Non ci saranno altre proroghe al Superbonus 110. A dirlo è stato il ministro dell’economia Giancarlo Giorgetti, rispondendo al question time della Camera. “Non è intenzione del governo – ha chiarito – procedere alla proroga delle misure relative agli interventi nelle forme finora conosciute”. La notizia ha subito suscitato la reazione degli imprenditori edili. La prima a esprimere preoccupazione è stata la presidente dell’Ance Federica Brancaccio, che spiega: “Reputiamo questo un governo responsabile, escludiamo che possa abbandonare famiglie e imprese incolpevoli. Quella del ministro dell’Economia è una chiusura sulle forme attuali, ma mi sembra anche si stiano interrogando su quella che può essere una soluzione, magari in un’altra formula”.
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La soluzione c’è e va adottata subito
L’uscita di oggi del ministro dell’Economia e Finanze non è piaciuta a chi da mesi si sta muovendo per trovare una soluzione. “Dopo diversi mesi e vari progetti con una serie di discussione con il ministero dell’economia – dice Domenico Passarella, vicepresidente della Federazione Nazionale delle Progettazioni, Costruzioni e Infrastrutture CNL – è arrivata solo la proroga delle unifamiliari nel mese di agosto. Abbiamo preparato un articolato di legge, chiesto dal consigliere economico del ministro, ma non è stato portato quasi niente delle nostre proposte, che potevano risolvere il problema. Se non si risolvono questi problemi il disastro in termini economici sarebbe altissimo. Sono 24 miliardi le compensazioni di crediti fiscali e poi c’è il rischio che ci siano 35 miliardi all’anno a carico dello stato, tra Naspi e fallimenti e in questo quadro non si considerano le garanzie di stato da rilasciare. Tutto questo deve portare il governo a rivedere la posizione”.
Il 30 novembre è l’ultimo giorno per cedere i crediti da Superbonus 110 per molti italiani
Intanto il tempo sta passando e sono sempre di più gli italiani che temono di perdere i propri soldi, anche perché il 30 novembre è il termine ultimo perché i committenti privati possono accedere alla cessione del credito con la remissione in bonis, per le spese sostenute al 31 dicembre 2022. Bisogna trovare qualcuno disposto ad assorbire quei crediti che sono 7 miliardi, altrimenti si perde un quarto dell’investimento che è la prima annualità. C’è un annuncio di Poste Italiane che dice che il 10 ottobre dovrebbe riaprire limitatamente a 50 mila euro di acquisto, ma se uno ha già venduto 150 mila euro non è ammesso.
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