La parità di genere è un principio fondamentale per il rispetto dei diritti umani e per lo sviluppo sostenibile delle società. Tuttavia, non sempre le imprese e le istituzioni che si dichiarano favorevoli alla parità di genere potrebbero apparire coerenti con le loro affermazioni. Ne abbiamo parlato nel corso dell’evento “Attente al pinkwashing dal potere dissolvente” organizzato da Economy Group nell’esclusiva sede di Palazzo Visconti a Milano.
Il pericolo pinkwashing
Marina Marinetti, vicedirettrice di Economy Group, mette in luce l’importanza della parità di genere. L’attenzione per le pari opportunità e l’inclusione potrebbero esser perseguiti dalle aziende per soli motivi di compliance o reputazionali, con interventi poco incisivi o lungimiranti, i quali avviano meccanismi che rispondono solo a logiche reattive di breve termine, che recepiscono pratiche a cui conformarsi solo in nome di una tendenza diffusa, della moda del momento.
La certificazione sulla parità di genere
Come funziona la certificazione sulla parità di genere?, ha chiesto Manuela Ronchi, Ceo Action Agency durante il primo panel “Le buone prassi Mettiamo in pratica la UNI/PdR 125”. “La certificazione sulla parità di genere è un documento tecnico che ha un approccio innovativo. Il documento nasce per colmare il gender gap”, sottolinea Elena Mocchio, Responsabile Innovazione e Sviluppo Uni Ente Italiano di Normazione. “La certificazione è iniziata a luglio del 2022 – aggiunge Daniela Asaro, head of health & Well-Being Certification Strategic Center Rina. “Sono 738 le aziende certificate su un target di 800. Ieri è uscito il bando che finanzia una parte dell’investimento delle aziende. L’obiettivo è continuare a proseguire questa strada per ottenere la parità in futuro”.
Certificazione, illusione o realtà?
“La parità di genere è un principio fondamentale”, afferma Lara Conticello, associate partner Risk&Compliance RSM. “Tuttavia, non sempre le imprese e le istituzioni che si dichiarano favorevoli alla parità di genere potrebbero apparire coerenti con le loro affermazioni. Il tema dell’immagine è molto pericoloso. Bisogna fare dei passi avanti concreti. In questo senso la certificazione è molto importante ma bisogna impegnarsi per mantenerla. Dobbiamo diffondere questa cultura alle nuove generazioni e nelle università. Perché è da li che dobbiamo partire”.
Le soluzioni per combattere il pinkwashing
Nicole Boccardini, senior human resources consultant di JobPricing e project development manager di Idem – Mind The Gap, ha precisato che “avere una certificazione è una base di partenza ma quello che conta sono i passi che si faranno in futuro. Noi lavoriamo con le aziende cercando di applicare un modello di misurazione più evoluto. Bisogna capire come si muovono e come si comportano le persone all’interno delle aziende per capire quali sono le soluzioni da mettere in campo.”
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