Nel mese di dicembre 2022 cala il disagio sociale. A dirlo è il Misery Index Confcommercio (Mic) secondo il quale nel corso dell’ultimo mese dell’anno appena trascorso si è attestato su un valore stimato di 17,2, in diminuzione di due decimi di punto sul mese precedente.
Che cos’è il Mic
Il contenuto ridimensionamento dell’area del disagio sociale è sintesi di un rallentamento del tasso di crescita dei prezzi dei beni e servizi ad alta frequenza di acquisto e di una stabilizzazione della disoccupazione. Nella media del 2022 il Mic si è attestato a 16,9, valore più contenuto rispetto al biennio precedente, con una tendenza all’incremento nel secondo semestre. La principale responsabile di questa evoluzione è l’inflazione. Ma una spinta in positivo è arrivata dal mercato del lavoro che ha mostrato una sostanziale tenuta. Il numero di occupati è aumentato di 37mila unità su novembre. Il numero di persone in cerca di lavoro è rimasto sostanzialmente invariato (+2mila unità in termini congiunturali). Queste dinamiche hanno comportato una stabilità del tasso di disoccupazione ufficiale (7,8 per cento), associato a una riduzione del numero di inattivi (-54mila unità su novembre). Nello stesso mese le ore autorizzate di Cig sono state oltre 43,6 milioni, a cui si sommano circa 2,6 milioni di ore per assegni erogati dai fondi di solidarietà. Le ore di Cig effettivamente utilizzate, destagionalizzate e ricondotte a Ula si stima che questo corrisponda a circa 63mila unità lavorative standard. Il combinarsi di queste dinamiche ha confermato il tasso di disoccupazione esteso all’8,7 per cento.
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Sono calati anche i prezzi al consumo
A dicembre i prezzi dei beni e dei servizi ad alta frequenza d’acquisto hanno mostrato una variazione tendenziale dell’8,5 per cento, in riduzione rispetto all’8,8 per cento del mese precedente. Le prime stime di gennaio indicano un incremento (+9 per cento su base annua), a segnalare le difficoltà nel processo di rientro delle tensioni inflazionistiche. Non mancano, infatti, elementi che inducono alla prudenza. La core inflation è in crescita, la trasmissione da monte a valle dello shock energetico e dei prezzi di alcune materie prime non si è esaurita. Le ripercussioni negative sulla domanda per consumi potrebbero accentuare la fragilità del quadro economico, con un rallentamento dell’economia nei primi mesi dell’anno e un deterioramento del mercato del lavoro. Il combinarsi di questi elementi potrebbe contribuire a mantenere l’area del disagio sociale su valori storicamente elevati anche nei primi mesi del 2023.