“Io non ho paura perché so che c’è anche domani. Non ho paura perché so che finchè c’è vita c’è anche domani. E poichè credo, credo fermamente in qualcosa di più grande di noi, so che ci sarà vita sempre, e se ci sarà vita sempre, ci sarà anche un domani in cui continuare a sperare e per cui varrà la pena vivere. Vivere appieno ogni attimo della nostra esistenza”. Questa frase, con cui Ennio Doris ha voluto concludere il suo libro biografico, “C’è anche domani” (Sperling & Kupfer, 2014), è il miglior testamente morale che avrebbe potuto lasciare quel grande imprenditore, e soprattutto grand’uomo, che se n’è andato ieri.
Il giornalista che lo affiancò nella scrittura di quel libro – bellissimo – Leopoldo Gasbarro, oggi direttore di Wall Street Italia ma a lungo responsabile dei programmi della tv aziendale di Banca Mediolanum, non si dà pace, come tutti quelli che hanno lavorato molto vicino ad Ennio Doris. E se apre lo sportello dei ricordi, la quantità di aneddoti che descrivono quel gigante dalla solidarietà, prima ancora di ogni altra dote, che era Doris, sgorgano a fiotti.
“Ennio è stato innovatore in tutto, ed anche nella comunicazione”, racconta, “in cui ha sempre creduto, in cui ha sempre intuito il nuovo ed ha sempre investito risorse economiche e soprattutto talenti, come Giuseppe Mascitelli, responsabile di tutta la comunicazione dall’inizio fino a pochi anni fa, o Gianni Rovelli, oggi”.
“Quando Ennio incontrava clienti importanti in sede, anziché guidarli – com’è costume tradizionale in quasi tutte le banche – nella rituale visita al caveau, li portava in quel che definiva ‘il suo caveau’”, racconta Leo. “Oggi Mediolanum Comunicazione conta 100 ricorse, tra registi, grafici, operatori… Ai clienti che accompagnava a visitare gli studi, Ennio spiegava che attraverso i programmi televisivi riusciva ad essere ogni giorno in contatto diretto con la sua rete, e che questa relazione stretta era insostituibile per dare a tutti gli input giusti ed ottenere da tutti il meglio per i clienti, per loro stessi e quindi per l’azienda”.
Ed anche la storia professionale di Gasbarro conferma la grande attenzione, e l’apertura mentale, con cui Doris gestiva la comunicazione. Sia intuendo e cavalcando l’innovazione pura, come l’idea del “cliente al centro” – oggi ripetuta da tutti ma ai suoi tempi inedita – o la scelta di rendersi testimone diretto della sua azienda. Sia scegliendo le persone con cura. E’ questa appunto anche la storia di Leo: “Giornalista professionista dal ’91, decido di dedicarmi alla consulenza finanziaria ed è in questa veste che entro in Banca Mediolanum, con un buon successo. Il mio formatore, Toti Porretto, conosciuta la mia origine giornalistica, mi convinse a passare a Mediolanum Comunicazione. E lo feci sull’abbrivio degli anni intensi da consulente, quindi non da primattore ma nemmeno da ultima ruota del carro… Doris spiegava sempre che la tv gli serviva per formare la rete, non solo fidelizzarla. E per evitare che i suoi messaggi venissero distorti. Quindi il prodotto veniva curato con estrema serietà. In questo quadro mi incaricarono di intervistare il premio Nobel John Mash, quello di Beautiful Mind. Fu rocambolesco, ma ci riuscii. E nell’intervista, il grande matematico esaltava il valore della diversificazione degli investimenti, da sempre il principio-guida di Ennio. Ne facemmo il cuore e il titolo di una grandissima convention. Da allora, il mio rapporto con Ennio Doris fiorì, fino a darmi l’opportunità di aiutarlo nel libro, da una mia idea piaciuta a Rovelli e subito colta da lui. Delle tante mezze giornate insieme ho un’infinità di ricordi e di aneddoti. Ne voglio citare solo uno. Un sabato pomeriggio, all’ennesima telefonata che la sua storica segretaria Serenella gli passava, capii che erano sempre persone che gli chiedevano un aiuto e gli chiesi, naturalmente con garbo ‘Ma scusa, chi te lo fa fare di rispondere a tutti e di promettere una mano a tutti?’. E lui mi rispose: “Io so cosa vuol dire aver bisogno, e ricordo che quando ho avuto bisogno io, se avessi trovato qualcuno che mi avesse teso la mano, avrei vissuto un sollievo prezioso, e forse la mia vita sarebbe stata più semplice”.