“Si può avere qualche informazione sui contributi non dedotti? In particolare, i vantaggi fiscali e il sistema di calcolo?”
Ecco una domanda che ci viene rivolta di frequente. Partiamo dal principio: tra i vantaggi dell’adesione alla previdenza complementare c’è la possibilità di dedurre dal reddito i contributi versati al fondo pensione dall’iscritto e anche quelli versati per lui dall’azienda (ma non il Tfr). Il che permette di apprezzare i benefici della previdenza complementare ogni mese in busta paga, perché la deduzione viene applicata direttamente dal datore di lavoro. C’è una soglia massima di deducibilità, che è di 5.164 euro annui ma per i giovani lavoratori (che abbiano iniziato a lavorare dal 1° gennaio 2007) questa cifra può diventare più alta, fino a 7.700 euro. È possibile beneficiare di questo tetto più elevato se nei primi cinque anni di partecipazione alla previdenza complementare si è portata in deduzione una cifra inferiore ai 5.164 euro l’anno: una condizione piuttosto frequente, perché solitamente a inizio carriera le retribuzioni non sono elevatissime. In questo caso, quanto non dedotto nel primo quinquennio garantisce nei 20 anni successivi un’extra-deducibilità, che porta i contributi che è possibile scalare dal reddito imponibile fino a 7.700 euro l’anno. Fatta questa premessa è ora più semplice comprendere cosa sono i contributi non dedotti: sono tutti i contributi versati oltre la soglia dei 5.164 o dei 7.700 euro l’anno. Anche per i contributi non dedotti è possibile evitare un eccessivo peso del fisco, purché ci ricordiamo di comunicarne l’importo al nostro fondo pensione entro il 31 dicembre di ogni anno, così le somme non saranno tassate nel momento in cui si richiederà una prestazione, evitando una doppia tassazione dell’importo. Ma come si possono ‘calcolare’ i contributi non dedotti e quindi sapere quale cifra comunicare al Fondo? Il dato si trova nella Certificazione Unica, che ogni anno viene rilasciata dal datore di lavoro, nella casella 413 della sezione Previdenza complementare. Per i contributi volontari, quelli che non sono versati tramite il datore di lavoro, è possibile individuare il dato nell’apposita voce del 730 dedicata appunto alla previdenza complementare (nella sezione Spese e oneri per i quali spetta la deduzione dal reddito complessivo). Per facilitare la comunicazione degli importi non dedotti, Previndai ha previsto per tutti i suoi iscritti una procedura online, accessibile dalla propria Area Riservata in qualsiasi momento dell’anno. Ma che cosa accade se finora non si sono mai dichiarati i contributi non dedotti? Beh, con Previndai è possibile comunicare anche quelli degli anni precedenti, purché non si sia già richiesta la propria pensione di scorta. È poi bene sapere come comportarsi qualora si abbiano dei familiari fiscalmente a carico iscritti al fondo pensione. Si tratta di un’opzione che io caldeggio sempre molto, perché consente di aprire un salvadanaio previdenziale per i propri figli (o per il coniuge) anche in età molto giovane, lasciando loro questo regalo per quando saranno adulti. A quel punto potranno, se lo vorranno, continuare a versare autonomamente a Previndai, costruendo il loro futuro previdenziale, anche se avranno lavori autonomi o discontinui. Se si è avuta la lungimiranza di iscrivere uno o più familiari a carico e questi non possiedono reddito, oppure se il loro reddito non è sufficiente per dedurre tutto quello che è stato versato, è il dirigente a poter beneficiare della deduzione fiscale. Nel caso in cui già si ecceda il tetto massimo di deducibilità, però, bisognerà ricordarsi di comunicare anche i contributi versati per i familiari, perché così non verranno tassati. In questo modo si farà un doppio regalo, perché non solo si verseranno loro i contributi ma si ‘alleggerirà’ anche la tassazione sul salvadanaio previdenziale. Infine, una nota di attualità. Tra le norme sulla previdenza complementare che potrebbero rientrare nella prossima legge di Bilancio, secondo indiscrezioni, potrebbe esserci anche l’innalzamento del limite di deducibilità fiscale dei contributi. Bisognerà aspettare ancora qualche settimana per vedere se questa indiscrezione si concretizzerà, ma di certo un adeguamento è auspicabile e atteso da tempo!
A cura di Giuseppe Straniero, Previndai