di Angelo Curiosi

«La capacità di lavorare insieme delle persone che, nelle imprese, si occupano di finanza è fondamentale, nella complessità e volatilità dei tempi”, dice Nevio Boscariol, presidente di Aiti, Associazione italiana tesorieri d’impresa. E parlando con la platea – per la prima volta “In presenza” dopo la pandemia – dei suoi associati (oltre 800 professionisti delle migliori aziende italiane e dei loro partner, al Tffd (in sigla: trerasury and finance forum day) lancia una specie di “call to action”, un invito ad agire insieme ai direttori finanziari dell’Andaf e ai credit manager dell’Acmi per mettere a fattor comune le competenze di tesoreria credito e finanza all’interno delle singole imprese e nel mondo dell’economia:

“Stiamo già portando avanti delle iniziative congiunte su eventi, norme tecnche, pubblicazioni e formazione”, aggiunge, e chiarisce:

“Ad esempio da sempre lavoriamo con adeguata pianificazione finanziaria e cerchiamo di diffonderne la cultura delle imprese anche attraverso i nostri corsi di formazione come misura preventiva conro la crisi d’impresa, ed ecco che oggi il Codice della crisi di impresa e le linee Guida Eba la prescrivono”.

è il giorno del “treasury pride”, l’orgoglio del tesoriere: perché una figura professionale che da sempre si colloca a metà strada fra la direzione amministrativa e la direzione finanziaria ha assunto negli ultimi anni, grazie anche alla spinta di Aiti e a quella della globalizzazione, una nuova e indiscussa centralità. Che le turbolenze sui cambi e sui sistemi di pagamento e sulle materieprime, indotte – purtroppo – dalla guerra e dalle tensioni in gran parte speculative sui tassi e sui prezzi, stanno accentuando: chi esporta molto o chi molto acquista dall’estero in valute diverse, ovvero più o meno il 40% delle imprese italiane, ha oggi estremamente bisogno delle competenze di tesoreria, anche se non sempre se ne rende conto. Boscariol ha ricordato che nei due anni della pandemia più aggressiva le iniziative “dal vivo” sono state ovviamente ridotte ma a vantaggio di quelle on-line, che proseguiranno anche in futuro, perché costituiscono comunque una modalità gradita e utile di approfondimento dei grandi e concreti temi professionali in ballo che determinano la continuità dell’impresa e la sua capacità di stare sul mercato e di dialogo tra i soci, il cui numero è peraltro in costante aumento.

La sessione plenaria del Tffd – la cui organizzazione è stata curata da Andrea Curti – ha trovato un animatore esterno e brillantissimo in Lucio Poma, capo economista di Nomisma, che ha fatto una prolusione sulla complessità della congiuntura per poi condurre una ritmata tavola rotonda, aperta dal past-president di Aiti Fabrizio Masinelli: “Le competenze delle professioni finanziarie nell’impresa – ha osservato, tra e altre cose, Masinelli, sono a mio avviso prevalentemente diverse e distaccate ma con incroci e incontri forti. A volte le competenze della tesoreria convergono su quelle della finanza, a volte no. In momenti così complessi come quelli che stiamo attraversando è importante tener conto delle differenze e delle nuove affinità, ed anche la formazione – quella dei giovani che iniziano e quella permanente di tutti noi, va orientata verso le nuove esigenze. Sarebbe opportuno e bello che ogni direttore marketing sapesse cosa c’è dietro una fidejussione e perché pretenderla per sostenere un’offerta è giusto ma impegna; e che ogni tesoriere sapesse a sua volta perché è necessario e quant’è sfidante avanzare in tempo e correttamente le offerte potenzialmente vincenti. Con un’unica regola d’oro: tutto ciò che nella vita aziendale può generale un rischio per l’azienda, va conosciuto, e preventivamente, al tesoriere”.

Al tavolo del grande Savoia Hotel Regency di Bologna tante testimonianze e  numerosi sponsor: da Intesa Sanpaolo-Imi, con Gianmarco Salcioli a Prometeia, Piteco, DocFinance, Western Union, JpMorgan, Barclays, Morgan Staney, Credit Suisse e molti altri. Probabilmente tutti d’accordo su uno dei concetti di sintesi proposti alla platea da Lucio Poma: “Oggi il ruolo della finanza e e della tesoreria è diventato un fulcro strategico per l’impresa. Tesoriere, Cfo e Ceo devono insieme comprendere e gestire il nuovo. E per riuscirci bisogna che ognuno sappia cosa fa l’altro!”.