modelli economici

L’economia moderna è una macchina molto complessa. Il suo principale ruolo è allocare le risorse e distribuire l’output. Adam Smith, considerato il padre dell’economia, ha nominato questa macchina come “la mano invisibile”, affermando che l’economia possiede una natura autoregolante. Al giorno d’oggi gli economisti costruiscono dei modelli, ovvero simulazioni della realtà, per migliorare la comprensione della mano invisibile.

Cosa sono i modelli economici?

Un modello economico è un’interpretazione della realtà, è progettato appositamente per fornire delle ipotesi sul comportamento economico, che possono verificarsi nella realtà. Il modello economico può essere di due categorie: teorico oppure empirico.

I modelli teorici si basano sulle implicazioni verificabili, partendo dal presupposto che gli agenti riescono a massimizzare gli obiettivi specifici soggetti a vincoli definiti dal modello (ad esempio il budget). I modelli teorici forniscono delle risposte qualitative a domande specifiche.

Di contro, i modelli empirici hanno come obiettivo quello di verificare la qualità delle previsioni dei modelli teorici, trasformando queste previsioni in risultati numerici precisi.

Tipologie di modelli economici: quali sono e caratteristiche

Esistono tre principali categorie di modelli economici, che si differenziano per i loro principi e caratteristiche. Vediamoli nel dettaglio:

  1. Modello economico liberale/capitalista: la Teoria dello Stato Liberale di Adam Smith si basa essenzialmente sul principio della libertà di iniziativa privata. In questo modello economico è l’imprenditore la figura centrale che si assume il rischio di produzione per il raggiungimento del massimo profitto. La libertà di iniziativa stabilisce che lo Stato non deve intervenire sull’economia. In questa tipologia di modello economico il prezzo di equilibrio si ottiene dall’incontro della domanda delle famiglie e l’offerta delle imprese.
  2. Modello economia collettivista/socialista: la teoria collettivista è una conseguenza al liberismo e più nel dettaglio allo sfruttamento dei lavoratori. In questo modello economico l’interesse collettivo deve prevalere sull’interesse individuale, dunque si ottiene l’abolizione della proprietà privata dei mezzi di produzione. In questo modello economico le decisioni spettano interamente allo Stato.
  3. Modello economia mista: con il fallimento dei due precedenti modelli economici si è presentata la necessità di crearne uno al fine di garantire uno sviluppo continuo ed efficiente. Nel modello economico misto lo Stato interviene nella soluzione dei problemi legati al consumo e alla produzione, ma viene lasciata ai privati la gestione delle imprese e il regolamento del mercato. In questo modo lo Stato e il Mercato convivono nello stesso modello economico, riuscendo a supportare la regolare crescita di uno Stato.

Cos’è il sistema economico lineare

Il modello economico lineare è una conseguenza del pensiero economico tra la fine del XIX secolo e l’inizio del XX secolo. È caratterizzato dalla presenza di flussi in entrata (input) e flussi in uscita (output).

Per flussi in entrata si intendono i fattori produttivi, indispensabili per alimentare il processo produttivo, come ad esempio il lavoro e il capitale; mentre i flussi in uscita sono i prodotti e i servizi offerti sul mercato.

In base a questa visione, per incrementare la produzione dei beni è sufficiente applicare una tecnologia produttiva maggiormente all’avanguardia oppure aumentare la quantità di fattori di produzione in entrata (input).