Ville d’epoca, spazi museali, hotel, agriturismi sono solo alcuni degli spazi che URBNX – il nuovo marketplace digitale che permette di trovare una postazione di lavoro attrezzata – mette a disposizione degli utenti per contrastare i disagi dello smartworking dal tavolo della cucina.

Smart working, dove e come lavorare senza stress

Nel 2022 in Italia il lavoro da remoto è stato utilizzato infatti da circa 3,6 milioni di persone, un numero che, secondo i dati previsionali per il 2023, subirà un leggero aumento. Negli Stati Uniti, invece, una ricerca condotta a luglio 2022 su 2.300 lavoratori da Owl Labs e dalla società di consulenza sul lavoro a distanza Global Workplace Analytics, ha rilevato che, se venisse meno la possibilità di lavorare da remoto, due terzi (66%) dei lavoratori cercherebbe un nuovo lavoro e il 39% addirittura si licenzierebbe. Inoltre, un lavoratore su due (52%) accetterebbe una riduzione di stipendio del 5% o più per avere flessibilità nel luogo di lavoro, mentre il 23% accetterebbe anche una riduzione di stipendio del 10% o più.

Dalla pandemia in poi, insomma, ci siamo abituati a lavorare in modo molto più flessibile ma abbiamo anche scoperto l’altro lato della medaglia: lo stress di farlo compressi tra le mura di casa, in condizioni che inibiscono la concentrazione, portano a dilatare l’orario di lavoro con conseguente sovraesposizione alla tecnologia e all’annullamento delle relazioni sociali.

Lavoro agile, dove si può svolgere

Giovanni Peracin e Alberto Nathansohn, due manager di lunga esperienza nel mondo della moda e del retail, hanno messo a punto URBNX (sia app che sito) partendo da tre motivazioni:

  • Continuare a lavorare agevolmente ma in luoghi di prossimità inusuali e molto caratterizzati, adeguatamente attrezzati e tranquilli che permettono anche di relazionarsi con il mondo esterno
  • Abbattere costi (ambientali ed economici) e spostamenti in auto o mezzi pubblici, favorendo la rinascita delle attività di vicinato creando luoghi di lavoro e opportunità di indotto anche lontani dalle grandi città
  • Generare nuove opportunità e nuovo reddito per gli spazi inutilizzati di hotel ma anche di aree culturali, di punti enogastronomici…

Urbnx: “Leave The Stress Out Of Your Home”

Spiega Giovanni Peracin: «Fare home working è gestire un team che vive a distanza e non interagisce più come prima; un ufficio in casa che quasi mai è una stanza separata, con i figli e/o i partner intorno e diverse call/riunioni digitali, senza più un orario di servizio. Per non parlare delle relazioni che colano a picco, ridotte ad uno schermo con cui dialogare in solitudine ogni giorno. Una condizione che per due lunghi anni abbiamo tutti vissuto e sofferto. È così che Alberto ed io, abituati invece ad una vita super dinamica, sempre a contatto con i collaboratori e con i clienti in tutto il mondo, abbiamo voluto dare un contributo al mondo del lavoro, realizzando un progetto innovativo che portasse valore alle persone, alle aziende e a tutto il territorio per fare del vero Smart Working».

Aggiunge Alberto Nathansohn: «La piattaforma è già attiva, per chi è alla ricerca così come per chi vuole mettere a disposizione uno spazio di lavoro. In questo momento siamo focalizzati sull’implementazione dell’offerta»

Sostenibilità di vita e nuovo reddito per spazi chiusi

Anche i dati divulgati a livello italiano ed internazionale confermano la diffusione di una modalità agile di lavoro, coniugato ad un aumento dei costi dell’energia che incentiva le aziende a prevedere per alcuni giorni la settimana lo smartworking, assicurandosi fino a 500 euro l’anno di risparmio per ciascuna postazione (Osservatorio Polimi).

In questo scenario, rimane centrale il benessere del lavoratore che deve continuare a gestire la quotidianità, gli incontri e le riunioni in un ambiente attrezzato ed idoneo a pochi passi da casa, dove lasciare le incombenze famigliari e dove godere del proprio tempo libero. URBNX risponde proprio a queste nuove esigenze: sostenibilità di vita, ambientale, creazione di nuovo reddito e ripopolamento di aree e spazi rimasti deserti o chiusi dal 2020.