Usa, prospettive positive nonostante inflazione e valutazioni elevate

A poche ore dall’inizio dello spoglio delle schede entrambi i candidati alla presidenza Usa si attribuivano già la vittoria. Ed è escluso che uno dei due possa cambiare opinione prima che vi sia costretto. Georgia, Michigan e Pennsylvania sono gli stati più contesi da Donald Trump e Joe Biden e il partito repubblicano della Georgia ha già depositato una causa legale in una contea per la verifica del conteggio dei voti. Altre azioni legali potrebbero essere avviate anche in Arizona e in Nevada rallentando così la nomina formale del 46° presidente degli Stati Uniti. Nel frattempo Biden è a un passo dalla vittoria, tuttavia la corsa fondamentale per il Senato sembra ancora a favore dei repubblicani, il che suggerisce che sarà improbabile l’Onda Blu che era stata annunciata dal suo team. I listini ieri hanno mostrato una grande vivacità nonostante fosse chiaro che la battaglia per la presidenza sarebbe stata lunga e piena di colpi bassi. Nel corso della notte, i rendimenti dei titoli Usa a dieci anni sono scesi di 9 punti base a 80,6 basis point, mentre il dollaro si è rafforzato da 1,176 a 1,166 contro l’euro. L’oro è rimasto sostanzialmente invariato rispetto al giorno delle elezioni. Mentre i futures sugli indici azionari statunitensi hanno segnato +0,6% per l’S&P500 e +2,2% per il Nasdaq. 

Ma come si comporteranno i mercati nei prossimi giorni o settimane? Secondo Norman Villamin, Cio Wealth Management di Union Bancaire Privée, gli investitori dovrebbero fare riferimento a quanto successe durante le contestate elezioni presidenziali del 2000, quando i risultati furono resi noti solo a metà dicembre. “In quel periodo i mercati azionari sono scesi del 7%, mentre il dollaro e l’oro si sono rafforzati con l’affermarsi di un sentiment risk-off”, dice Villamin. Che aggiunge: “Se l’esito delle elezioni dovesse essere ritardato per diverse settimane, come accadde nel 2000, gli investitori dovranno aspettarsi che prevalga l’incertezza e una rinnovata volatilità fino a quando non verrà comunicato un risultato e potenzialmente finché la sconfitta sarà accettata dal perdente”.  Tuttavia, secondo Rick Lacaille, Global Chief Investment Officer di State Street Global Advisors, le condizioni di investimento fondamentali per i prossimi dodici mesi non saranno invertite da questa volatilità. “Lo stimolo monetario e fiscale per contrastare la pandemia deve ancora funzionare pienamente attraverso il sistema, e ci aspettiamo che sarà uno dei fattori che influenzerà di più le condizioni di investimento nei prossimi dodici mesi – afferma Lacaille – Dal punto di vista operativo, si prevede che le azioni di alta qualità faranno meglio insieme ad aree come l’assistenza sanitaria. Mentre, prima che le politiche più radicali prendano piede o nell’ipotesi di un Congresso diviso, sarebbe meglio evitare scommesse definitive sulle energie rinnovabili o sul settore petrolifero e del gas”. Secondo Lacaille, dovremmo anche posizionarci in vista di un dollaro più basso e, poiché ci troviamo in un contesto deflazionistico, dovremmo considerare uno scenario di inflazione a medio termine. “Nel complesso si tratta di condizioni che, con gli stimoli monetari e fiscali in atto, sono favorevoli agli investimenti azionari nel medio termine”, spiega lo strategist. Secondo Nicolas Janvier, Head of US equities, EMEA, di Columbia Threadneedle, infine, è in atto un processo consolidato di un Presidente confermato il 20 gennaio 2021, il giorno dell’inaugurazione. “La storia ci dice anche che i cambiamenti nelle amministrazioni presidenziali raramente portano a cambiamenti materiali fondamentali per l’economia statunitense. La nostra attenzione rimane quindi concentrata sui fondamenti delle società in cui investiamo”, conclude Janvier.