A poche ore di distanza dallo stop di Banca d’Italia alle operazioni del gruppo Conto Arancio in Italia per carenze nell’applicazione della normativa sull’antiriclaggio, arriva l’intervento del Codacons.
Il Coordinamento delle associazioni per la difesa dell’ambiente e dei diritti degli utenti e dei consumatori (Codacons) ha presentato un esposto sulla decisione della banca centrale nei confronti dell’istituto di Amsterdam, alla Procura di Roma e all’Antitrust. Con il primo reclamo l’associazione vuole “verificare se il mancato rispetto delle norme in tema di antiriciclaggio possa avere conseguenze sul piano penale”; con il secondo viene chiesto all’Antitrust di “accertare la correttezza sul fronte dell’acquisizione di nuova clientela”.
Carenze nell’applicazione della normativa sull’antiriciclaggio. È questa la motivazione dello stop imposto da Banca d’Italia all’apertura di nuovi conti per la succursale italiana di Ing Bank del gruppo Conto Arancio. La misura, resa nota nella mattina di ieri 17 marzo, non tocca i rapporti già in essere, quindi i clienti che hanno già un conto con Ing non sono interessati dal provvedimento.
Il provvedimento è stato preso dalla banca centrale italiana il 12 marzo scorso dopo un’attività ispettiva iniziata l’ottobre 2018 e conclusa il 18 gennaio.
“Ing Bank”, scrive l’autorità di vigilanza, “ha comunicato di essere già attivamente impegnata nel rafforzare il suo complessivo sistema dei controlli antiriciclaggio. L’impegno a realizzare rapidamente un piano di rimedio per affrontare e rimuovere le carenze della succursale italiana consentirà alla Banca d’Italia di verificare che le debolezze sul fronte antiriciclaggio siano pienamente rimosse al fine di poter revocare il provvedimento”.
“In stretta collaborazione e accordo con Banca d’Italia, Ing Italia sospenderà le attività di acquisizione di nuovi clienti”, risponde l’istituto di credito, “durante il periodo necessario per approfondire i piani di miglioramento” con l’autorità di vigilanza. Ing assicura inoltre che continuerà a offrire pieno servizio ai clienti esistenti in Italia. Nei prossimi giorni Ing lavorerà con impegno per indirizzare le mancanze e risolvere le criticità identificate”.
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La decisione di Bankitalia si basa su due norme di legge citate nella nota ufficiale. La prima è l’articolo 7, comma 2 del decreto legislativo 231/07 di attuazione della direttiva 2005/60/Ce sulla prevenzione dall’utilizzo distorto del sistema finanziario per finalità di riciclaggio di denaro. Questo comma riconosce alle autorità di vigilanza (come Bankitalia) l’attività di controllo sulle “(…) modalità di adempimento degli obblighi di adeguata verifica del cliente, l’organizzazione, la registrazione, le procedure e i controlli interni volti a prevenire l’utilizzo degli intermediari e degli altri soggetti che svolgono attività finanziaria (…)”.
Il secondo riferimento legislativo su cui si basa il blocco dei nuovi conti italiani Ing è l’articolo 79, comma 4 del Testo unico bancario: “in caso di violazione o di rilevante rischio di violazione da parte di banche comunitarie delle disposizioni relative alle succursali o alla prestazione di servizi nel territorio della Repubblica”, Banca d’Italia ha il potere di emanare “(…) le misure necessarie a prevenire o reprimere irregolarità relative a tali irregolarità, compresa l’imposizione del divieto di intraprendere nuove operazioni, la sospensione dei pagamenti e la chiusura della succursale (…)”.
L’istituto bancario dei Paesi Bassi specilizzato in assicurazioni e banking presenta un precedente simile nel recente passato. L’anno scorso le autorità olandesi hanno comminato al gruppo una multa da 675 milioni, più la restituzione di 100 milioni di euro, per “carenze nei controlli su attività criminali e prevenzione del riciclaggio”.