100 euro bills vanish into thin air

L’Associazione Nazionale fra le Banche Popolari (anche conosciuta con l’acronimo Assopopolari) conta 54 banche associate; 186 società finanziarie e strumentali; 256 corrispondenti; 3.793 sportelli, 500.000 soci; 6.500.000 clienti; 36.000 dipendenti; 213 miliardi di euro di attivo. Nasce nel 1876 per assistere le banche popolari contribuendo allo sviluppo di un’identità forte e organica della categoria basata sul concetto chiave di localismo come valorizzazione del territorio, impegno sociale e supporto alle piccole e medie imprese e alle famiglie. Tra i compiti dell’associazione rendere partecipe la categoria dei cambiamenti e delle innovazioni del panorama bancario rimanendo ancorata alla sua vocazione originaria e mantenere relazioni strategiche con le maggiori istituzioni di riferimento del Paese, del contesto comunitario e internazionale. Collabora con numerose realtà analoghe presenti oltre che in Europa anche nel Nord e Sud America, in Asia e in Africa. Delle prospettive del comparto delle Popolari ne parliamo con Giuseppe De Lucia Lumeno, segretario generale di Assopopolari.

Dopo anni di deflazione, ecco all’improvviso arriva fragorosa un’inflazione che ci riporta di colpo agli anni ’80. Il problema dell’aumento dei prezzi così rapido e consistente è oggi il problema dei problemi.

L’inflazione, quando contenuta, è un indice di andamento positivo dell’economia. Per anni l’abbiamo quasi invocata. Ma oggi l’economia occidentale e il suo tessuto produttivo vivono un’evidente situazione di squilibrio dovuta ad un’emergenza che non solo non è conclusa ma sembra acutizzarsi ogni giorno. Così l’inflazione è diventata una conseguenza socialmente molto pesante di quanto avvenuto negli ultimi anni, prima con la pandemia e poi con la guerra. Bisognerà lavorare molto, con pazienza e tenacia guardando sempre al bene delle comunità. Fondamentale sarà la tenuta della propensione al risparmio e la sua gestione. 

La situazione di famiglie e imprese si va aggravando ogni giorno. Viviamo l’epoca dell’incertezza. 

Il valore del Risparmio nell’era dell’incertezza” è stato il titolo della 98ª giornata mondiale del risparmio che si è tenuta a ottobre. E non poteva essere differentemente. Negli ultimi 15 anni, il numero di persone in povertà assoluta è quasi triplicato, raggiungendo il record di 5,6 milioni (il 9,4% della popolazione: un italiano su dieci); di questi 1,4 milioni sono minori. In questo quadro, il risparmio non può che risentirne e produrre spinte contrastanti. Il protrarsi dell’inflazione non può che aggravare questa situazione, per questo è giusto contrastarla duramente.

La Bce prova ad arginare il problema aumentando il costo del denaro. È la risposta giusta?

La decisione della Banca Centrale Europea, peraltro annunciata, di invertire la politica monetaria degli ultimi anni con aumenti dei tassi di interesse ha uno spartiacque rispetto agli ultimi anni. La fine dell’era dei tassi negativi ha prodotto un immediato e fragoroso shock finanziario e non poteva essere diversamente. Se riuscirà anche a frenare la corsa dell’inflazione lo capiremo soltanto tra qualche mese. Ma in casi come questi bisogna mantenere sangue freddo e basarsi sugli elementi fondamentali dell’economia, con grande senso di responsabilità. Un appello che il Governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, ha lanciato e che le Banche Popolari hanno fatto proprio, intensificando il sostegno ai propri soci e ai propri clienti, siano essi singoli, famiglie e imprese. 

Il risparmio può servire per uscire dalla spirale crisi economica-aumento dei prezzi? 

