L’Esm e i controlimiti costituzionali all’armonizzazione europea

La colpa è delle case automobilistiche: sono loro che devono pagare il conto. Questo è il principio che ha guidato il governo di Angela Merkel (nella foto) verso un’intesa per ridurre l’inquinamento in Germania e scongiurare i divieti di circolazione dei motori diesel che sono spuntati come funghi in molte grandi città del Paese, senza che i costi ricadano sugli automobilisti. Il documento firmato e presentato dai tre leader dei partiti che guidano la Große Koalition prevede da una parte sconti e premi per i proprietari di veicoli diesel Euro 4 ed Euro 5 che vogliono acquistare un’auto nuova o usata di ultima generazione, dall’altra  la possibilità di rinnovare il sistema tecnologico che regola lo scarico delle auto Euro 5 con dei moderni retrofit (un sistema di riduzione catalitica selettiva) capaci di ridurre le emissioni, installati e pagati dalle case automobilistiche. In Germania ci sono 3,1 milioni di auto diesel Euro 4 e 5,7 milioni di Euro 5 diesel: oltre il 20% delle auto circolanti nel Paese. Si parla di almeno 3mila euro per ogni retrofit installato e di sconti che, a secondo del modello, potrebbero andare dai 3 mila agli 8 mila euro.Il governo scrive che «le case automobilistiche tedesche hanno acconsentito», ma in realtà non è del tutto vero. Dopo la pubblicazione del documento, Opel, ormai di proprietà del gruppo francese Psa, si è detta del tutto contraria e Volkswagen ha deciso di pagare solo in parte il costo del retrofit e della sua installazione, ma a patto che non venga ritenuta responsabili di eventuali danni al motore. Daimler e Bmw hanno preso tempo.