Nuovi megatrend di sviluppo economico a cui ispirare la gestione dei patrimoni; sostenibilità a tutto campo nella costruzione dei portafogli secondo i criteri Esg (Enviromental, social and government); apertura agli asset illiquidi purchè di grande qualità per diversificare l’offerta gestionale alla clientela istituzionale senza trascurare l’opportunità retail offerta dagli Eltif.
Sostenibilità, asset illiquidi (di grande qualità) e megatrend su cui orientare i grandi patrimoni. Sono le tre linee guida seguite da Rothschild & Co Am
Sono le tre linee guida che nel prossimo futuro Rothschild & Co Asset Management seguirà per declinare il suo approccio di sempre, la forza della tradizione coniugata con la costante determinazione a evolvere e captare il futuro.
In questa intervista a Investire, Alessio Coppola, managing director e capo del Sud Europa del gruppo, illustra come tutto questo vada letto in coerenza con lo sviluppo conosciuto nell’ultimo anno, anche grazie alle nuove iniziative intraprese con Banca Patrimoni Sella, con Zurich e con Allianz Bank Financial Advisors, e in generale con l’idea di flessibilità e gestione attiva che Rothschild & Co AM applica al suo agire.
Dunque, tre nuovi progetti: ce li dettaglia?
Il primo riguarda l’introduzione e lo sviluppo nella nostra gamma d’offerta di una serie di strategie tematiche che avranno un focus sull’Europa: scelta non scontata, visto la diffusa tendenza del mercato di riferirsi spesso, nell’individuare i trend, a un universo globale. La nostra riflessione è invece che, essendo noi specialisti sull’Europa, potremo intercettare meglio in quest’ambito alcuni nuovi modelli per costruire soluzioni innovative e offrire ulteriori opportunità di diversificazione per investitori eurocentrici come per esempio sono i risparmiatori italiani.
Qualche esempio?
Il megatrend della demografia, con l’innalzamento dell’età media, la cosiddetta silver age, che determina nuovi consumi e costumi. Oppure l’ambito definito family and enterpreneurs, una soluzione dedicata a società che hanno l’azionista di controllo o di riferimento nella famiglia che ha generato l’impresa, soprattutto small e mid cap.
Il secondo progetto?
La condivisione di un trend globale: quello dell’impact investing e dei parametri Esg, una tendenza generale che seguiremo e guiderà il processo di riconversione degli asset disponibili sul mercato verso soluzioni più coerenti con un obiettivo di sostenibilità ed inclusione. Vedo nei prossimi cinque anni una graduale e naturale conversione del mercato dei servizi finanziari, e noi intendiamo avere un ruolo attivo in questo processo.
Il nostro commitment parte a livello di gruppo: tengo a precisare che Rothschild & Co Asset Management ha deciso di diventare un gruppo a emissioni zero e dunque perseguirà quest’obiettivo tramite un efficiente utilizzo delle risorse e il foot-print of setting credits, anche acquistando cioè crediti ambientali.


Puntiamo allo sviluppo di soluzioni illiquide da includere nella nostra gamma di investimenti, dal private equity al private debt
Il terzo progetto?
Un ulteriore sviluppo delle soluzioni illiquide da includere nella nostra gamma di investimenti, dal private equity al private debt, ad oggi disponibili sotto forme di fondi alternativi riservati alla clientela istituzionale ma che verranno anche arricchiti con la formula Eltif. Insomma necessariamente crescerà la quota parte di strumenti illiquidi per i portafogli che può rappresentare un fattore di diversificazione e supporto ai temi dell’economia reale.
Come si collegheranno questi nuovi progetti con l’impostazione consolidata della vostra attività?
In un modo del tutto coerente e spontaneo. Veda, guardiamo a quanto è stato realizzato negli ultimi dodici mesi. Abbiamo molte importanti novità, ma tutte in totale continuità rispetto alla scelta fondante: posizionarci sul mercato della distribuzione di prodotti finanziari come un provider eccellente di soluzioni a gestione attiva e con ampia delega di gestione. Si, soluzioni flessibili.
Poi ce le riepiloga, ma intanto come definite in Rothschild & Co AM il concetto di flessibilità?
Premetto che il concetto di flessibilità viene spesso associato a un’attività frenetica di riposizionamento dell’asset allocation del portafoglio in funzione delle condizioni di mercato. Tutto vero, per carità, ma nel concreto – come tutti sappiamo nell’industria – questa è più che altro un’iperbole di marketing.
Per noi, invece, la flessibilità va vista e vissuta come un mezzo per raggiungere la creazione di valore sul medio-lungo termine. La possibilità, ma non un obbligo, per il gestore di scegliere momento per momento le asset class più interessanti, mixarle nel modo più appropriato, senza peraltro escludere l’eventualità in cui una strategia di medio-lungo possa subire delle fisiologiche fasi di sotto-performance nel breve.
Cioè: puntare alla concretezza e alla crescita anche al costo di comprimere un po’ il breve?
Direi meglio: il concetto di fondo multiasset o flessibile è spesso legato all’idea di un obiettivo di performance assoluta su base annua: invece non deve necessariamente essere così! Non è questo almeno il nostro obiettivo, sarebbe disguidante. L’obiettivo qualitativo massimo è allocare in piena discrezionalità gli asset rispetto all’obiettivo di creazione di valore che, sul mercato finanziario, l’esperienza ci conferma essere un concetto riscontrabile nel medio termine.
Un discorso sul metodo…
Esattamente. Noi puntiamo a far percepire queste competenze per quel che sono: metodologiche. La storia del nostro gruppo evoca tanti valori, in questo senso: investimenti di lungo termine, rapporto fiduciario col cliente, delega forte, obiettivo costante della miglior tutela attraverso la massima professionalità.
Ecco: il vero comun denominatore è il valore della professionalità affidabile. è stato il principio ispiratore degli ultimi anni di lavoro qui in Italia. Non a caso, il nostro team vede impegnati tre professionisti senior – Paule Ansoleaga Abascal che segue l’offerta sui clienti gestori, Giovanni Balducci, che segue la distribuzione, e io al coordinamento. Ho voluto puntare su profili professionali senior piuttosto che su una struttura mista, pur valorizzando le figure junior nelle preziose attività di supporto, per offrire il massimo valore aggiunto nell’interazione con i nostri partner-clienti e quindi nello sviluppo del business.


