I petrolieri strigliati, “stop al nuovo petrolio e gas”

L’Agenzia Internazionale dell’Energia (Aie) potrebbe aver metaforicamente ucciso l’industria dei combustibili fossili quando qualche giorno fa ha avvertito che le compagnie energetiche devono fermare nuovi progetti di petrolio e gas per tenere sotto controllo il cambiamento climatico.

L’Agenzia Internazionale dell’Energia (Aie) consiglia 30 stati membri – tra cui otto delle prime dieci economie del mondo – su tutto ciò che riguarda l’energia. Le sue raccomandazioni spesso aiutano sia il governo che l’industria a pianificare le loro prossime mosse, ed è per questo che il rapporto speciale di questa settimana potrebbe averli messi al tappeto.

L’Aie ha confermato che gli attuali impegni politici dei paesi sono ben al di sotto di ciò che è necessario per raggiungere le emissioni di carbonio nette globali entro il 2050 – per non parlare di soddisfare l’obiettivo chiave dell’accordo di Parigi di mantenere il riscaldamento del pianeta entro 1,5 gradi Celsius. L’unica soluzione, secondo l’agenzia, è di fermare immediatamente il tipo di esplorazione di petrolio e gas ad oggi programmata.

Peccato che la tabella di marcia dell’Aie sia in contrasto con il percorso previsto da Big Oil. Mentre quelli del calibro di BP, Shell e Total stanno lavorando verso una linea temporale simile per le emissioni nette-zero, stanno anche progettando di cercare nuovi campi di combustibili fossili per gli anni a venire, sostenendo che i progetti soddisfano i bisogni delle economie emergenti in Asia e in Africa. Ma l’Aie non pensa che i produttori siano preparati a quanto più velocemente l’uso globale dei combustibili fossili debba diminuire entro il 2050: la domanda di carbone del 90%, il petrolio del 75% e la fornitura di gas del 50%.

Le major dell’energia potrebbero non aver accolto con favore il rapporto dell’Aie, ma le sue prospettive dovrebbero essere una manna per l’industria delle energie rinnovabili. Il piano dell’agenzia richiede un enorme aumento della spesa internazionale per la tecnologia a bassa emissione di carbonio – da 2.000 miliardi di dollari di investimenti annuali oggi a 5.000 miliardi di dollari entro il 2030. Il solare e l’eolico sarebbero i grandi vincitori della proposta, insieme rappresenterebbero quasi il 70% della produzione di elettricità entro il 2050.