Il Decreto-legge approvato dal Consiglio dei Ministri prevede che, per i bonus edilizi maturati da ora in poi, non sarà più possibile usufruire dello sconto in fattura e della cessione dei crediti. Ciò comporterà delle conseguenze sulla filiera delle costruzioni e dei settori ad essa collegati. Tuttavia, sarà ancora possibile detrarre le spese sostenute dalla dichiarazione dei redditi. Per quanto riguarda i condomini, è verosimile che solo pochi eletti con redditi elevati potranno accedere al Bonus, nonostante si stimi che circa 3,1 milioni di edifici potenziali possano beneficiarne.
Come funziona il bonus con quoziente famigliare
Per le villette (9,3 circa. milioni di edifici potenziali) si potrebbe ricorrere al Bonus con riferimento al quoziente familiare che prevede redditi piuttosto bassi, poco compatibili con l’importo delle detrazioni di cui si potrebbe eventualmente usufruire. Senza entrare nel merito degli abusi e business illegali che si sono verificati in talune situazioni e sulle motivazioni economiche/politiche per il bilancio dello stato.
Quali sono le possibile conseguenze del decreto
Le possibili conseguenze del suddetto decreto potrebbero essere le seguenti: continueranno ad usufruire dei Bonus i condomini di Pregio, dagli alti valori immobiliari, abitati da Condòmini abbienti, dai redditi elevati, a scapito dei Condomini di periferia, dai minori valori immobiliari, abitati da Condòmini dai redditi limitati. Le villette avranno le conseguenze peggiori, essendo presumibilmente molto limitati coloro i quali potranno aver accesso ai bonus. La filiera delle Costruzioni subirà un forte contraccolpo con presumibili chiusure di molte imprese e perdita di posti di lavoro; (Secondo Confimi Edilizia si mette a repentaglio il futuro di almeno 20 mila aziende dell’edilizia e oltre 100 mila posti di lavoro). C’è il rischio di una perdita delle spese tecniche da parte di coloro i quali, essendo venuto meno lo sconto in fattura/cessione del credito, avessero sostenuto delle spese, per verificare la fattibilità preliminare dei bonus edilizi. Inoltre verranno meno i potenziali risparmi sulle bollette per le famiglie che avrebbero usufruito dei bonus. Si rischiano acnhe degli effetti negativi del rallentamento dell’indipendenza energetica dell’Italia da altri paesi, ma anche degli effetti dannosi che il rallentamento della riqualificazione energetica degli immobili avrà sull’ambiente e sulla Vita delle persone. Bisogna infatti tenere conto del fatto che il 40% dell’inquinamento atmosferico in Italia deriva dagli immobili, residenziali e non (Fonte ENEA). Gli edifici a destinazione d’uso residenziale risultano pari a 12,42 milioni, con quasi 32 milioni di abitazioni. Oltre il 65% di tale parco edilizio ha più di 45 anni, ovvero è precedente alla legge n. 373 del 1976, prima legge sul risparmio energetico. Il 22% della superficie utile riscaldata è relativo ad un’epoca di costruzione precedente il 1945 ed un ulteriore 42% all’epoca 1946-1980. L’Italia nel 2019 era il paese in Europa con il record di malattie dovute all’inquinamento. (Fonte Agenzia Europea per l’Ambiente) e nel 2019, risultavano installate 19 milioni di caldaie in Italia. La maggior parte di esse sarebbe caratterizzata da bassi rendimenti ed emissioni elevate (Fonte Assotermica).
Sei spunti per migliorare il sistema dei bonus edilizi
- Fare un piano strategico di lungo termine di riqualificazione energetica, Privilegiando la riqualificazione degli immobili di dimensioni più elevate/inquinanti, a partire dalla classe energetica, ubicati nelle zone più inquinate (eventualmente con abitanti dai redditi bassi);
- Prevedere una Certificazione delle Imprese/Società che si occuperanno della Riqualificazione Energetica degli immobili;
- Dare certezza agli operatori della filiera del settore delle costruzioni, sulle tempistiche, senza “cambi in corsa”, affinché possano fare gli investimenti del caso e adeguare la loro organizzazione/produzione/approvvigionamento dei materiali sulla base di un piano pluriennale;
- Fare eventualmente per talune aree/zone dei bandi pubblici appaltando “pacchetti” di immobili, usufruendo in tal modo di sconti sui prezzi di listino, dovuti a economie di scala;
- Attuare delle manovre per calmierare i prezzi/costi dei materiali (lievitati durante il periodo dei Bonus);
- Vincolare la fattibilità degli interventi di Riqualificazione energetica all’analisi Preliminare Cost Optimal (Direttiva 210/31/UE), metodologia utilizzata da WiP, che permette di valutare differenti soluzioni di efficientamento energetico tenendo in considerazione non solo le variabili energetico-architettoniche ma anche quelle economiche, in termini di costi di investimento, costi di manutenzione e funzionamento e degli eventuali costi di smaltimento. Il concetto di “ottimalità di costo” è definito come il livello di prestazione energetica che porta al costo più basso durante il ciclo di vita economico stimato dell’edificio. La novità metodologica è rappresentata dall’indicatore economico utilizzato nell’analisi, il costo globale, ovvero il costo lungo il ciclo di vita dell’intervento di efficientamento stesso.