Nuovi incentivi e percorsi di ricollocazione per i 1.820 lavoratori Stellantis in uscita, che rappresentano il 3,7% dei 49.000 dipendenti italiani dell’azienda guidata da Carlos Tavares. È quanto prevede l’accordo firmato tra l’azienda e Fim, Uilm, Fismic, Uglm, Aqcfr, che lo definiscono un accordo “positivo” che ridurrà in Stellantis l’utilizzo di ammortizzatori sociali “che stanno impattando negativamente sui redditi dei lavoratori”. Grande assente la Fiom che si sfila dall’intesa e non firma:
«Se si considerano le uscite già previste fino ad oggi si arriva ad oltre 4.000 lavoratrici e lavoratori in meno dal 2021 – spiega Simone Marinelli, coordinatore nazionale automotive -un piano complessivo sulle missioni degli enti centrali, di staff e della maggior parte degli stabilimenti e senza un piano sull’occupazione che preveda un reale ricambio generazionale. La transizione ecologica impone un confronto serio sulle competenze e sull’occupazione, ma il risultato di questi accordi è che la maggioranza di chi ha deciso di uscire sono lavoratori e lavoratrici giovani».
La Fiom punta il dito contro l’azienda
Le tute blu della Cgil chiedono strumenti più idonei per garantire lavoro e attività produttiva: «Non si può continuare a navigare a vista senza avere prospettive a medio, lungo termine». E chiamando in causa il Governo, perché «intervenga nei confronti dell’azienda e si apra immediatamente un confronto anche sulla filiera».
Per i lavoratori che possono raggiungere la pensione entro 48 mesi, gli incentivi garantiranno per i primi 24 mesi, incluso il trattamento di Naspi, il 90% della retribuzione e per i restanti 24 mesi il 70% della retribuzione più un importo pari ai contributi volontari da versare, mentre per gli operai che non raggiungono la pensione, l’incentivo sarà pari 24 mensilità e comunque a non meno di 55.000 euro, a cui vanno aggiunti 20.000 euro nel caso in cui si risolva il rapporto di lavoro entro il 30 settembre.
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Previsti incentivi alla pensione
Diverso il discorso per gli impiegati e i quadri che non raggiungono la pensione, che riceveranno un incentivo in base all’età, in ogni caso non inferiore a 55.000 euro e a cui si aggiungeranno 20.000 euro se il rapporto di lavoro si risolverà entro il 30 settembre. Concordato inoltre, per impiegati e quadri, un nuovo strumento per favorirne la rioccupabilità, detto ‘active placement’, con cui la risoluzione del rapporto di lavoro con l’azienda avverrà nel momento in cui la persona, sempre su base volontaria, accetti un altro impiego già concretamente individuato presso una società terza, con la formalizzazione scritta del nuovo contratto di lavoro. Fuori da questo percorso eventuali reimpieghi in Iveco, CNHI e Ferrari.