Conti correnti separati

Nel secondo trimestre 2023 i conti pubblici hanno registrato un incremento. L’indebitamento delle amministrazioni pubbliche, in rapporto al Pil è stato pari al -5,4%, in crescita dello 0,3 punti percentuali rispetto allo stesso periodo del 2022 (era al -5,7%). Lo rende noto l’Istat.

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Nuova operatività ristori Emilia-Romagna

A partire dal 21 novembre ampliata l’operatività dei Ristori da €300 milioni riservati alle imprese colpite dall’alluvione in Emilia-Romagna. La nuova misura, destinata a indennizzare le perdite di reddito per sospensione dell’attività per un importo massimo concedibile di 5 milioni di euro, è rivolta a tutte le tipologie di impresa con un fatturato estero minimo pari al 3%.


Nel 2° trimestre risalgono i conti pubblici

Il saldo corrente dei conti pubblici è risultato negativo, con un impatto sul Pil del -0,8%, in rialzo dello 0,3% rispetto al secondo trimestre del 2022. La pressione fiscale è stata pari al 42,0%, costante allo stesso periodo dell’anno precedente. Diminuisce invece dello 0,1% il reddito disponibile delle famiglie consumatrici. Mentre la spesa per i consumi è risultata in rialzo dello 0,2%. Diminuisce la propensione al risparmio delle famiglie italiane, che risulta pari al 6,3%, in diminuzione di 0,4 punti percentuali rispetto al trimestre precedente. A fronte di una sostanziale risalita dei prezzi, scende dello 0,2% il potere d’acquisto delle famiglie. La quota di profitto delle società non finanziarie risulta pari al 43,2%, (45,1% nel primo trimestre 2022). Il tasso di investimento delle società non finanziarie é rimasto pressochè invariato rispetto al trimestre precedente (22,7%).

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Istat, italiani meno risparmiatori

Il miglioramento dei conti pubblici – commenta l’Istat – è il riflesso di una pressione fiscale stabile. La lieve flessione del reddito disponibile, si riflette in una flessione della propensione al risparmio, che già da diversi trimestri si attesta sotto i livelli pre-Covid. La quota di profitto delle società non finanziarie ha segnato una caduta del valore aggiunto e degli investimenti e, in maggior misura, del risultato lordo di gestione. Il tasso di investimento resta stazionario, su un livello più alto rispetto a prima della pandemia.