Il Ministro del Tesoro, Giancarlo Giorgetti, solleva serie preoccupazioni riguardo all’impatto economico del Superbonus e mette in luce le sfide finanziarie che l’Italia sta affrontando. In un discorso al forum Ambrosetti, a Cernobbio, Giorgetti ha espresso dubbi sulla sostenibilità del Superbonus e ha richiamato l’attenzione sull’importante questione del bilancio pubblico.
Superbonus, lascia un debito da 80 miliardi
Giorgetti ha criticato aspramente il Superbonus, definendolo una misura che “ingessa la politica economica” e lascia un debito da 80 miliardi di euro saldare fino al 2026. Questo ha sollevato preoccupazioni sulle risorse disponibili per il governo nella prossima manovra economica.
Il Ministro dell’Economia e delle Finanze ha messo in evidenza la norma del 2020 che ha introdotto il rimborso al 110% delle spese di ristrutturazione edilizia come una decisione che ha generato un aumento delle spese senza un piano finanziario adeguato. Ha descritto questa norma come causa di disagio finanziario.
D’altra parte, l’ex Premier Giuseppe Conte ha difeso il Superbonus, sostenendo che ha contribuito a stimolare la crescita economica. Ha sottolineato l’importanza di non cercare un capro espiatorio nel Superbonus, citando i dati che attestano un impatto positivo sulla ripresa economica.
Manovra 2024, come sarà
Giorgetti ha affermato che lo spazio fiscale è limitato ma ha indicato che la prossima manovra si concentrerà su due temi cruciali: il taglio del cuneo fiscale e le politiche per il lavoro e le famiglie. Ha anche discusso della possibilità di scomputare dal disavanzo pubblico le spese straordinarie, come quelle per sostenere l’Ucraina, chiedendo una revisione del patto di stabilità dell’UE. Inoltre, ha menzionato l’opzione delle privatizzazioni come possibile soluzione.
Infine, Giorgetti ha affrontato il tema della tassa sugli extraprofitti bancari, sottolineando che sarà soggetta a miglioramenti nel processo parlamentare. Ha difeso questa imposta come una giusta richiesta dello Stato, sottolineando il sostegno pubblico fornito alle banche negli anni passati.