Banche e assicurazioni hanno la capienza per assorbire 17,4 miliardi di euro sui 19 miliardi di crediti cosiddetti incagliati di Superbonus e altri bonus edilizi. Lo ha affermato il direttore dell’Agenzia delle entrate, Ernesto Maria Ruffini, alla commissione Finanze della Camera. «Considerando le rate dei bonus edilizi attualmente a disposizione delle banche per il 2023, pari a circa 9,5 miliardi di euro, risulterebbe una capacità di acquistare e assorbire in compensazione ulteriori bonus edilizi per circa 7,2 miliardi» ha affermato Ruffini. «La situazione si riferisce all’intero sistema e, quindi, risulta differenziata con riferimento alle singole banche. Alcune hanno sostanzialmente esaurito la “capienza fiscale” per l’acquisto di ulteriori crediti, mentre altre avrebbero ancora ampi margini» ha aggiunto Ruffini. Eppure le banche nei giorni scorsi hanno sostenuto di aver esaurito la loro capacità fiscale, ovvero la possibilità di acquistare crediti: i numeri dell’Agenzia delle Entrate dicono tutt’altro.

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Superbonus 110%, ultime notizie: le assicurazioni hanno una larga capienza

Ma la vera novità è la stima della capienza delle compagnie assicurative: «Risulta che le compagnie di assicurazione versino 13,5 miliardi di tributi e contributi e utilizzino in compensazione crediti non edilizi per 2,3 miliardi”. Togliendo da questi 13,5 miliardi oltre ai crediti non edilizi da 2,3 miliardi anche la rata per il 2023 dei crediti edilizi pari a 1 miliardo, Ruffini deduce che le assicurazioni hanno uno spazio fiscale ancora più ampio di quello delle banche, pari a 10,2 miliardi nel 2023. “Solo 15 compagnie assicurative su 120 hanno acquistato sin qui bonus edilizi” ha aggiunto il direttore dell’Agenzia delle entrate. Tra quelle che non lo hanno fatto anche “alcune compagnie di rilevanti dimensioni”. Nei prossimi anni banche e assicurazioni avranno una capienza ancora maggiore per assorbire i crediti delle imprese edili: 17,1 miliardi complessivi per ciascun anno dal 2024 al 2026 e 26,2 miliardi dal 2027 al 2031. “Si può ragionevolmente ritenere che le rate annuali dei crediti in capo alle imprese del settore delle costruzioni potrebbero essere assorbite dal sistema bancario e assicurativo” ha concluso Ruffini.

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