Zendesk/monticellllo - stock.adobe.com

Venerdì scorso la società di software per l’assistenza clienti Zendesk ha finalmente accettato di essere acquistata per 10 miliardi di dollari. Ultimamente Zendesk ha dato filo da torcere agli investitori.

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Nuova operatività ristori Emilia-Romagna

A partire dal 21 novembre ampliata l’operatività dei Ristori da €300 milioni riservati alle imprese colpite dall’alluvione in Emilia-Romagna. La nuova misura, destinata a indennizzare le perdite di reddito per sospensione dell’attività per un importo massimo concedibile di 5 milioni di euro, è rivolta a tutte le tipologie di impresa con un fatturato estero minimo pari al 3%.



Cosa è accaduto

Innanzitutto, l’accordo da 4 miliardi di dollari per l’acquisto di Momentive Global, proprietaria di SurveyMonkey, alla fine dello scorso anno, è stato accolto con derisione e le azioni di Zendesk sono crollate. Ciò ha costretto l’azienda ad abbandonare del tutto l’accordo a febbraio. Poi, nello stesso mese, un gruppo di società di private equity (PE) ha offerto di rilevare l’azienda per 17 miliardi di dollari, ma Zendesk ha rifiutato sostenendo che l’offerta era troppo bassa. Anche in questo caso, gli investitori non erano contenti. E anche se l’azienda si è rivolta a quasi 30 potenziali acquirenti, difficilmente avrebbe trovato un’offerta migliore con le valutazioni del settore tecnologico in calo.

Dopo tutto questo, venerdì Zendesk ha annunciato di aver accettato di essere acquistata da un gruppo di società di private equity (PE), tra cui Permira, per 10 miliardi di dollari. Si tratta di circa il 34% in più di quanto valeva prima dell’annuncio dell’accordo, ma di circa il 41% in meno rispetto a quanto avrebbe fatto se avesse accettato la prima offerta…

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Una “saga” ha condotto a questo esito

Zendesk si è imbarcata in questa saga soprattutto perché l‘investitore attivista Jana Partners ha spinto molto per un cambiamento all’interno dell’azienda, arrivando a trattare per la sostituzione dell’amministratore delegato all’inizio del mese. In caso contrario, Jana era desiderosa di ottenere una vendita rapida e sporca. In questo modo, gli investitori che sono sempre stati poco soddisfatti dell’azienda potrebbero almeno ottenere un ritorno sul loro investimento.

Gli investitori attivi hanno esercitato pressioni anche sul conglomerato giapponese Toshiba, che avrebbe ricevuto offerte fino a 22 miliardi di dollari per acquisire l’azienda. Si tratta di un fatto particolarmente significativo, dato che le società di private equity non sono generalmente ben accolte in Giappone. Se questi investitori riuscissero a concludere l’operazione, sarebbe la più grande mai realizzata nel Paese.