Si può andare a correre in un parco?Per il Corriere no, per Repubblica sì

 

In un momento grave come questo, in cui si chiede giustamente a tutti di fare un sacrificio per contenere la diffusione del Coronavirus, anzi del Sars-Cov-2 per chiamarlo con il suo nome, sarebbe necessaria la massima chiarezza sulle regole da seguire. E invece, no: la confusione è massima su un punto niente affatto secondario, cioè la possibilità o meno di poter andare a fare una corsa o una pedalata al parco. Una questione vitale quando ci si trova improvvisamente confinati da una pandemia degna di un romanzo distopico. Mentre infatti è chiaro che da oggi per uscire di casa e andare a fare le spesa, in farmacia, a comprare il giornale, serve l’autocertificazione con la casella “situazioni di necessità” barrata, non è affatto chiaro se è possibile andare a fare una corsa al parco, anche se non in gruppo e rispettando la distanza di sicurezza di un metro, o una pedalata. I due principali quotidiani nazionali scrivono uno il contrario dell’altro, mentre quello sportivo si lancia in una interpretazione chilometrica e incomprensibile.

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Andiamo con ordine. Il Corriere della Sera di oggi scrive: «Non è consentito andare a correre al parco e fare altri sport all’aperto». Lapidario. La Repubblica ribatte: «Domanda: Ma serve il permesso anche per andare a correre al parco? Risposta: Teoricamente no. Il decreto consente le attività motorie all’aperto in parchi e giardini mantenendo il metro di distanza. L’applicazione di questa norma però non è chiara. Ieri sono stati sanzionati diversi ciclisti bloccati in strada in bicicletta». In effetti nel documento del ministero dell’Interno #coronavirus Le regole per gli spostamenti, che non risulta essere stato modificato, si dice: «lo sport e le attività motorie svolte negli spazi aperti sono ammessi nel rispetto della distanza interpersonale di un metro. In ogni caso bisogna evitare assembramenti». Ma allora qual è la fonte del Corriere della Sera? Tra i due litiganti, Corrierone e Repubblica, prova a fare da paciere non troppo super-partes la Gazzetta dello Sport. E non ci riesce per niente.

L’articolo «Dopo l’ultimo decreto del governo, è possibile andare a correre?» risulterebbe di complessa lettura perfino al più sgamato dei giuristi, figuriamoci ai lettori della Gazzetta on line abituati ad aggiornarsi su calciomercato e allenamenti delle mogli dei calciatori. Ottomila battute ricche di colpi di scena. «Quanto all’attività motoria all’aria aperta il dpcm indica che “lo sport e le attività motorie svolti all’aperto sono ammessi esclusivamente a condizione che sia possibile consentire il rispetto della distanza interpersonale di un metro”. Questa parte della norma si presta a varie interpretazioni» scrive la Gazzetta, che poi aggiunge, criptica: «Tutti noi siamo bravissimi ad applicare le regole agli altri, mentre le eccezioni riguarderebbero ovviamente solo il nostro caso»: ? Ancora: «Prima osservazione è che la norma non dice in alcun modo “potete muovervi sul territorio per allenarvi all’aperto”. Sarebbe in palese contrasto con le finalità indicate nella prima parte (quelle di isolamento sociale, ndr)». Quindi si può correre nel parco da soli ma non si può raggiungere il parco per correre… La mitica Rosa quindi distingue tra attività sportiva e attività motoria, che sarebbe consentita, e specifica trionfante: «Nella definizione di attività motoria spontanea rientrano i gesti motori di base quali camminare, correre, saltare, lanciare, arrampicare, rotolare». Quindi ci si può arrampicare sulle pareti, oppure rotolare a terra anche davanti a una pattuglia di Carabinieri, senza che questi possano eccepire. Meno male che c’è la Gazzetta. Buona quarantena a tutti…