Violazione embarghi, Unicredit paga multa da 1,3 miliardi di dollari

16.04.2019

Unicredit chiude i contenziosi con cinque autorità degli Stati Uniti, con una transazione da 1,3 miliardi di dollari (al cambio, 1,15 miliardi di euro)”. Lo scrive La Repubblica in edicola oggi in apertura delle notizie economiche. L’istituto di credito arriva ad un accordo dopo che la giustizia statunitense (dalla Procura distrettuale di New York al Dipartimento servizi finanziari) hanno portato avanti indagini per anni.

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Le ragioni della multa riguarderebbero presunte violazioni, risalenti al periodo 2002-2012, delle sanzioni commerciali contro Paesi legati al terrorismo o sulla proliferazione di armi di distruzione di massa. Le società del gruppo, guidato dall’ad Jean Pierre Mustier, che pagheranno le sanzioni sono quella tedesca, austriaca e italiana. Le somme sono così suddivise: “563 milioni a Fed, Doj e Dfs newyorchese; altri 106 milioni al Tesoro Usa; 633 milioni dalla banca tedesca a una Corte federale che l’ha accusata di associazione a delinquere, e alla Corte di Ny”.
 
Serenità dall’istituto che fa sapere che “gli accantonamenti relativi erano superiori a quanto pagherà, quindi nei conti a fine marzo prevede ‘un impatto positivo al netto delle tasse da circa 300 milioni di euro’, e un miglioramento di 8,5 punti base del capitale Cet 1”.

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Ulteriori particolari sulla vicenda li fornisce il Sole 24 Ore online: “Il board della Federal Reserve ha annunciato di avere multato la banca italiana e due sussidiarie, per 158 milioni di dollari, per ‘pratiche non sicure legate a controlli inadeguati sul (rispetto delle) sanzioni e a una supervisione inadeguata delle sue sussidiarie”.

“La banca centrale Usa chiede anche a Unicredit”, continua il quotidiano finanziario, “di ‘migliorare il suo programma di compliance delle sanzioni, inclusa l’adozione di procedure per risolvere le vulnerabilità specifiche identificate dal board’. Il dipartimento americano del Tesoro, in un altro comunicato, ha annunciato tre patteggiamenti separati da 611 milioni di dollari con UniCredit in Germania, Austria e Italia. ‘I patteggiamenti – si legge – risolvono le inchieste sulle violazioni apparenti di vari programmi di sanzioni Usa, inclusi quelli legati alla proliferazione di armi di distruzione di massa e al terrorismo globale, nei seguenti Paesi: Myanmar, Cuba, Iran, Libia, Sudan e Siria‘”.