Il cibo italiano, è risaputo, è il più amato ma anche il più contraffatto al mondo e, seppure rappresenti una voce importante del nostro export, paga dazio rispetto ad altre super potenze del food, come per esempio la Francia, perché non siamo altrettanto abili, come i cugini d’Oltralpe, nel posizionare e comunicare le nostre eccellenze, sviluppargli intorno storie, creare mondi. In una parola fare storytelling efficace. Un gap che si pone di superare Magnifico Food, la piattaforma di e-commerce delle eccellenze tricolori creata da Alessio Gambino (nella foto), esperto di commercio internazionale e ceo della società di consulenza Ibs Italia, fondatore anche di Exportiamo.it, portale dedicato alle imprese che operano nei mercati esteri.

Alessio, spieghiamo innanzitutto cos’è e come funziona Magnifico Food.

È una piattaforma di e-commerce B2C che raggruppa e vende alcune tra le migliori eccellenze agroalimentari italiane negli Stati Uniti. Il progetto è partito nel 2019 e le prime vendite sono avvenute a inizio 2020. Abbiamo scelto di iniziare dagli Usa perché sono un mercato accessibile, molto attrattivo per i prodotti made in Italy e rappresentano già il primo mercato di destinazione extra-Ue per l’export italiano. Il solo comparto del food vale oltre 5 miliardi di euro di export. Ma molte aziende italiane sono poco o mal distribuite oltreoceano e spesso sono costrette ad affidarsi a importatori e distributori locali che non garantiscono il corretto posizionamento sul mercato e non creano valore soprattutto nei confronti del consumatore finale. Magnifico si pone oltre che come e-retailer finale, come unico intermediario tra il produttore e il consumatore finale, al quale garantisce un prezzo davvero fair, ma anche contenuti di qualità e informazioni complete sui prodotti acquistati.

Il prezzo, essendo unici intermediari tra produttore e consumatore finale, è una delle vostre leve competitive…

Esatto, il prezzo è una delle leve – non l’unica – per fare breccia nel consumatore e per stimolare le vendite. Prevediamo anche un sistema di scontistica crescente man mano che il prodotto si avvicina alla data di scadenza.

Parlando di content, che tipo di contenuti producete?

Contenuti video, ricette, articoli per l’area blog, interviste, approfondimenti informativi sul corretto impiego dei prodotti e delle loro combinazioni. Abbiamo content manager, video maker, copywriter, social media manager coadiuvati da un chief digital officer e da una persona che si occupa di marketing strategico e di analisi dei dati. Inoltre, e in questo putroppo la pandemia ci ha molto limitati, organizzeremo appena possibile food tour in Italia, portando, cioè, i nostri consumatori a visitare i produttori e a vivere l’esperienza di una molitura o di un processo produttivo, che riteniamo sia un grande valore aggiunto.

Il solo comparto del food vale 5 miliardi di euro di export. ma molte aziende italiane sono poco distribuite oltreoceano

Un approccio che supera il gap di cui spesso soffre il nostro agroalimentare: quello di non saper fare un efficace storytelling delle tante eccellenze che abbiamo…

Esatto, e molto spesso le aziende neppure si rendono conto di avere una pessima comunicazione a fronte di ottimi prodotti con dietro storie bellissime da raccontare.

“Magnifico, Italy out of the box”: mi spieghi questo vostro payoff.

Ha un doppio significato: simula il gesto di tirare fuori dal box un po’ di vera ed autentica Italia e al contempo “out of the box” significa pensare e agire fuori dagli schemi tradizionali. È quello che abbiamo fatto bypassando i canali classici della distribuzione se parliamo di supply chain e soprattutto è quello che facciamo con i contenuti che autoproduciamo.

A proposito di supply chain, come l’avete strutturata?

