a “sportello”, nelle modalità seguenti: alle medie imprese: per le imprese medie, il 25% andrà in contributo conto impianti e il 50% in finanziamento agevolato; per le micro e piccole imprese la ripartizione sarà del 35 e del 40%. (vedi tabella C in queste pagine).
Un bonus posto fisso nel decreto dignità
L’estensione del bonus per le aziende che assumono a tempo indeterminato fino al 2020 invece che al 2019, e per gli under 35 invece che under 30 anche nei prossimi due anni. È la principale novità last minute del decreto dignità, introdotta dalla Camera dei Deputati a inizio agosto. I datori di lavoro che assumono a tempo indeterminato avranno uno sconto del 50% sui contributi previdenziali per massimo 3 anni, con un tetto di 3mila euro su base annua. Grazie a uno stanziamento di 373 milioni dal 2019 al 2024 l’Inps stima che saranno così creati 62400 “posti fissi” in più. La stretta sui contratti a tempo determinato, però, provocherà la perdita di circa 8mila posti “a tempo” ogni anno, ed è la causa principale della dura opposizione al decreto dignità da parte di Confindustria, e in particolare delle aziende venete. Un’ostilità che il bonus sulle assunzioni a tempo indeterminato non ha fatto venir meno. Il decreto dignità riduce la durata dei contratti a tempo determinato da 36 a 24 mesi e le proroghe da 5 a 4, con un costo contributivo aggiuntivo dello 0,5% a ogni proroga. Se il contratto dura più di 12 mesi l’azienda deve apporre la riesumata e contestatissima causale (redec).
*Partner dell’ufficio di Roma di RSM Italy