Twitter e Apple sembrano destinate a scontrarsi per le modalità con cui si fanno acquisti in-app di Apple. Musk ha trascorso le ultime settimane a fare la voce grossa nel quartier generale di Twitter, ma sembra che abbia trovato un nuovo sparring partner nell’azienda più grande del mondo. La causa del litigio è la grossa fetta che Apple prende dagli acquisti in-app – dal 15 al 30%, secondo quanto rilevato.
Non c’è da stupirsi che questo abbia irritato Musk, la cui visione di Twitter prevede che l’azienda si affidi meno alla pubblicità e più ai canoni di abbonamento. Quindi, se Apple – o anche la società madre di Google, Alphabet, con i suoi telefonini Android – volesse accaparrarsi una fetta della nuova taglia degli abbonamenti a Twitter, potrebbe ritrovarsi con un bel po’ di soldi tra le mani.
Musk prende di mira il vero core business di Apple: i servizi
Musk insomma ha preso di mira il vero core business di Apple: i servizi. Ma c’è da scommettere che il titano della Silicon Valley saprà come salvarsi la pelle. Dopo tutto, il settore dei servizi di Apple rappresenta attualmente circa il 20% del fatturato dell’azienda ed è più importante che mai ora che la domanda di iPhone sta rallentando. Inoltre, le vendite dei servizi, che comprendono le tariffe e gli abbonamenti alle app, sono particolarmente interessanti perché sono ricorrenti e affidabili. In breve, il colpo di Musk ha probabilmente toccato un nervo scoperto nel quartier generale di Apple.
Se fosse guerra aperta chi potrà vincere?
Molte aziende tecnologiche hanno esercitato pressioni sui legislatori nel tentativo di abbassare le tariffe dei negozi di app, ma finora Apple e Alphabet sono riuscite a respingere le loro sfide. Twitter potrebbe essere più efficace: la piattaforma è un megafono quasi indispensabile al giorno d’oggi e sia Apple che Alphabet usano Twitter per far arrivare il loro messaggio alle masse. Quindi, se questa è la prima raffica di un lungo stallo, sarà affascinante vedere chi dei due titani finirà per sventolare la bandiera bianca.
