di Vincenzo Petraglia
Il tema della mobilità elettrica è quanto mai caldo in questo periodo. Ma cosa dobbiamo attenderci? E Con quali rischi e opportunità per il nostro Paese sotto il profilo produttivo e degli investimenti? Abbiamo cercato di capirlo con Giuseppe Incarnato, chairman & ceo di Igi Investimenti Group, fondo di private equity di natura industriale che detiene 54 aziende per un totale di 10mila dipendenti fra Italia, Polonia, Spagna, Austria, Belgio e Romania, amministrando beni mobiliari per 4 miliardi di euro con sedi operative a Ginevra, Londra, Roma, San Marino e La Valletta e tre banche di proprietà in Uk, Pakistan e San Marino, oltre a fare da acceleratore di imprese con filiali a Firenze, Milano, Napoli, Roma e Svizzera.
In Italia ha condotto 98 acquisizioni di aziende distressed curandone il rilancio e il riposizionamento strategico specializzandosi nel settore dell’Internet industry, Tlc e Facility management avanzato.
Una realtà solida che guarda caso sta investendo non poco proprio nel settore della mobilità green, in particolare con la controllata M’Ammi Spa, frutto di una precisa visione di educazione alla mobilità elettrica per i giovanissimi.
Il tema della mobilità elettrica è attualissimo. Che opportunità offre il comparto?
Due miliardi di auto e otto miliardi di popolazione sono un’opportunità clamorosa che può cambiare la gerarchia del mercato. Vedo un grande scontro anche un po’ ideologico tra produttori giapponesi che puntano sull’idrogeno, cinesi, che lavorano da tempo sull’elettrico, ed europei, che puntano su mezzi ibridi. Il nuovo leader, a mio avviso, sarà il produttore o meglio l’ecosistema di produttori che offriranno il servizio di full service al consumatore tra veicolo per la lunga distanza, veicolo di mobilità elettrica e micromobilità. Un concetto nuovo che è legato all’innovazione ed alla complessità della tecnologia della mobilità elettrica che al momento presenta molte limitazioni ed instabilità sotto il profilo della pura tecnologia. Non sono rare le notizie di auto che non partono perché la temperatura è troppo fredda o per altre anomalie. Ma soprattutto serpeggia nel consumatore la domanda di quale sia la reale durata della batteria.
Come e quando conviene investire nel settore?
Sulla mobilità elettrica si sta investendo tanto sia come gruppi industriali privati sia come fondi pubblici in tutte le parti del mondo. L’industria dell’auto elettrica cerca il Sacro Graal della batteria che dura settimane o mesi e dell’auto che è permanentemente connessa con il 5G, tanto da sviluppare la guida autonoma ma soprattutto garantire un monitoraggio costante delle condizioni d’uso del velivolo. Sono per introdurre una novità alla volta anche perché questa super ansia da cambiamento non giova all’obiettivo di conversione di auto endotermiche in elettriche. Se è questo l’obiettivo non vedo perché caricare di messaggi futuristici l’auto ad alimentazione elettrica. Semplificando si dovrebbe lanciare il messaggio che cambia solo il serbatoio dell’auto dove al posto del carburante metti elettricità. Renderebbe tutto più semplice. Su questo i produttori di Smart e 500 sono stati fantastici nel rendere normale il cambiamento e la risposta del mercato non si è fatta attendere. Le aziende che stanno investendo nella tecnologia di alimentazione delle batterie e nel monitoraggio sono sicuramente di interesse per fondi di private equity impegnati nel comparto. Interessante investire anche in quelle aziende che confezionano servizi integrati di mobilità come dicevo che, a mio avviso, sono il futuro.
Se l’obiettivo 2035 dovesse essere confermato, cosa possiamo attenderci per l’Italia?
Siamo sicuramente molto in ritardo, ma le opportunità per giocare un ruolo di primo piano sono davvero tante…
Al momento, a parte l’iniziativa di grandi gruppi parastatali, non vedo investimenti significativi nello sviluppare tecnologie utili all’auto elettrica e in generale alla mobilità elettrica. Scontiamo un ritardo di conversione del ciclo produttivo. Tanto per fare una battuta stiamo continuando a produrre “marmitte” quando dovremmo dedicarci a progettare radiatori di raffreddamento per le batterie e sistemi di estintori in grado di contenere i nuovi pericoli dell’auto elettrica ad elevata autonomia e potenza. A parte questo, non vedo però altra opportunità nel medio termine, ovvero nei prossimi cinque o sei anni, che essere il più interessante mercato di consumo di mobilità elettrica mondiale, dove se siamo abili scateneremo la guerra della concorrenza per accaparrarsi clienti sofisticati che fanno del buon gusto la loro qualità produttiva.
