Il nome è tutto un programma: Elite. Che dovremmo scrivere tutto in maiuscolo per rispettare la veste tipografica del programma – appunto – di Borsa Italiana per la formazione e il tutoring delle imprese che vogliono intraprendere un percorso di sviluppo organizzativo e manageriale. Ma più che un programma, è un vero e proprio ecosistema, Elite, oggi parte del Gruppo Euronext, è l’ecosistema che aiuta le piccole e medie imprese a crescere e ad accedere ai mercati dei capitali privati e pubblici. Nata nell’aprile 2012 all’interno di Borsa Italiana, oggi la società è un network di imprenditori di successo, advisor, broker e investitori impegnati nell’aiutare le aziende più ambiziose a trasformare la loro visione in piani strategici e risultati concreti. «Sin dalla sua fondazione, la missione di Elite è stata quella di aiutare le società ambiziose nella crescita sostenibile di lungo periodo, accelerando il processo di accesso a capitali, competenze e networking», spiega a Economy Marta Testi, Ceo di Elite: «grazie a un calendario di workshop e sessioni di coaching, un’offerta di servizi e soluzioni per l’impresa e una rete qualificata di partner e advisor, Elite supporta imprenditori e dirigenti nel miglioramento delle competenze, potenziando il loro piano strategico e le loro opportunità di business». 

Marta Testi, Ceo di Elite

Dall’aprile 2012, oltre 2000 aziende sono entrate a far parte di Elite. E oggi le imprese Elite rappresentano 34 settori, provengono da 23 Paesi, aggregano 99 miliardi di euro di ricavi e occupano 628 mila addetti (dati al 30 novembre 2022, ndr). «In questi primi 10 anni Elite non solo ha contribuito al cambiamento manageriale e strategico delle aziende, ma è anche stata in grado di avvicinare le aziende all’utilizzo di nuove forme di finanza alternativa per la crescita in modo complementare al tradizionale finanziamento bancario», sottolinea Testi: «nell’arco di questi 10 anni, infatti, il dinamismo delle società Elite è stato rilevante. Il 40% delle imprese parte dell’ecosistema ha portato a termine almeno un’operazione di finanza straordinaria e in particolare: 55 aziende si sono quotate raccogliendo oltre 3.7 miliardi di euro, 119 società hanno raccolto 2,8 miliardi di euro attraverso 187 emissioni di debito corporate, oltre 300 aziende hanno concluso almeno un’operazione di M&A, 90 aziende sono state coinvolte in un’operazione di private equity o venture capital». 

Chiamandosi Elite, l’ingresso non può che essere riservato. Da un punto di vista dei parametri economico-finanziari, occorre avere un fatturato superiore ai 10 milioni di euro (o comunque superiore ai 5 milioni di euro, con una crescita comprovata nell’ultimo anno), un risultato operativo che rappresenti almeno il 5% del fatturato, un utile netto positivo… e ovviamente non essere una società quotata. Non si tratta in ogni caso di parametri tassativi, anzi: vengono valutati anche criteri qualitativi come la presenza di un track record di risultati positivi (come la crescita del fatturato, ad esempio, un posizionamento competitivo solido o un progetto di crescita convincente, un management con alta credibilità ed affabilità, un business ambizioso e di alta qualità, una crescita storica e potenziale futuro, la motivazione ad affrontare cambi culturali, organizzativi e manageriali eventualmente necessari per accedere a finanziamenti di lungo periodo. Ma soprattutto, sottolinea Marta Testi, «le aziende che entrano in Elite sono realtà dinamiche e innovative, con ambiziosi piani di crescita e sviluppo in Italia e all’estero». Una volta messo un piede dentro, il programma ha una durata minima di 24 mesi – «per permettere alle aziende di beneficiare di tutti i servizi dell’ecosistema Elite», sottolinea Testi – con la possibilità di rinnovare annualmente la propria membership. Tutto comincia con un training iniziale organizzato in quattro moduli, che crea un comune denominatore tra le aziende parte della medesima classe e tocca i temi cardine per l’imprenditoria italiana, ovvero strategia e internazionalizzazione, organizzazione e corporate governance, sistema di controllo di gestione e la raccolta di capitali. Parallelamente vi è un calendario di workshop annuale, che fornisce un approfondimento verticale su tematiche quali la crescita per linee esterne, la sostenibilità, l’innovazione e la digitalizzazione e la leadership. «In questo percorso l’azienda viene stimolata a condividere e implementare le best practice internamente, con la possibilità di attivare delle attività di coaching su tematiche specifiche», chiarisce la Ceo di Elite. «Normalmente nella fase iniziale partecipano soprattutto il Ceo e il Cfo, mentre di volta in volta nella partecipazione ai workshop Elite vengono coinvolte le persone che in azienda si occupano di quella specifica tematica (HR Manager, Cio, Export Manager)».

I vantaggi? Se è difficile creare delle medie, in quanto ciascuna azienda decide quanto accelerare il proprio percorso all’interno dell’ecosistema, andando quindi a beneficiarne in misura diversa, diversi studi basati sui principali indicatori aziendali hanno dimostrato come le società parte del network ottengano migliori performance di crescita, resilienza e sostenibilità rispetto ai propri competitor. La crescita dei membri del network è stata misurata in un’analisi basata sul Cagr nei tre anni successivi ai primi due in Elite (i primi due anni di membership sono considerati come ‘core’ in quanto incentrati sulla formazione e crescita per l’azienda e il top management). Le imprese Elite hanno dimostrato una crescita media annua del 6,1% sul fatturato, 9,6% dell’Ebitda e del 12,6% dei dipendenti. A proposito: «Nel 2020, le società Elite hanno dimostrato una grande capacità di assorbimento delle perdite a livello di Ebitda dovute ai forti cali di vendite causati dall’ormai noto cigno nero, ovvero la pandemia da Covid-19, dimostrandosi così più resilienti del mercato», conferma Marta Testi. «Inoltre, come in parte anticipato, le società Elite si sono dimostrate anche estremamente attive sul mercato dei capitali dimostrando un’effettiva crescita in termini di confidenza e capacità di gestire situazioni complesse, ma soprattutto di sfruttare i vantaggi dei capitali messi a disposizione dagli investitori». 

A dieci anni dalla fondazione, oggi Elite è una storia di successo, capace di attrarre pool di liquidità da investitori istituzionali attraverso intermediari finanziari per avere un impatto reale sulla crescita delle aziende. Oltre alle aziende, animano la community anche gli Elite Partner, un network che riunisce molte tra le più importanti istituzioni bancarie e le più prestigiose società di advisory e revisione contabile, oltre che gli studi legali più autorevoli e le primarie società di comunicazione finanziaria. Con pratiche allineate ai migliori standard internazionali, i partner collaborano con Elite per sostenere e far crescere le piccole e medie imprese in ogni fase del loro ciclo di vita incluso la raccolta di capitale. «Il nostro ecosistema, caratterizzato da aziende eccellenti e dinamiche, è riconosciuto come partner di valore per lo sviluppo sostenibile e per l’avvicinamento al mercato dei capitali e agli strumenti di finanza alternativa», conclude Marta Testi. «Grazie all’ingresso di Elite in Euronext, con cui condividiamo lo stesso Dna che pone al centro le piccole e medie imprese e l’obiettivo di finanziare l’economia reale, le opportunità per le aziende e i partner sono già aumentate e ancora di più si amplieranno nei prossimi anni. Ringraziamo tutti i partner che da 10 anni sono parte integrante delle nostre attività».