Sharjah, uno degli Emirati Arabi Uniti, confinante con Dubai, ha festeggiato la sua nomina a capitale mondiale del libro Unesco con il grande spettacolo Le mille e una notte: L’ultimo capitolo, all’anfiteatro Al Majaz in occasione della Giornata mondiale del libro. Un colossal teatrale realizzato da un team multiculturale di oltre 500 artisti e tecnici provenienti da 25 nazioni, guidati da Multiple International in collaborazione con 7Fingers e Artists In Motion. Un trionfo di tecnologia scenografica e di straordinarie capacità acrobatiche, in uno spettacolo a metà tra il mondo del circo e quello della danza contemporanea, ma più vicino al primo, che ha appassionato il pubblico. Lo sceicco di Sharjah Sultan bin Ahmed Al Qasimi, capo del comitato per la cerimonia di inaugurazione della Sharjah World Book Capital, ha affermato che l’inedita vicenda di Shaherazade, la protagonista di Le mille e una notte, e quella dei suoi figli raccontata dallo spettacolo vuole portare il messaggio culturale e umanitario di Sharjah al mondo.
Sharjah, che succede ad Atene come capitale mondiale del libro, si è guadagnata la nomina sul campo. La Sharjah Book Fair, nata nel 1982, è l’evento letterario più importante del mondo arabo. Quarta fiera del mondo, è occasione di incontro per addetti ai lavori di diversi Paesi del mondo. Non solo: l’Unesco ha voluto premiare il programma di promozione della lettura nella popolazione, con proposte studiate per coinvolgere anche la folta popolazione di migranti. Irina Bokova, direttore generale dell’Unesco, ha affermato: «Apprezzo la scelta di Sharjah come Capitale Mondiale del Libro e gli sforzi intrapresi dalla città per rendere la lettura disponibile a quante più persone possibili, in particolare le popolazioni emarginate, come motore di inclusione sociale, creatività e dialogo». A Sharjah ogni famiglia ha una libreria di almeno cinquanta volumi, ed è incoraggiata a scambiarli con amici e vicini. Il grande monumento al libro che campeggia in città non è insomma un simbolo vuoto, ma riflette una pratica reale nella quale lo stesso sceicco crede da tempo. Al Qasimi ha affermato: «Nel 1979 ho lanciato un appello per smettere di costruire palazzi di cemento e per costruire conoscenza e cultura. Abbiamo costruito così un patrimonio di quarant’anni di risultati culturali eccezionali, un viaggio di successo per illuminare la mente dell’uomo». E ancora: «Il più grande investimento per un Paese risiede nel costruire generazioni di giovani educati e colti». Nello stesso discorso di saluto al pubblico presente alla prima di Le mille e una notte: L’ultimo capitolo, Al Qasimi ha usato parole quali «Le parole sono più forti delle armi». E ha ricordato lo slogan di Sharjah capitale del libro: Open books open minds (libri aperti, menti aperte), affermando che la lettura permette di imparare il rispetto e di distinguere cosa è giusto e cosa è sbagliato. Affermazioni non molto di moda, nemmeno in Occidente…
Questo spirito di apertura culturale cosmopolita si respira passeggiando sul lungo laguna di Sharjah, dove convivono pacificamente famiglie locali vestite all’occidentale, altre con abbigliamenti più tradizionali, uomini d’affari occidentali in monopattino elettrico, turisti in bermuda. Così come nella zona artistica, ricca di musei di arte contemporanea e di atelier. L’atmosfera è molto meno frenetica rispetto a quella della confinante e scatenata Dubai. Questa apertura non è solo culturale ma anche economica: la zona franca di Sharjah attrae numerose imprese straniere, comprese centinaia di aziende italiane, gran parte delle quali Pmi. Il doppio affaccio sul mare dell’emirato, da una parte sul Golfo Arabo e dall’altro sull’Oceano Indiano, simboleggia il ruolo di ponte tra oriente e occidente. E la finestra su Expo 2020 Dubai fa da acceleratore alla forza attrattiva degli EAU nei confronti delle imprese italiane. Anche perché gli emiratini hanno da sempre un debole per il Made in Italy, specie nelle sue declinazioni più lussuose.