Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden e i parlamentari democratici hanno elogiato “l’azione decisa” intrapresa ieri dalle agenzie federali del settore finanziario per tutelare i correntisti della Silicon Valley Bank, finita in default la scorsa settimana, e per dare un segnale di tenuta sistemica del settore bancario prima della riapertura dei mercati di oggi.
I conti correnti saranno garantiti dal denaro pubblico
Il dipartimento del Tesoro, la Federal Reserve e la Federal Deposit Insurance Corporation (Fdic) hanno infatti annunciato congiuntamente che i correntisti della banca in default avranno libero accesso ai loro fondi. “Il popolo e le aziende americane possono stare sicuri che i loro depositi bancari saranno a disposizione quando ne avranno bisogno”, ha commentato Biden tramite una nota nella giornata di ieri, anticipando ulteriori dichiarazioni in merito alla protezione del sistema bancario nel corso della giornata di oggi. “Mi impegno fermamente a porre i responsabili di questo disastro di fronte alle loro responsabilità e a proseguire i nostri sforzi per rafforzare la supervisione e la regolamentazione delle grandi banche perché non si trovino di nuovo in questa posizione”, aggiunge la nota del presidente Usa.
Si erano intensificate nel fine settimana le pressioni sull’amministrazione del presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, perché offra un salvagente ai clienti più esposti verso la Silicon Valley Bank (Svb), divenuta nei giorni scorsi il più grande istituto di credito in default dopo la crisi finanziaria del 2008. Lo scrive il quotidiano “Washington Post”. Dirigenti dell’industria tecnologica, ex funzionari governativi e almeno due legislatori democratici hanno chiesto alle autorità federali di garantire sui depositi più importanti e non assicurati nel caso in cui non dovesse essere trovato entro domani un potenziale acquirente per la banca. Il fallimento della Svb, avvertono, potrebbe innescare un effetto domino e costringere le aziende del settore tecnologico, di cui la banca è stata in questi anni grande finanziatore, a licenziare migliaia di dipendenti. Molte aziende, inoltre, potrebbero decidere di ritirare i propri asset in banche regionali simili alla Svb, scegliendo istituti più grandi ma innescando, potenzialmente, una nuova fase di destabilizzazione per il sistema.
Il Congresso finge di storcere il naso, ma dirà di sì
È possibile che il piano di salvataggio richieda un passaggio al Congresso, attraverso una legge che istituisca un fondo assicurativo con i soldi dei contribuenti statunitensi. Generalmente tali fondi coprono solo i depositi fino a 250 mila dollari, una cifra che tuttavia è inferiore all’esposizione del 90 per cento dei clienti di Svb. Secondo i critici, utilizzare un eventuale fondo per aiutare i maggiori clienti potrebbe costituire un pericoloso precedente: altre banche, scrive il “Washington Post”, potrebbero aspettarsi un salvataggio da parte delle autorità federali in simili circostanze. Un’altra possibilità è che del salvataggio si facciano carico i maggiori istituti di credito di Wall Street. Anche in questo caso, tuttavia, potrebbe essere necessario un aiuto da parte del governo federale, senza il quale difficilmente le grandi banche del Paese si lancerebbero in un’operazione con simili rischi.