euro ai minimi sul dollaro

Quest’anno l’euro è crollato (finora) del 10% rispetto al dollaro Usa, a causa della debolezza dell’economia, delle crisi energetiche e dell’invasione russa. Questo, mentre l’aggressiva campagna di rialzo dei tassi di interesse della Federal Reserve ha dato nuova linfa al dollaro, solo da giovedì scorso contrastata dal rialzo dei tassi europei. La scorsa settimana, per la prima volta in 20 anni, le valute si sono livellate, il che potrebbe lasciare una scia di vincitori (e perdenti…) sul mercato azionario.

Cosa significa l’euro debole per gli utili delle aziende?

Le società del principale indice borsistico europeo, lo Stoxx 600, realizzano il 24% del loro fatturato complessivo in Nord America. Poiché le vendite in dollari hanno un valore maggiore se convertite in un euro debole, la sua debolezza dovrebbe in ultima analisi essere positiva per i profitti di queste società europee, a parità di altre condizioni. Infatti, Goldman Sachs stima che ogni calo del 10% dell’euro rispetto al dollaro aggiunge circa 2,5 punti percentuali agli utili delle società europee.

Cosa significa questo per i prezzi delle azioni?

Stranamente, i titoli europei hanno storicamente sovraperformato quando il valore dell’euro è aumentato, non diminuito. Questo perché gli investitori tendono a considerarlo come una valuta “a rischio” – essenzialmente l’opposto di un porto sicuro come il dollaro. Pertanto, quando la crescita economica è rallentata, questo rischio ha superato la potenziale ricompensa di un miglioramento degli utili aziendali. Tuttavia, quest’anno si sono verificate delle sacche di sovraperformance in seguito al calo di valore dell’euro: Le società europee con vendite consistenti negli Stati Uniti hanno sovraperformato di oltre il 10% le società focalizzate sul mercato interno.

Le imprese molto domestiche valgono meno

Le azioni delle società con focus nazionale scendono tipicamente insieme all’euro: il calo del valore della valuta riflette una perdita di fiducia nella crescita economica della regione, che naturalmente si ripercuote sui fondamentali delle società. Quelle che svolgono la maggior parte delle loro attività al di fuori dell’Europa, invece, hanno visto gli analisti aumentare le loro stime sugli utili per il prossimo anno. L’indebolimento dell’euro farà aumentare il costo dei beni importati, ma le aziende che riescono a compensare in parte questo aumento con vendite all’estero di maggior valore dovrebbero essere meglio posizionate per migliorare i loro profitti.

Qual è dunque l’opportunità? Tenendo presente quanto sopra, è opportuno aumentare le proprie partecipazioni in società europee con grandi ricavi extraeuropei e stare alla larga da quelle con attività prevalentemente domestiche.

Viaggi, tempo libero e dettaglianti da evitare

Per quanto riguarda quest’ultimo punto, i settori europei dei viaggi, del tempo libero e della vendita al dettaglio realizzano in media circa il 60% delle loro vendite nella regione. Dato che i loro costi, come il carburante e l’acquisto di prodotti all’ultima moda, tendono a essere denominati in dollari, sentiranno la pressione di un euro debole più di altri. Pertanto, se state modificando il vostro portafoglio per trarre vantaggio dalle oscillazioni valutarie, questi settori potrebbero essere da evitare nel breve periodo.

Nel primo caso, i settori dei media, della sanità e dei beni di consumo (in particolare alimenti e bevande e tabacco) presentano la maggiore esposizione alle vendite in Nord America, rispettivamente con il 51%, il 39% e il 31% del totale. Hanno inoltre un’esposizione alle vendite in Europa inferiore alla media, compresa tra il 26 e il 29% (la media è del 42%). Esistono innumerevoli fondi negoziati in borsa (ETF) che seguono questi settori, e questi a basso costo (0,46% di rapporto di spesa) potrebbero essere un buon punto di partenza: Ishares Stoxx Europe 600 Media Ucits (Ticker: Exh6), Ishares Stoxx Europe 600 Food & Beverage Ucits Etf (EXH3) E Ishares Stoxx Europe 600 Health Care Ucits Etf (Exv4).

Come scoprire dove fattura una società

Potreste anche essere tentati di individuare le singole società con la maggiore esposizione alle vendite negli Stati Uniti e la minore nell’area dell’euro. Ma comprare e vendere solo in base ai movimenti delle valute è rischioso: meno titoli ci sono nel vostro paniere di investimenti, maggiore è l’impatto che le idiosincrasie di una singola società possono avere sul vostro portafoglio (sia in peggio che in meglio). E, diciamocelo, ci sono tonnellate di idiosincrasie, oltre alla semplice esposizione alle vendite negli Stati Uniti e nell’Eurozona, che possono influenzare il prezzo delle azioni di una società. Detto questo, non sarebbe male passare al vaglio i titoli delle singole società in cui si è investito proprio per questo motivo, in modo da non essere colti di sorpresa quando annunciano gli ultimi aggiornamenti sugli utili. Potreste anche decidere di modificare la ponderazione dei vostri investimenti in base a quanto scoperto.

Trovare l’esposizione alle vendite di una società è semplice: basta cercare su Google il nome della società seguito da “investor relations” per trovare il sito web aziendale, andare all’ultima relazione annuale dell’azienda (probabilmente in una sezione contrassegnata da “filings”, “earnings releases” o “annual reports”) e cercare “geography” nella relazione. Il più delle volte vi troverete a guardare la ripartizione delle vendite dell’azienda per regione, se non per paese.