I privati con partita Iva acquistano sempre meno auto: calo del 4,4% nel 2019

L’anno è finito male e iniziato anche peggio. Colpa del rallentamento dell’economia, della recessione, della bagarre politica sulla legge di bilancio, della confusione che regna sul settore automotive. E gli operatori professionali del settore hanno tirato i remi in barca e hanno ridotto gli ordini di veicoli nuovi. A dicembre, secondo i dati elaborati da Dataforce su fonti del Ministero infrastrutture e trasporti e di Abi, gli acquisti diretti di auto aziendali sono scesi del 5,29% e quelli del noleggio a lungo termine (Nlt) del 12,06%, portando in negativo anche il risultato complessivo del 2018. Le vendite alle società sono scese lo scorso anno di 4.700 unità, mentre quelle agli Nlt sono sostanzialmente alla pari, dopo un ultimo quadrimestre pesantissimo che ha inanellato il -38,8% delle vendite di settembre, il -20,89% di quelle di ottobre e il -19.93% di quelle di novembre. A gennaio il trend è proseguito senza tregua: il comparto del noleggio ha chiuso in rosso sia nel lungo termine (-4.645 unità, pari a -19,16%) sia nel breve (-2.646 unità, corrispondenti a un regresso del 15,95%) e sono in calo anche le immatricolazioni aziendali dirette (-547 unità, pari a -6,24%). Se per le auto le cose non vanno bene, la situazione non è rosea neanche per le vendite di veicoli commerciali leggeri, che a dicembre hanno perso il 15,98%, (3.651 immatricolazioni in meno), nel 2018 il 7,36% e a gennaio il 4,76%%. Le consegne alle aziende, agli artigiani e ai professionisti sono calate a dicembre del 15,08% e a gennaio, un mese decisamente fiacco per questa categoria, dell’1,76%, mentre quelle a società in proprietà o in leasing del 20,1% e del 6,81%. Non è calo drammatico e in altre circostanze potremmo classificarlo come una normale fluttuazione di mercato. Quello che preoccupa è la tendenza iniziata a settembre con il crollo inatteso delle consegne al noleggio a lungo termine, la parte del mercato che segnava un nuovo modo di possedere l’auto, una innovazione al consueto acquisto o alle forma tradizionale di leasing.

Salvatore Saladino (datafoce): «Il Governo non ha imparato nulla dagli effetti dei “malus” rispetto ai calcoli sulle entrate, oggi effettivamente mancanti oltre ogni pessimistica previsione»

Gli operatori professionali di questo settore per primi hanno sentito l’aria che tirava e hanno ridotto gli acquisti. E sono ormai cinque mesi che lo fanno. «I risultati del 2018» fanno sapere da Aniasa, l’associazione che raggruppa le aziende dell’autonoleggio e dei servizi automobilistici «hanno visto un secondo semestre condizionato da forti anticipi degli acquisti fino ad agosto, mentre da settembre in concomitanza con le nuove norme Wlpt – le regole Ue per calcolare le emissioni, ndr – per l’omologazione dei veicoli si è verificato un forte rallentamento dovuto anche da minore disponibilità di prodotti in base alle nuove norme da parte di varie Case. Ulteriori effetti negativi per il lentissimo rinnovamento del parco circolante (età media 10,8 anni) sono certamente dovuti all’immotivata isteria avverso il diesel e conseguente confusione e calo della domanda di sostituzione, alla riduzione del Pil e dei livelli di fiducia di imprese e privati nonché alle incertezze delle politiche governative che hanno visto l’approvazione di imposizioni aggiuntive anche su modelli molto diffusi».

La tesi che la colpa del calo del mercato sia colpa dei rallentamenti della produzione dovuta alle nuove norme sulle omologazioni dei veicoli era forse valida tre mesi fa, ma ora mostra la corda. Sono condivise da tutti gli operatori del settore, invece, le altre motivazioni esposte da Aniasa. «Che dire della Legge di Bilancio?» si chiede Salvatore Saladino, country manager di Dataforce Italia: «Che il governo (la G maiuscola questa volta proprio no) non ha imparato nulla dagli effetti dei “malus” rispetto ai calcoli sulle entrate, allora presunte in grande quantità oggi effettivamente mancanti oltre ogni pessimistica previsione (“ma avete avuto la decenza di andarli a guardare i numeri” vi viene da dire?). Quindi aggiungiamo altri “malus”, che pagheremo cari, tutti. E non ascoltiamo le sensatissime istanze di tutte le associazioni di settore che, con il sacrosanto obiettivo di togliere dalle strade le auto più vecchie, ipotizzavano intelligentemente di incentivare anche il mercato dell’usato fresco Euro 4-Euro 6. I proprietari di auto davvero inquinanti sono famiglie che non possono comunque permettersi di acquistare un’auto nuova di quelle che il governo ha deciso di premiare, col risultato che le vecchie auto inquinanti continueranno a fare il loro (sporco) lavoro e le fasce medio-alte della popolazione acquisteranno auto ancora più nuove di quelle che hanno già. La logica politica di tali scelte è terrificante, che la si voglia vedere come opportunistica (ma per raccogliere il consenso di chi?) oppure, molto più semplicemente, stupida». In una situazione di questo genere è davvero difficile fare previsioni sensate per il prossimo anno, ma Dataforce ci prova lo stesso. «Prevediamo un calo delle vendite dirette ad aziende del 4,7% e una ripresa del noleggio a lungo termine» dice Saladino « ma il mio augurio è che, per il prossimo futuro, venga dimenticata la soglia dei 2 milioni di veicoli venduti complessivamente in un anno perché non ci sono le condizioni economiche e, soprattutto, politiche (“causa causae” per chi vuol intendere) per raggiungerla senza ulteriori sofferenze soprattutto delle reti di concessionarie».

LA CLASSIFICA

Se si sommano i due segmenti, auto e veicolo commerciali, per la prima volta il noleggio a lungo termine supera le 300 mila unità acquistate. Ald Automotive è per il secondo anno consecutivo il leader della classifica tra gli operatori del settore perché ha targato 63.300 veicoli, in calo rispetto ai 64 mila dello scorso anno. Anche la seconda classificata, Leasys, nel 2018 ha targato meno rispetto all’anno precedente (-3,3% a 60547 veicoli), mentre la terza posizione del podio è di Arval, la controllata di Bnp Paribas che ha raggiunto un totale annuo di 56.626 nuove targhe, con un tasso di crescita del 10,6%. Seguono LeasePlan ha immatricolato da gennaio a dicembre 38.622 veicoli, contro i 40.927 del 2017, con una flessione del 5,6% e Volkswagen che rimane stabile al quinto posto, con un tasso di crescita che è diventato più consistente di mese in mese, chiudendo il 2018 a +43,8%.