I criteri Esg sono di moda tra gli investitori già da un po’ di tempo, e la conferenza delle Nazioni Unite sul cambiamento climatico (CoP26) in corso a Glasgow, in Scozia, darà sicuramente un ulteriore slancio alla finanza green. Tuttavia, comporterà anche delle sfide specifiche per gli investitori value. Secondo alcuni, infatti, la natura stessa del value investing e le caratteristiche dell’universo di investimento, sono in contrasto con alcuni fondamentali solitamente associati agli obiettivi Esg. Molte delle industrie che hanno un ruolo importante nell’universo value infatti, possono avere valutazioni Esg negative, specialmente in aree come energia, materiali e servizi pubblici, a causa delle grandi quantità di carbonio emesse. Aree in ogni caso destinante a cambiare, se si vogliono raggiungere gli obiettivi di riduzione delle emissioni di CO2.
«Integrando i fattori Esg nel processo decisionale», commenta Sebastien Mallet, portfolio manager, global value equity strategy di T. Rowe Price (nella foto a lato), «possono emergere opportunità o rischi non pienamente considerati dal mercato. A volte, proprio le caratteristiche che penalizzano aziende e interi settori in tema Esg, ne celano anche il potenziale e significativo contributo in termini di sviluppo di tecnologie, sblocco di risorse e canalizzazione di investimenti che possano guidare il cambiamento. Crediamo che i principi Esg e un investimento value attivo possano andare di pari passo, e attraverso l’engagement possiamo ottenere una visione del pensiero del management e potenzialmente influenzarne il comportamento».
Rispetto ad altri settori del mercato, nel value ci sono meno ci sono meno emittenti che implementano i criteri Esg. «Secondo i nostri modelli interni», spiega Mallet, «i settori dei servizi pubblici, dell’energia, dell’industria e dei materiali, che in genere si classificano male in termini di caratteristiche ambientali, rappresentano quasi il 90% dell’impronta di carbonio dell’indice MSCI World. Ma mentre le aziende che estraggono e generano energia possono essere responsabili di gran parte dell’inquinamento, esse sono anche parte integrante del processo di transizione. Come investitori value, siamo in una posizione unica per aiutare a promuovere il cambiamento».
T. Rowe Price ha il beneficio di avere a disposizione risorse significative, che permettono di portare avanti migliaia di engagement con le aziende ogni anno. Essere investitori attivi può dunque aggiungere valore: «Discutere di Esg ci aiuta non solo a capire il pensiero del management delle aziende, ma anche ad avere l’opportunità di esprimere preoccupazioni e incoraggiare comportamenti positivi. Cerchiamo sempre di investire con team di gestione che pensano e agiscono come se fossero i proprietari della società, scegliendo spesso aziende in cui il management è incentivato da premi in azioni, poiché crediamo che ci sia una forte correlazione tra la partecipazione dei dipendenti all’azionariato e la performance dei titoli. Abbiamo scoperto che se si identifica il cambiamento e si ottiene la convinzione che i miglioramenti sono in corso, allora questo può potenzialmente rivelarsi un buon entry point per l’investimento. A volte, questo significherà adottare un approccio contrarian, soprattutto durante i periodi di turbolenza, ma una delle basi fondamentali del nostro successo negli investimenti negli ultimi anni è stata la capacità di restare investiti sulle azioni durante i periodi di sentiment negativo per beneficiare potenzialmente della transizione verso una prospettiva migliore».
Gli Esg fanno bene alle aziende, e di conseguenza anche agli investimenti. Le imprese che hanno responsabilità sociale possono anche essere buoni creatori di valore, e ci sono molti fattori in cui la performance etica e quella finanziaria vanno di pari passo. La diversità all’interno di un’azienda porta prospettive diverse e riduce il pensiero unico. Le aziende che trattano bene i loro dipendenti hanno maggiori probabilità di avere una forza lavoro più leale e motivata, mentre quelle che gestiscono il loro impatto ambientale possono anche aiutare a ridurre qualsiasi rischio legale o reputazionale. «Il miglioramento dei profili Esg può anche migliorare potenzialmente la tesi di investimento», continua l’esperto. «Una parte della nostra filosofia è incentrata sull’identificazione delle opportunità in cui l’incertezza ha causato un temporaneo errore di valutazione di un titolo. Se è possibile identificare opportunità o rischi che vengono mal interpretati dal mercato, allora ciò può rivelarsi vantaggioso. Da una prospettiva più difensiva, un’adeguata consapevolezza dei rischi Esg può anche essere un’arma aggiuntiva contro l’onnipresente nemico del gestore value, la cosiddetta ‘trappola del valore’. Molte aziende possono sembrare molto convenienti e avere un solido potenziale di rialzo a lungo termine sulla base della tradizionale analisi dei fattori finanziari; tuttavia, includendo anche l’analisi dei fattori Esg non finanziari, può diventare chiaro che alcune aziende sono convenienti per una buona ragione».
Mentre le potenziali trappole value possono essere prevalenti, non bisogna sempre presumere il peggio: «Spesso può essere una questione legata alla divulgazione delle informazioni, se il management dell’azienda non capisce davvero perché i fattori Esg sono così interessanti per gli investitori. È incoraggiante il fatto che sempre più spesso si veda un crescente appetito per l’engagement da parte del management delle aziende e la volontà di imparare di più sull’universo Esg».
La filosofia di T. Rowe Price è quella di scegliere azioni che vengono scambiate con uno sconto significativo rispetto alla loro stima del valore intrinseco. «I dati Esg rappresentano un’importante fonte di informazioni, che ci aiuta a stimare accuratamente questo valore intrinseco, anche se non è stato tenuto in conto dal mercato», spiega Mallet. E conclude: «Identificare il cambiamento in mezzo alle controversie può anche potenzialmente creare opportunità. Ma capire come il miglioramento e la transizione funzioneranno in termini di tempistica e di investimenti necessari è fondamentale per comprendere l’impatto sulla redditività, e i fattori Esg sono diventati parte cruciale di questo processo».