Una perdita di quasi 3 miliardi è quella con la quale ha chiuso l’anno. Il 2022 della società di telefonia si è chiuso con una perdita di 2.925 milioni di euro (-8.652 milioni di euro nell’esercizio 2021). La società ha scontato l’effetto negativo di oneri netti non ricorrenti per 2.431 milioni di euro (8.692 milioni di euro nell’esercizio 2021). Il dato emerge dal bilancio che è stato approvato oggi dal cda ma non è una sorpresa, il direttore finanziario Adrian Calaza aveva preannunciato il rosso ricordando, in occasione della presentazione dei conti preliminari, la svalutazione degli asset fiscali per quasi 2 miliardi fatta a novembre che aveva portato i conti dei 9 mesi in profondo rosso (per circa 2,7 miliardi), con lo stralcio delle attività per imposte anticipate. L’ebit torna positivo per 606 milioni.
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In giornata è stata rifiutata anche l’offerta di Cassa depositi e prestiti a Tim
Il Consiglio di Amministrazione di Tim ha valutato l’offerta non vincolante presentata dal consorzio composto da CDP e Macquarie per l’acquisizione di una società che gestirà principalmente la rete fissa, gli asset e le attività di FiberCop e la partecipazione in Sparkle (Netco). In precedenza, KKR aveva presentato un’offerta non vincolante per l’acquisto di una partecipazione in Netco.
Nonostante il CdA abbia espresso apprezzamento per l’interesse mostrato dal consorzio, ritiene che l’offerta non rifletta il valore dell’asset e le aspettative di Tim. Lo stesso giudizio è stato espresso riguardo all’offerta presentata da KKR.
TIM sta monitorando attentamente la situazione e valutando le possibili opzioni per massimizzare il valore dell’asset e soddisfare le aspettative degli azionisti. L’azienda continuerà a lavorare per migliorare il proprio posizionamento strategico e assicurare la sostenibilità a lungo termine delle sue attività.