Che questi ultimi anni abbiano stravolto le dinamiche sociali, economiche, politiche e culturali a cui eravamo abituati è oramai chiaro a tutti. Meno chiare, invece, sono le soluzioni da adottare per costruire il nuovo scenario che dopo la pandemia ci attende. A non migliorare le cose, poi, ci si è messa anche la guerra in Ucraina, che rende ancora più complicato cercare di immaginare come saranno la vita, il lavoro, gli assetti sociali nel prossimo futuro. La preoccupazione è alta per tutti, direttamente collegata al senso di incertezza che ci avvolge e rende difficile fare previsioni e approntare, di conseguenza, le strategie. Cerchiamo allora di mettere in ordine quanto possibile e di ripartire dalle certezze che abbiamo, per costruire come hanno fatto i nostri nonni e genitori, il futuro del nostro Paese.
Di sicuro sarà un mondo sempre più articolato e complesso, che richiederà le competenze di leader preparati non solo dal punto di vista tecnico e specialistico (anche), ma con competenze che oggi vengono definite soft skills: competenze manageriali trasversali, dalla comunicazione all’empatia, dalla gestione del tempo al public speaking. Se le soft skills sono oramai parte integrante del bagaglio professionale di ogni leader (imprenditore, manager o professionista che sia) – per scoprire cos’è e come è possibile sviluppare queste competenze è possibile andare su www.myp.srl – il punto di partenza restiamo sempre noi come persone prima di tutto; dietro una giacca e una cravatta, gonna e tacchi, c’è un essere umano con i propri sentimenti, emozioni, complessi, abitudini, cultura; lavorare su noi stessi vuol dire andare al centro e ripartire da lì; una persona migliore, risolta con sé stessa, in armonia con la realtà, lungimirante e dotata di intelligenza emotiva sarà un leader decisamente migliore in ogni contesto – questo lo scopo del seminario residenziale PuntosudiMe (www.puntosudime.it). Ma quali saranno i temi del futuro per chi ha la leadership? Sostenibilità green Da un lato troviamo la madre Terra in sofferenza a causa dell’indiscriminato sfruttamento e abuso delle risorse naturali, con impatto infausto sul clima e sugli equilibri naturali. La sostenibilità green, pertanto, è e rimarrà per il futuro un tema centrale per la società e per il mondo del lavoro. Inclusione – Dall’altra parte abbiamo un contesto sociale oramai maturo, dopo anni di rivendicazioni e lotte, per la piena inclusione sociale a tutti i livelli: dall’eliminazione di ogni discriminazione di genere, alle nuove opportunità per i giovani nel mondo del lavoro, alle politiche attive del lavoro, alle politiche sociali, dall’immigrazione alla tutela della maternità.
Smart working – Dopo due anni di flessibilità nel mondo del lavoro, di “ibridizzazione” dei rapporti e di recupero di un miglior bilanciamento tra vita privata e lavoro, il futuro pone la sfida del “work life balance”, cioè di garantire un miglior equilibrio tra il tempo speso al lavoro e il tempo da dedicare alla vita privata, con conseguente aumento della qualità di vita per i lavoratori, dipendenti o autonomi che siano. Si apre qui il tema di come trovare il punto di incontro tra esigenze dell’azienda ed esigenze dei lavoratori, tra presenza fisica in ufficio e lavoro a distanza, tra analogico e digitale. Sono evidenti i dati degli ultimi mesi, dove oltre il 40% dei lavoratori italiani ha dichiarato di essere disposto a cambiare posto di lavoro se nel proprio contratto non fossero state inserite clausole di flessibilità (quindi di smart working).
