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Il ministero del Made in Italy festeggia le prime due settimane del trimestre anti-inflazione, ma i consumatori festeggiano un po’ meno. “A poco più di 15 giorni dall’avvio del Trimestre anti inflazione – dice il ministro Adolfo Urso – possiamo dirci soddisfatti per diversi motivi, che ci indicano che abbiamo imboccato la strada giusta nel contrasto al caro vita: dopo la sigla delle 32 associazioni di tutta la filiera, 30mila negozi tra esercenti, commercianti e punti vendita della grande distribuzione in tutta Italia hanno deciso di aderire al patto, garantendo ai cittadini la possibilità di accedere a un paniere calmierato di prodotti di alta qualità, con importanti brand del Made in Italy e internazionali che hanno deciso di associarsi a questo sforzo comune del Sistema Italia”. Alla prima verifica hanno partecipato in tutto 14 associazioni del settore del commercio e della distribuzione alle quali si sono aggiunte anche 14 associazioni del settore commercio e della distribuzione e 18 associazioni dei settori industria, agricoltura, artigianato e cooperative.

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Nuova operatività ristori Emilia-Romagna

A partire dal 21 novembre ampliata l’operatività dei Ristori da €300 milioni riservati alle imprese colpite dall’alluvione in Emilia-Romagna. La nuova misura, destinata a indennizzare le perdite di reddito per sospensione dell’attività per un importo massimo concedibile di 5 milioni di euro, è rivolta a tutte le tipologie di impresa con un fatturato estero minimo pari al 3%.


Quali altri provvedimenti contribuiscono a tagliare l’inflazione

Il ministro ha elencato anche tutti gli altri provvedimenti che hanno lo scopo di ridurre l’inflazione contenute nella legge di bilancio. Tra questi ci sono il taglio al cuneo fiscale, le risorse per il rinnovo dei contratti pubblici, la perequazione delle pensioni e le misure per le famiglie e per l’occupazione femminile. A questo ha aggiunto il rifinanziamento della carta ‘Dedicata a Te’,  per tutto il 2024, che ha il compito tra gli altri di rilanciare i consumi. Infine il ministro ha citato come provvedimento a favore dei consumi il rinvio delle Sugar e Plastic Tax, “la cui introduzione avrebbe indotto le aziende della filiera a intervenire sui prezzi, facendoli incrementare a discapito degli utenti finali”.

Il trimestre anti-inflazione non è sufficiente secondo i consumatori

Assoutenti in una nota pubblicata ieri però denuncia il rischio di una pericolosa spirale inflattiva. “I prezzi in Italia faticano a diminuire – afferma il presidente Furio Truzzi – In particolare la voce “alimentari e bevande” continua a registrare una inflazione altissima, pari al +8,5% annuo, equivalente ad una maggiore spesa per 654 euro all’anno per una famiglia con due figli solo per mangiare. Una situazione su cui pende la spada di Damocle del caro-bollette, con la guerra scoppiata in Israele che ha fatto impennare le quotazioni dell’energia e potrebbe presto avere effetti diretti sulle tariffe di luce e gas in Italia – avverte Truzzi – Un rincaro dei costi energetici determinerebbe un rialzo a cascata dei listini al dettaglio in tutti i settori, con una nuova spirale inflattiva a danno dei consumatori”. Continua poi Truzzi: “Va bene lanciare panieri trimestrali salva-spesa, ma ciò che più di tutto serve adesso è un intervento sulla tassazione dei beni energetici, dalle bollette ai carburanti, essendoci ampi margini di manovra per operare in tal senso a beneficio non solo dei consumatori, ma dell’intera economia nazionale”.

A quanto è oggi davvero l’inflazione

I dati dettagliati sull’andamento dell’inflazione sono stati forniti da Federconsumatori, sulla base di quanto rilevato dall’Istat, che conferma come il tasso di inflazione sia al 5,3%, con un aumento del +0,2% su base mensile. Il carrello della spesa si attesta, invece, al +8,1%. Con l’inflazione a questi livelli le ricadute per ogni famiglia, in termini annui, sono pari ad un aggravio di 1.579,40 euro.

Continuano a preoccupare i costi dei beni alimentari, il cui tasso, seppure in discesa si attesta sempre su livelli elevatissimi, al +8,4%, che si traduce in un aggravio di 471 euro anni a famiglia.

A tutto ciò si aggiungono gli aumenti sul fronte dell’energia, quelli già decisi (+18,6% per l’elettricità e +4,8% per il gas, per i clienti sul mercato tutelato) e quelli che, a causa dei conflitti in atto, potrebbero aggravare una situazione già precaria. “Di fronte ad una crisi così accentuata risulta sempre più evidente come il trimestre anti-inflazione si configuri sempre di più come un’operazione di facciata, tra l’altro non priva di criticità nella sua applicazione, del tutto insufficiente a dare respiro alle famiglie.” – Afferma Michele Carrus, Presidente Federconsumatori. Le proposte sul tavolo sono molto più drastiche e vanno dalla proroga del mercato tutelato di un tempo congruo, fino alla riforma delle accise e degli oneri di sistema sui beni energetici e carburanti. Inoltre Federconsumatori chiede di rimodulare l’Iva sui generi di largo consumo (con un risparmio di oltre 531,57 euro annui a famiglia).