La lowflation giunge al termine

Gli utili continuano a registrare una crescita sostenuta, garantendo prospettive positive alle azioni nonostante tutti gli ostacoli dell’ultimo periodo. Le pressioni inflazionistiche aumentano, ma si stima che con il tempo i colli di bottiglia che colpiscono alcuni settori industriali dovrebbero progressivamente venir meno, grazie alla ricostituzione delle scorte. La ripresa del mercato del lavoro dovrebbe inoltre far ripartire i consumi, colpiti nel terzo trimestre dal deterioramento del potere d’acquisto. Per quanto riguarda il settore immobiliare invece, il picco è stato raggiunto, e il prossimo anno lo slancio del mercato dovrebbe volgere a favore delle infrastrutture.

«I profitti corporate nel terzo trimestre sono stati, da tutti i punti di vista, eccezionali», commenta Yvan Delaplace, investment specialist di Union Bancaire Privée (nella foto a lato). «Con quasi tutte le aziende dell’S&P 500 che hanno pubblicato i risultati, oltre il 90% ha battuto le stime di consenso di Wall Street. Stiamo monitorando l’inflazione e le decisioni della Fed, ma è importante ricordare che si partiva da livelli molto bassi. Con l’inflazione, il Covid, i problemi alle supply chain e al settore energetico che continuano a condizionare il tasso di crescita, è improbabile che la Fed aumenti i tassi nel breve termine: ciò può dare al mercato azionario più spazio per crescere». 

A settembre la Fed ha dichiarato che il tapering (cioè il rallentamento del ritmo degli acquisti di asset) sarebbe stato annunciato alla sua riunione di novembre, come previsto, e che finirà entro la metà del 2022. Nel frattempo, le proiezioni sul tasso dei Fed Funds indicano una tempistica di aumento dei tassi più rapida di quella prevista a giugno 2021. L’attesa mediana sui tassi per il 2023 è salita a tre rialzi rispetto ai due di giugno 2021, con altri tre rialzi nel 2024. I membri della Fed sono ancora equamente divisi 9-9 sulla possibilità di alzare i tassi nel 2022. I prezzi dell’energia continuano a rappresentare un elemento di vulnerabilità che ha un effetto a catena in tutta la supply chain e gli ultimi commenti della Fed sembrano suggerire che l’inflazione non sia semplicemente un effetto transitorio della ripresa post-Covid.

«La forte profittabilità per le aziende e le politiche monetarie accomodanti hanno portato al rialzo dei mercati azionari, ma i timori sul picco di crescita, l’inflazione e il ritiro delle misure di stimolo hanno eretto un “muro di preoccupazione” a settembre», continua Delaplace. «Nel contesto straordinario della pandemia, che presenta molte incognite, crediamo che il ritorno della sensibilità ai prezzi nei mercati sia di buon auspicio per i nostri portafogli, che si concentrano sui fondamentali. Anche se quest’anno abbiamo registrato rendimenti robusti, siamo anche consapevoli che non abbiamo ancora goduto di tutti i frutti potenziali della ripresa della crescita. Il volume d’affari di molte aziende deve ancora tornare ai livelli pre-pandemia: sarà fondamentale identificare quelle che stanno riguadagnando terreno o che stanno rivoluzionando i mercati attraverso l’innovazione».

«Pertanto», spiega l’economista, «continuiamo ad investire in aziende di alta qualità e a crescita sostenibile, che tendono a performare bene in contesti di incertezza. Per trovare queste aziende che cresceranno indipendentemente dal ciclo economico, e trarranno vantaggio da tendenze di lungo termine, organiche e difendibili, ci sarà molto utile un focus bottom-up. Molte delle nostre aziende beneficiano del passaggio dai pagamenti in contanti a quelli elettronici, dagli acquisti in negozio a quelli online, dall’invecchiamento della popolazione, dall’insourcing all’outsourcing, alla genomica, all’internet di nuova generazione, alla robotica, alla mobilità as a service ad altre rivoluzioni. Indipendentemente dal fatto che i consumatori o i lavoratori siano a casa o in ufficio, questi investimenti dovrebbero dare i loro frutti. Restiamo ottimisti sulla crescita negli Stati Uniti, nonostante i timori di difficoltà alle supply chain, e rimaniamo focalizzati sulle aziende per cui vediamo una prospettiva differenziata sulla portata e/o la durata del profilo di crescita».