Continua il crollo delle micro imprese

Il numero di micro imprese italiane continua a diminuire. Secondo la Cgia di Mestre, se nell’ultimo anno (2018 su 2017) lo stock complessivo presente in Italia è sceso di oltre 16.300 unità (-1,2%), negli ultimi 10 anni la contrazione è stata di 165.500 attività (-11,3%). Una caduta che non si è mai arrestata in tutto l’arco temporale analizzato, dal 2009 al 2018. «La caduta dei consumi delle famiglie e la loro lenta ripresa, l’aumento della pressione fiscale e l’esplosione del costo degli affitti hanno spinto fuori mercato molte attività – ha affermato il coordinatore dell’Ufficio studi della Cgia Paolo Zabeo – senza contare che l’avvento delle nuove tecnologie e delle produzioni in serie hanno relegato in posizioni di marginalità molte professioni caratterizzate da un’elevata capacità manuale». Zabeo si è poi soffermato sulle conseguenze di questo fenomeno: «Oltre al danno economico causato da queste chiusure, c’è anche un aspetto sociale molto preoccupante da segnalare. Quando chiude definitivamente la saracinesca una bottega artigiana, si perdono conoscenze e cultura del lavoro difficilmente recuperabili e la qualità della vita di quel quartiere peggiora notevolmente. Altresì, c’è meno sicurezza, più degrado e il rischio di un concreto impoverimento del tessuto sociale».