Siamo stati disruptive sin dall’inizio. Compriamo solo dai produttori italiani da noi selezionati, non da mere società commerciali; importiamo direttamente in America e stocchiamo i prodotti in un magazzino nel New Jersey, dove avviene il servizio di pick & pack una volta ricevuto l’ordine dal consumatore americano. Il nostro team è distribuito tra Italia e Usa. Nel Belpaese selezioniamo i prodotti, realizziamo i contenuti e abbiamo le funzioni digitali più importanti, in America gestiamo il post-vendita, la parte media e di press office. Ci affidiamo a corrieri espressi per le consegne in tutti gli Usa, sulla costa East in massimo due giorni, mentre i tempi si allungano di qualche giorno se il prodotto viene spedito sulla costa West. La nostra value chain è molto corta, questo ci permette di controllare l’intero processo assicurando efficienza e qualità in ogni singola fase. Il consumatore finale negli Usa è molto esigente e va “protetto” dopo l’acquisto con servizi ad alto valore aggiunto come l’assistenza informativa sull’utilizzo dei prodotti, la gestione di eventuali resi e dei complaints, che per fortuna sono davvero limitati.

Il vostro fornitore tipo in Italia chi è?

Le Mmi che, oltre a produrre un prodotto artigianale o anche industriale in termini di quantità ma con metodi artigianali, abbiano un mindset aperto e moderno per creare valore nel medio lungo termine. Non ci interessano collaborazioni saltuarie.

Chi è, invece, il vostro cliente tipo negli Usa?

Vendiamo molto a consumatori che vivono in zone più periferiche rispetto alle grandi città. Hanno più difficoltà a trovare il prodotto nei canali retail tradizionali e preferiscono selezionarlo e riceverlo direttamente a casa. Abbiamo un ottimo tasso di clienti abituali, circa il 40%.

Quali sono in generale i prodotti più richiesti?

Vendiamo tantissima salsa di pomodoro, sughi pronti, pasta, olio e conserve. Alcuni prodotti come cioccolata, caffè, spezie muovono meno. Siamo partiti con i prodotti dry a lunga conservazione, ma recentemente abbiamo introdotto anche il fresco (formaggi e salumi) grazie all’installazione di frigoriferi preposti presso il nostro magazzino.

A breve Magnifico Food aprirà uno store fisico a roma che servirà anche come base logistica per le spedizioni in europa

Quali le maggiori difficoltà in un mercato, quello a stelle e strisce, così diverso dal nostro?

Le difficoltà maggiori sono nel marketing, soprattutto quello strategico che è molto diverso rispetto all’Italia. Non è semplice centrare gli obiettivi e performare quando i mercati sono molto diversi da quello di origine e quando il brand non è conosciuto da tempo; il made in Italy nel nostro caso da solo non basta a supportare le vendite. Di contro gli Usa sono un mercato vergine soprattutto in ambito digitale e di fatto non abbiamo competitor diretti e, quindi, i margini di crescita sono enormi.

Prossimi obiettivi?

Il nostro è un progetto di medio-lungo termine con l’obiettivo di diventare il market place del vero ed autentico prodotto italiano di qualità sia in America che in Europa, con un pensiero futuro all’Asia. Diciamo che, dopo essere andati a giocare in uno dei campionati più difficili e competitivi al mondo, vogliamo iniziare a vendere in Italia e in Europa, campionati altrettanto impegnativi. A breve apriremo un punto vendita fisico a Roma che servirà per il same day delivery in alcuni quartieri della città e come base logistica per le spedizioni in Europa. Sarà al contempo un negozio alimentari di prossimità molto digitalizzato, oserei dire 4.0, consentendo la piena integrazione con i canali online – sito e social – e soprattutto come centro di raccolta ordini e successivo delivery verso l’estero. Inizieremo dai mercati centro europei per poi allargarci a macchia d’olio verso i paesi europei più periferici. Una sfida avvincente con l’obiettivo di portare il 100% di prodotti made in Italy, contrastare l’Italian sounding e creare un legame diretto e duraturo tra consumatore e produttore con la nostra intermediazione, che non è solo commerciale ma soprattutto contenutistica. Il contenuto è al centro del nostro progetto e per fortuna l’Italia e le aziende produttrici hanno tanto da raccontare!

www.magnificofood.com