Superbonus Manovra

Il prossimo appuntamento con le associazioni di cittadini e di imprenditori per discutere di come la Manovra cambierà il Superbonus è fissato per l’11 novembre con il vice ministro all’economia Maurizio Leo. Giancarlo Giorgetti, che pure ha presenziato a tutti gli altri incontri non ci sarà. Indiscrezioni dicono che la patata bollente Superbonus sia passata al vice.  La riunione che era in programma martedì è saltata e forse è meglio così, anche perché quando in manovra è spuntato un intervento sul Superbonus sono in molti a essere saltati sulla sedia. “Il testo del DDL di bilancio lascia non solo perplessi, – scrive in un comunicato il Cnl – ma indignati perché nonostante le dichiarazioni del ministro Giorgetti in conferenza stampa del 16 ottobre di non intervenire sulla questione Superbonus, di fatto interviene smentendo se stesso scegliendo di accanirsi ulteriormente contro il settore dell’edilizia con 3 nuovi balzelli ignorando totalmente le sofferenze già provocate e mai risolte ad imprese, committenti e professionisti intrappolati dal blocco delle cessioni dei crediti fiscali”.

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Nuova operatività ristori Emilia-Romagna

A partire dal 21 novembre ampliata l’operatività dei Ristori da €300 milioni riservati alle imprese colpite dall’alluvione in Emilia-Romagna. La nuova misura, destinata a indennizzare le perdite di reddito per sospensione dell’attività per un importo massimo concedibile di 5 milioni di euro, è rivolta a tutte le tipologie di impresa con un fatturato estero minimo pari al 3%.


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Cosa prevedono i nuovi interventi sul Superbonus della Manovra

A far scattare la protesta è stato un piccolo articolo che contiene però cambiamenti che si rifletteranno sul mercato dell’edilizia e sulle tasche di molti cittadini italiani. Nel primo caso si verifica un innalzamento a partire dal 2024 di 3 punti percentuale sulla ritenuta, da 8% a 11% pari ad un aumento del 40% circa, che gli intermediari finanziari dovranno trattenere come acconto sulle imposte sui redditi quando si effettuano i bonifici da parte dei clienti verso imprese e professionisti. “Anche questa volta si è voluto punire le Piccole e Medie imprese e professionisti – continua la nota – privandoli di ulteriore liquidità, già sofferenti da oltre 18 mesi per i crediti incagliati”. Il secondo intervento è mirato alle seconde case e anche in questo caso il Cnl attacca:  “Si vogliono punire i proprietari immobiliari che hanno usufruito del Superbonus per le seconde case nel caso in cui questi vendano l’immobile oggetto di intervento nei cinque anni successivi dalla fine dei lavori su cui dovrà essere tassata la plusvalenza”. E poi ci sono i controlli che hanno lo scopo di verificare se per gli immobili che hanno usufruito del Superbonus 110%  “sia stata presentata, ove prevista, la dichiarazione” di variazione catastale. Il tutto volto a modificare le rendite catastali degli immobili”.

 

Una pioggia di emendamenti da tutti i partiti

Intanto sul tema si sta muovendo anche la politica e da tutti i partiti sono annunciati emendamenti proprio su questo articolo. Sono in molti nei corridoi a temere le nuove norme e non soltanto all’opposizione. “Non ci stanchiamo e non ci stancheremo mai di appellarci alla ragionevolezza ed al buon senso della politica – scrive il Cnl rivolgendosi direttamente al ministro – e degli uomini e delle donne che compongono questo Governo invitandoli a risolvere celermente i problemi sollevati e resi a Lei noti, Ministro, ed ai suoi collaboratori, messi ben in evidenza al tavolo tecnico di luglio scorso e che ad oggi risultano ancora irrisolti”. Vengono poi richieste: “Proroghe delle scadenze, moratorie, rilascio garanzie pubbliche a supporto delle cessioni dei crediti e rendere i crediti illimitatamente cedibili e frazionabili come lo erano prima degli interventi del Governo Draghi di cui Lei faceva parte”.

Cosa cambia per i cittadini

Nel frattempo sono circolate le prime proiezioni su cosa cambierà nel 2024 con le nuove leggi. Ad esempio se in un un’abitazione unifamiliare si effettuano lavori 7 mila euro (più o meno è questo il valore medio), fino al 31 dicembre questo valore viene scomputato dal calcolo dell’imponibile. Da gennaio 2024 le cose cambiano, verrà scomputato solo quando siano stati utilizzati cessione del credito e sconto in fattura. Solo quanti hanno portato il Superbonus in dichiarazione continuerà a utilizzare il vecchio sistema. Un’esclusione che, però, riguarderà pochi casi, perché le cessioni hanno riguardato la quasi totalità degli interventi. Chi ha utilizzato la cessione e lo sconto, allora, non potrà scomputare i costi di ristrutturazione dalla base imponibile. In sostanza, i 7mila euro relativi alla ristrutturazione di una unifamiliare andranno tutti a incrementare la plusvalenza. E, su questi, agirà un’aliquota del 26 per cento. Di fatto, nel nostro esempio si pagherà un’extra tassa da circa 3 mila euro. Poi c’è chi ha comprato una seconda casa quattro anni fa e oggi vuole rivendere. Il rischio è che il cambio vada a incidere sulle trattative aperte.