La capacità di risparmiare è insita nella cultura italiana. Una propensione che nei momenti di crisi mostra tutta la sua importanza. Grazie a questa infatti è stato possibile attraversare gli ultimi anni, con tanta fatica, ma con speranza. Diversamente i problemi sociali che si sarebbero aperti sarebbero stati più pesanti. L’acquisto della prima casa, ad esempio, anche con l’assunzione di un impegno di lunga durata quale è un mutuo, non è altro che una forma di risparmio differito nel tempo. Il sistema bancario deve essere al fianco delle famiglie nel sostenerle e consigliarle per mettere a frutto questa tendenza che non è mai venuta meno. Le banche del territorio lo sanno bene e i risultati di consenso e crescita che registrano lo dimostrano.

È possibile continuare a risparmiare malgrado la riduzione delle disponibilità? 

Da un lato aumenta la precauzione delle famiglie dovuta all’elevata incertezza sulle prospettive economiche del futuro; dall’altro il tentativo di mantenere adeguati livelli di consumo a fronte dell’acuirsi delle pressioni sui prezzi, riduce la propensione al risparmio. Entrambe queste spinte, seppur opposte e a prescindere dal dato dalla riduzione complessiva del risparmio, rendono esplicita l’importanza della sua funzione: messa in sicurezza rispetto alle incertezze del domani, immediata soluzione per affrontare quelle dell’oggi. In Italia, come anche il Governatore della Banca d’Italia, ha recentemente dichiarato, le Banche continuano a svolgere un ruolo centrale relativamente al risparmio sia per l’allocazione all’attività produttiva e agli investimenti, sia rispetto alla raccolta.

Il Credito Popolare, in questa crisi, assume un nuovo protagonismo?

Le Banche del territorio, come le Popolari, garantiscono la “biodiversità” bancaria e con essa il relationship banking. Prossimità e conoscenza diretta di famiglie e imprese le rendono antenne sui territori in grado di favorire l’inclusione finanziaria e svolgere un ruolo sociale, oltre che economico, anche di sostegno al risparmio. Le Popolari stanno dando un contributo prezioso all’economia reale. Nel 2021, i flussi di nuovi finanziamenti alle Pmi sono stati 36 miliardi di euro e quelli alle famiglie, per i mutui, 15 miliardi. Oltre 100 i milioni destinati ad attività di beneficenza in campo sanitario, culturale e sociale: risorse che dai territori provengono e ad essi ritornano in un processo virtuoso che rafforza la solidità del legame con le comunità. 

Non pensa che anche questa crisi, come quelle precedenti, si dipani su un piano mondiale? 

Da oltre un ventennio l’economia globalizzata, colpita da ripetute crisi di varia natura, impone che l’analisi delle prospettive future avvenga su una dimensione di pari livello. Il credito popolare italiano è interno alla cooperazione bancaria internazionale che opera su dimensione globale come testimonia la sua diffusione nel mondo. Una realtà che è un punto di forza dell’intero sistema bancario grazie a oltre 230 mila istituti, a 524 milioni di soci e a 820 milioni di clienti, 9.700 miliardi di euro di raccolta e 7.700 miliardi di euro di impieghi, pari rispettivamente al 13% e al 8% del Pil mondiale. Un sistema in espansione con la missione di coniugare innovazione e tecnologia con servizi e modalità personalizzati, sempre comunque ponendo al centro la persona e le sue necessità. 

L’Associazione Nazionale fra le Banche Popolari sta già operando su questa scala più ampia?

L’Italia, nella cooperazione bancaria mondiale, è riconosciuta grazie alle relazioni e alle collaborazioni sempre più fitte con le organizzazioni consorelle dei diversi Paesi. Si tratta di un elemento importante soprattutto per il futuro. La dimensione territoriale del sistema può e deve rafforzarsi proprio nella sua dimensione internazionale. Assopopolari sta continuando ad allargare le proprie collaborazioni internazionali. Di poche settimane fa quella avviata con la Credit Union League di Hong Kong (Culhk), ostituita per promuovere il movimento delle cooperative di credito a Hong Kong nel susseguirsi delle nuove e complesse sfide dell’economia, la Credit Union League è membro del Consiglio mondiale delle unioni di credito e dell’Associazione della Confederazione asiatica delle unioni di credito. Ѐ solo l’ultimo tassello, in ordine di tempo, di un progetto di intensificazione dei rapporti internazionali con numerose realtà di tutti i continenti.