Negli Stati Uniti è il giorno del voto alla Camera sul ddl per innalzare il debito: il provvedimento ha superato le forche caudine della Commissione per le regole che ha dato ok per il rotto della cuffia ma la battaglia al Congresso sembra appena iniziata. A destra si urla che i tagli di spesa approvati non siano sufficienti e si punta a silurare la legge, mentre dall’altra parte gli estremisti dell’area democratica ribattono che gli stessi tagli siano troppo alti. Entro il 5 giugno la manovra va approvata anche dal Senato per evitare che il Tesoro veda svuotarsi le casse e non sia più in grado di pagare i debiti. Sarebbe la prima volta nella storia americana. Attualmente il limite massimo prefissato è di 31,4 miliardi di dollari, una cifra record, ma che il governo di Washington è ormai sicuro di oltrepassare.

Debito Usa 2023 le previsioni

Biden e McCarthy sono convinti di avere voti a sufficienza per far passare il disegno di legge prima del 5 giugno ma gli economisti sono scettici sull’accordo per alzare il limite del debito federale che, dicono, «avrebbe solo un piccolo effetto sull’inflazione ancora alta, perché fa poco per ridurre la spesa pubblica cresciuta rapidamente durante la pandemia di Covid-19 e le sue conseguenze». Secondo gli economisti di JPMorganChase l’accordo ridurrà la spesa federale di circa lo 0,2% del PIL rispetto alle proiezioni precedenti ma la spesa militare aumenterebbe di circa il 3% nell’anno fiscale 2024

E gli effetti della preoccupazione crescente si stanno ripercuotendo sui mercati che restano deboli. Oltre alle incertezze per il tetto del debito USA, i listini risentono anche dei dati deludenti sull’attività manifatturiera in Cina. Nel frattempo per oggi sono attesi anche i prezzi al consumo di Germania, Francia e Italia e domani dell’Eurozona.

Secondo le previsioni l’inflazione generale potrebbe decelare (dal 7% al 6,3%) grazie al ridimensionamento dei prezzi energetici e alimentari. Il dato da monitorare con più attenzione sarà quello ‘core’, atteso in marginale rallentamento (5,5% da 5,6%). Solo un’inflazione ‘core’ ben al di sotto delle attese potrebbe portare il mercato a ridurre le aspettative sui rialzi dei tassi da parte della Bce (al momento 2 da 25 punti base l’uno, entro settembre).