«L’accordo raggiunto in Europa sul price cap è purtroppo un compromesso deludente, che a poco servirà se nei prossimi mesi la situazione sui mercati del gas dovesse precipitare». A dichiararlo è Giorgio Tomassetti, Ceo di Octopus Energy per l’Italia, che nel commento di seguito spiega le ragioni per cui l’accordo sul price cap non allevierà la crisi energetica in Europa.
Price cap gas, non è un vero limite, partirà da marzo
«Il tetto scatta a 180€/MWh, impedendo di comprare gas a un prezzo maggiore di 35 euro rispetto al prezzo di riferimento del gas naturale liquefatto (GNL) – spiega Tomassetti – già questa soglia di tolleranza appare fin troppo ampia, senza contare che il tetto non si applicherà alle transazioni over-the-counter, per cui sarà possibile ‘aggirarlo’ accordandosi con singoli fornitori fuori mercato. Inoltre, il meccanismo partirà a metà febbraio, quando si staranno contrattando – come minimo – i prezzi di marzo: per gran parte dell’inverno non avremo alcun price cap».
«Infine, si prevede che il price cap salga insieme al prezzo del GNL, mantenendo lo spread di 35 euro al MWh tra i due prezzi. Questo significa non c’è un vero limite al prezzo: è un tetto che non ci proteggerà se sui mercati del gas dovesse scatenarsi una nuova tempesta».
Crisi energia, la fase più difficile deve ancora venire
Il Ceo di Octopus Energy continua a spiegare: «Le ragioni dietro questa decisione sono evidenti: pur essendo riusciti a riempire gli stoccaggi, non possiamo sapere se basteranno. Molto dipenderà da quanto lunga e fredda sarà la stagione invernale, un fattore fuori dal nostro controllo. E qualora gli stoccaggi non fossero sufficienti, dovremmo tornare ad acquistare grandi quantitativi di gas, andando a competere per il GNL con giganti come la Cina: non potendo rimanere senza energia, dobbiamo assicurarci di poter offrire un prezzo competitivo».
«Questo evidenzia quanto, in merito alla crisi energetica, stiamo vivendo una contraddizione – aggiunge – la percezione comune è che il peggio sia passato, mentre in realtà la fase più critica potrebbe essere proprio di fronte a noi. Senza allarmismi, dobbiamo essere coscienti che tra un paio di mesi potremmo trovarci in una situazione complicata, con opzioni limitate. E che dobbiamo assolutamente evitare di rivivere la stessa situazione negli anni a venire».
Il futuro energetico è nella flessibilità
In questo senso, secondo Tomassetti, la crisi attuale deve essere «un’occasione per cominciare a pensare in maniera diversa alla questione energetica». «L’aumento della quota di rinnovabili, fondamentale per la decarbonizzazione e l’autonomia, unito alla crescente elettrificazione – prosegue – comporterà una maggior frequenza di potenziali squilibri, che non potremo risolvere bruciando più carbone. Il futuro dell’energia sarà caratterizzato dunque da una parola chiave: flessibilità».
«Il tema è sia culturale che tecnologico – sono ancora le parole del numero uno di Octopus Energy per l’Italia – C’è un grande lavoro da fare sui comportamenti individuali, le comunità energetiche, l’autoconsumo, la diffusione di tecnologie più efficienti come le pompe di calore. Il tutto gestito in maniera smart da software in grado di bilanciare in tempo reale domanda e offerta, in una logica bidirezionale in cui gli utenti sono sia produttori che consumatori di energia».
«Il futuro sostenibile dell’energia è questo, e possiamo cominciare a raggiungerlo già ora. Non dobbiamo però sprecare la lezione di questa crisi» conclude Giorgio Tomassetti.