Tra le cose importanti che abbiamo realizzato quest’anno c’è il lancio di un fondo co-gestito con Banca Patrimoni Sella, il R-Co Profilo BPA Selection
In collegamento con la casa madre?
Stretto collegamento, direi. Regolarmente abbiamo occasioni di confronto dove vengono condivise le esperienze a livello dei singoli mercati su cui siamo presenti. I gestori ci illustrano i trend del mercato, noi presentiamo le istanze della clientela e coadiuviamo al meglio il loro impegno.
A questo punto ricolleghiamo tutto ciò a quanto avete fatto in Italia nell’ultimo anno…
Beh, su tutto direi tre progetti di assoluto rilievo che sono dirette espressioni di questo nostro approccio. Il primo, il lancio di un fondo co-gestito con Banca Patrimoni Sella – si chiama R-Co Profilo BPA Selection – per offrire un servizio di asset allocation e selection flessibile, in grado di beneficiare dell’interazione tra strumenti tradizionali e alternativi, una soluzione unica nel suo genere.
Poi un accordo molto importante con Zurich finalizzato a un servizio di advisory esclusivo per una delle quattro linee di un nuovo prodotto unit-linked a fondi esterni, lanciato dalla compagnia in questi mesi sul mercato. Un mandato multiasset con un profilo target di volatilità al 9%, che riteniamo un livello appropriato per esprimere appieno l’obiettivo di creazione di valore nell’attuale contesto di mercato. Se considero inoltre l’obiettivo di rendimento sul medio-lungo termine tipico di una polizza vita, questo target del 9% è la dimensione giusta per matchare al meglio esigenze e potenzialità.


L’accordo con Allianz Bank FA prevede l’uso del nostro fondo, R-Co Valor, quale soluzione dedicata all’interno della unit-linked Team Collection
Ultima ma non ultima la partnership con Allianz Bank Financial Advisors…
Sì, partita il 4 luglio scorso. Siamo stati selezionati con il nostro fondo R-Co Valor, un fondo flessibile che ha 25 anni di storia prestigiosa.
Per citare solo alcuni dei riconoscimenti ottenuti consideri che è stato premiato negli ultimi 3 anni consecutivi, dal 2016 al 2018, come miglior fondo nella categoria flessibile da Citiwire.
E’ un fondo che da quando opera ha sempre deliverato un’eccellente performance sul medio-lungo termine. L’accordo con Allianz Bank Financial Advisors prevede l’utilizzo del fondo quale soluzione dedicata all’interno della unit-linked Team Collection.
Dunque partnership come questa sono importanti per voi?
Assolutamente sì, perché confermano l’interesse per i nostri valori, gestione attiva, diversificazione e affidabilità del partner con cui si costruiscono le proprie scelte d’investimento nel tempo. I nostri obiettivi di sviluppo sono chiaramente orientati ad un’ampliamento del network di distributori e allo sviluppo di partnership importanti. Non è semplice costruirle ma è cruciale.
Sempre declinando il vostro concetto di flessibilità?
Sì, per noi come le dicevo flessibilità significa massima delega al gestore nella costruzione e manutenzione del portafoglio, senza vincoli di breve termine. Ebbene, nel caso dell’accordo con Zurich, la flessibilità risiede nelle modalità con cui costruiamo l’asset allocation, con un mandato di advisory rispetto ad un universo di investimenti individuato dalla compagnia.
Nel caso di Banca Patrimoni Sella la flessibilità sta nel modo stesso in cui è stato costruita la soluzione e attraverso l’individuazione degli ingredienti più adeguati per attuarla. Infine nella partnership con Allianz Bank Financial Advisors, con il nostro fondo R-co Valor il concetto di flessibilità è declinata all’interno di un fondo che da oltre 25 anni è sinonimo di gestione attiva e approccio opportunistico sui diversi mercati e asset class.
*Intervista pubblicata sul numero di luglio-agosto