«Le idee? Sono sempre benvenute». Valentina e Luca Aquilino coordinano uno staff di 42 professionisti che organizzano 500 eventi l’anno coinvolgendo 24 mila persone per clienti come L’Oreal, Lvmh, Bracco, Teva, Fideuram, Banca Generali, Amgen… Pv Agency sta per compiere 50 anni e l’occasione è propizia per tracciare un bilancio. E non solo dell’agenzia. «Gli ultimi anni sono stati al tempo stesso complessi e proficui per il processo di modernizzazione di Pv Agency», spiega a Economy la ceo Valentina Aquilino. «La solidità patrimoniale costruita in 50 anni di attività e una vision “moderna” hanno permesso di affrontare la crisi come un’opportunità di cambiamento e di innovazione, un nuovo modo consapevole per affrontare le sfide future»
Come?
Abbiamo deciso di investire in digitalizzazione, abbiamo pensato nuovi modelli organizzativi, valoriali e di business sostenibili. Il rebranding, appena lanciato, è l’inizio di una nuova tappa della storia dell’azienda, convinti ci sia ancora molto da fare e Pv Agency vuole essere una protagonista seria di questo cambiamento.
Aquilino, cominciamo dagli “affari di famiglia”. La sua, prima ancora di essere un’agenzia, è nata come impresa familiare. Come sta affrontando il cambio generazionale?
Pv Agency è stata fondata da mio padre Michele e da sempre è stata guidata e gestita dalla famiglia Aquilino. A partire dagli anni 80 ha vissuto una fase di grande sviluppo e crescita. Da alcuni anni mio fratello ed io abbiamo progressivamente acquisito responsabilità maggiori, culminate nell’aprile 2020 – nel pieno della pandemia – con la nostra nomina ad amministratore delegato. Stiamo vivendo questa fase di cambiamento anche al nostro interno, assecondando un passaggio generazionale in piena regola, reso possibile grazie al contributo di validissimi collaboratori che costituiscono un team professionale e appassionato.
Una famiglia allargata: “il lavoro di squadra divide i compiti e moltiplica il successo”, avete come motto.
Ognuno di noi è in primo luogo un account che segue i suoi clienti e poi ovviamente le cariche societarie che ricopriamo ci impongono gli adempimenti del caso e il confronto quotidiano. Siamo tutte persone molto diverse e la valorizzazione delle nostre diversità crediamo sia un ulteriore elemento di competitività dell’azienda anche se logicamente adesso i senior tendono a lasciare lo spazio a noi figli.
Cosa significava fare comunicazione d’impresa nel 1974?
Ero appena nata, quindi non ho vissuto direttamente l’evoluzione della nostra azienda in quegli anni, ma sono cresciuta con i racconti di mio padre che ha sempre puntato fortemente sull’organizzazione e sulla specializzazione del team di lavoro. Il management della società e le risorse che vi operano hanno da sempre creduto che la relazione con il cliente, la conoscenza profonda dei suoi bisogni e il desiderio di innovare siano alla base dell’apprezzamento che Pv Agency si è costruita nel tempo. Oggi è cambiata la rilevanza stessa della comunicazione perché credo siano mutati i bisogni delle aziende in un contesto in cui lo storytelling è diventato un elemento essenziale per arrivare allo storydone.
E oggi?
Il mondo e il lavoro come eravamo soliti conoscerli sono stati in parte superati e integrati da nuove formule…
Accanto a tutto ciò che conosciamo si sono imposte nuove esigenze, linguaggi, format stessi di compresenza fisica. Anche noi come agenzia abbiamo vissuto un profondo cambiamento, anche organizzativo. Crediamo si sia aperta una nuova stagione di Pv Agency, e crediamo che il modo migliore per comunicarla all’esterno sia darsi una nuova immagine anche grazie ad un nuovo brand.
Poi c’è la pandemia, che per quanto riguarda la convegnistica e gli eventi ha segnato un cambio di passo.
La pandemia ha colpito duramente molti settori legati al viaggio, alla presenza fisica, all’incontro. Gli effetti sono facilmente immaginabili. La contrazione dei fatturati è stata rilevante ma siamo stati tempestivi nell’affrontare il lockdown resettando l’idea stessa di evento e puntando sulla tecnologia digitale. La vera sfida è stata spiegare ai clienti la necessità di non allentare proprio in quel contesto la relazione con i propri clienti e stakeholders e condividere con loro una nuova progettualità. Una flessibilità che i clienti hanno dimostrato di apprezzare e che ci ha dato molte soddisfazioni. Un patrimonio che non andrà assolutamente perduto anche quando torneremo alla normalità piena alla quale sembra ci stiamo avviando.
Concretamente questo cosa ha comportato per voi?
Da due anni a questa parte il settore ha subito profondi cambiamenti. Si è passati dalla presenza fisica, dal confronto fisico con clienti e dipendenti ad una relazione che può essere anche solo digitale senza perdere di efficacia. Il nostro merito è stato di aver compreso le leve emotive e i linguaggi più coinvolgenti ed efficaci permettendo ai nostri clienti di calarsi in una dimensione virtuale ma ugualmente partecipata e coinvolgente. Questa metodologia di comunicazione e di promozione non sembra essere destinata a cessare, indipendentemente dal superamento della fase della pandemia. È un lascito importante che resterà nelle nostre competenze e che i clienti non abbandoneranno del tutto. Inizialmente non è stato facile, mi viene in mente la battuta di un importante cliente che dopo un road show trasformato in digitale, 5 giorni di evento, aveva lamentato la difficolta di parlare ad uno schermo e non a una vera platea e la sua battuta fu “la prossima volta mi noleggio San Siro pur di avere le persone davanti a me che sorridono e ad applaudono pur garantendo il distanziamento”. Cambiamento radicale perché riguarda non solo il nostro lavoro, le tecnologie ma anche le competenze di chi sta on the stage che deve essere in grado di stabile un rapporto di comunicazione empatica anche in assenza di un pubblico fisicamente presente. Anche il linguaggio è mutato. Un impegno importante anche per la fase di progettazione e narrazione dell’evento.
E adesso? torna tutto come prima?
Premesso che mai tutto torna come prima, ci sentiamo fortemente arricchiti dell’esperienza fatta e porteremo questo importante bagaglio di competenze e tecnologie avanzate nel futuro che ci aspetta. Come Pv Agency ci stiamo impegnando nell’avvio di una grande campagna di business development perché crediamo ci possano essere sempre più spazi per le nostre competenze sul mercato e la reputation che ci accompagna ci consentirà di conquistare la fiducia di nuovi clienti.