L’Italia è un mercato perfetto: spazi urbani molto ristretti, patrimonio immobiliare inestimabile, forte concentrazione di densità urbana, città confinanti senza soluzione di continuità. Qui, più che in altre parti del mondo può essere affermato un nuovo modello integrato di mobilità elettrica condivisa. Almeno nel comparto del trasporto privato. Inizierei, se fossi al Governo, ad introdurre taxi elettrici con automatica riduzione delle tariffe e ricarica gratis. In questo modo assorbiamo un modello di trasporto privatistico in linee integrate del trasporto pubblico a microcapillarità. Un concetto nuovo che stiamo sviluppando con un importante operatore di trasporto pubblico. Per i taxisti presenti in Italia sarebbe un salto di qualità clamoroso, con un miglioramento dei propri margini. Ogni stazione di taxi sarebbe dotata di colonnine per la ricarica a prezzi azzerati per loro. Non prevedo la nascita di player in grado di installare una fabbrica di auto elettriche che possa essere competitiva a meno di un intervento pubblico che possa azzerare il ritardo tecnologico che scontiamo con i giganti del settore.
Voi come Igi Investimenti Group cosa offrite in tal senso?
M’Ammi Spa, nostra controllata, è impegnata nell’educazione della mobilità elettrica e ha come target i quattordicenni che iniziano ad affrontare la mobilità a quattro ruote. Il ceo della società, campione mondiale olimpico di canottaggio, è un esempio vivente di ecosostenibilità e rispetto per l’ambiente. La value proposition è offrire un mondo di soluzioni a costi massimamente contenuti che consentono la mobilità elettrica globale . Andiamo dal monopattino all’Ami della Citroen fino ad arrivare all’imbarcazione lagunare e marina con motore elettrico in unico pacchetto che risolve nelle città italiane ogni esigenza di mobilità. In questo M’Ammi supera il concetto della proprietà e punta a un all inclusive di noleggio che siamo sicuri essere la nuova frontiera del modo di vivere dei Millennials. La sharing economy è un nuovo modo di vivere più rispettoso dell’ambiente e più rispettoso dell’equilibrio socioeconomico moderno.
Andando fuori i confini nazionali, come vede lo scenario a livello globale?
La mobilità elettrica oggi rappresenta un tema molto dibattuto nei Paesi occidentali e invece molto applicato nelle aree sovraffollate del mondo, in particolare India e Cina, dove si concentra forte inquinamento cittadino ed elevatissima densità urbana. Non è un caso la schiacciante supremazia tecnologica nella produzione di veicoli elettrici da parte di questi Paesi cui si aggiungono altri del Far East. I numeri relativi alla mobilità elettrica sono da vedere sia in relazione alla forte domanda di veicoli civili elettrici, sia all’impennata di veicoli commerciali elettrici che possono costituire una svolta sicura verso l’applicazione su vasta scala di mobilità green. Stiamo parlando di oltre 2 miliardi di automobili che dal 2035 potrebbero essere sostituite da veicoli elettrici. Ad oggi la diffusione di mezzi elettrici rappresenta poco meno dell’1,2% del totale. Questa profonda trasformazione sarà accompagnata da un cambio di paradigma relativo alla proprietà del veicolo. Si stanno sempre più affermando opzioni di noleggio full service di auto e sharing sia di breve periodo che di lungo periodo. Ad auto elettrica e sharing economy si aggiunge anche l’intermodalità dell’auto con altri veicoli. Il commuting di veicoli dalla micromobilità con monopattini, biciclette e similari, il guidatore passa ai veicoli elettrici quadricicli fino ad arrivare al veicolo elettrico per eccellenza che è il treno metropolitano. Oggi c’è solo un problema di costo per incentivare questa funzionalità. Noi come Igi Investimenti Group, attraverso la nostra controllata M’Ammi Spa, attiva nella produzione e noleggio di mobilità elettrica, stiamo sperimentando per il settore turistico ad Alghero una e-card che dà diritto al cittadino di Alghero appunto di utilizzare contemporaneamente con un voucher giornaliero tutti i mezzi elettrici possibili, inclusa la barca.