C’è inoltre da tener conto che nuove generazioni di lavoratori partono già con una mentalità “liquida” del lavoro, dove lavoro in presenza e da remoto vanno a braccetto e la tecnologia fa parte imprescindibile delle sue dinamiche. Tecnologia – Ultimo fattore di profondo cambiamento, ma che in realtà è l’humus su cui tutto si sviluppa, è la tecnologia, che è filtrata indissolubilmente nelle vite di tutti noi ad ogni livello: dalla vita privata alle relazioni, dall’organizzazione del lavoro alla gestione della cosa pubblica, dalla politica alla sanità. Tecnologia vuol dire Internet e tutto ciò che su Internet gira: social network, comunicazione, nuove frontiere del metaverso e della blockchain. Digitale e analogico, virtuale e reale si intrecciano ogni giorno di più ed espandono, modificandoli, i confini della realtà su cui possiamo agire e dentro cui possiamo muoverci.
Il futuro della leadership – Proviamo ora a mettere insieme tutti questi elementi, come ingredienti inizialmente scombinati di un puzzle e vediamo cosa possiamo tirarne fuori e cosa possiamo fare con essi per rendere ogni elemento un punto di forza per il futuro, una opportunità a cui attingere e una risorsa. Il leader è colui che sa guidare verso un futuro migliore un gruppo, un team. Esistono leader in famiglia, nello sport, nelle aziende e negli studi professionali, come nella politica e nel sociale. Ciò che caratterizza un leader è una vision, quindi l’idea forte di un futuro verso cui tendere e coinvolgere gli altri, i followers. Il leader per essere tale deve avere ascendente sulle persone, quindi carisma e ottime capacità comunicative e di coinvolgimento; un buon comunicatore, dunque dotato di empatia e di fiducia in sé e nel futuro. Un leader ha bisogno di ottimismo per puntare al futuro e di positività nell’azione. L’autenticità e la determinazione completano poi il quadro, donandoci l’identikit della figura che ogni azienda, ogni studio professionale, gruppo organizzato e la società stessa auspica di avere. La storia ci consegna grandi esempi di leadership che hanno cambiato il volto della società e hanno segnato le epoche. Rimanendo tuttavia all’ambito industriale e al mondo del lavoro, abbiamo avuto tanti esempi di leadership “domestiche”, nate nelle pmi italiane e spesso assurte a realtà internazionali. La leadership di questa nuova fase dell’umanità ha tuttavia connotati nuovi che devono fare i conti con la comunicazione su Internet, con la gestione di dinamiche lavorative nuove, come lo smart working, con tempi e luoghi di interazioni completamenti mutati rispetto al passato, con una nuova cultura delle generazioni Z, nuovi assetti valoriali, nuove dinamiche sociali ed economiche. Chi è il leader del futuro quindi e come si può formare? Partiamo dai dati certi e mettiamo insieme le tessere del puzzle. I nuovi leader dovranno essere sensibili alle esigenze della collettività, dal rispetto dell’ambiente, alla gender equality, all’inclusione dei giovani sin dagli anni di studio e di inserimento del mondo del lavoro; dovranno parlare la lingua della tecnologia, conoscendone le dinamiche, i tempi e i canali; dovranno essere super flessibili, con una capacità enorme di adattamento e di innovazione continua; avranno bisogno di lavorare su di sé: consapevolezza, autostima, gestione dello stress, gestione delle emozioni, empatia, pensiero positivo, vision. Un leader completo è colui che ha una formazione completa e non settoriale. Badate bene, settoriale è diverso da specialistica: essere uno specialista sarà fondamentale, come lo sarà avere competenze manageriali complete, dalla comunicazione alla negoziazione, alla gestione efficace dei collaboratori, al public speaking, al time e stress management, all’uso dell’intelligenza emotiva. Questa è la mission della società che abbiamo fondato tanti anni fa, Myplace Communications: offrire percorsi di alta formazione sulle soft skills e consulenza organizzativa e coaching per la crescita personale e di team (www.myp.srl).
Consigliamo poi di fare un giro su www.puntosudime.it per scoprire un seminario magnifico, in presenza, dove in tre giorni verranno affrontano tematiche come l’autostima, la gestione delle emozioni, il carisma e la leadership. Ripartire da sé è sempre la scelta migliore.