Luxottica a Treviso, Stella Mc Cartney in provincia di Vercelli, l’americana 3M a sud di Milano. Sono solo alcuni esempi di centri logistici internazionali di aziende multinazionali in Italia, sempre più piattaforma distributiva di primaria importanza per l’Europa e il Mediterraneo. Se n’è parlato a un convegno della LIUC Business School, organizzato dal suo Centro sulla Logistica e il Supply Chain Management in collaborazione con Columbus Logistics, cui hanno partecipato global player e multinazionali di vari settori industriali che hanno già scelto la nostra penisola quale base logistica. «Nonostante l’Italia sia nota per i suoi fardelli amministrativi, la burocrazia, l’assenza di incentivi fiscali e i ritardi infrastrutturali» dice Fabrizio Dallari (nella foto), Direttore del Centro sulla Logistica e Supply Chain Management della LIUC Business School, «non sono pochi i casi di aziende con headquarter stranieri che vedono nell’Italia un mercato importante di sbocco e una piattaforma logistica da cui rilanciare i traffici in import ed export conseguenti alle scelte di delocalizzazione». Per Dallari il Paese, da questo punto di vista, ha imboccato la strada giusta: «Negli ultimi anni sono stati fatti passi da gigante» continua il Direttore del Centro sulla Logistica e Supply Chain Management della LIUC Business School, «è stata data una grande accelerazione su vari fronti: l’efficientamento delle dogane, la digitalizzazione delle imprese con gli investimenti resi possibili dal piano Industry 4.0, l’iniezione di giovani talenti in area logistica provenienti dal mondo universitario e non solo». Ha partecipato al dibattito Eric Veron, autore del libro “Ho scelto l’Italia”. «L’Italia è strategica per gli investimenti logistici perché è un importante paese di consumi, di industria e di scambi commerciali» dice Veron, «questo implica bisogni importanti di nuove infrastrutture: per accompagnare lo sviluppo dell’e-commerce, dare supporto al sistema industriale e fluidificare gli scambi import/export con il resto dell’Europa e del mondo. Questi sono i tre motori di un settore in piena evoluzione e in forte crescita. E dunque tre motivi per investire». Tra le aziende che hanno scelto il Belpaese per le loro più rilevanti strutture logistiche figura Stella Mc Cartney, una delle più famose maison di moda di lusso nel mondo. «Come azienda globale, con oltre 50 boutique monomarca, quasi 1.000 rivenditori, vendite online in 100 Paesi e il 75% dei nostri fornitori localizzato in Italia, abbiamo deciso di essere vicini ai nostri fornitori» dice Michele Migliardi, Supply Chain e Logistic Director di Stella Mc Cartney, «dal 28 marzo 2018 unica proprietaria del proprio marchio e, quale azienda indipendente, con servizi come la logistica diventati fondamentali». Anche i giganti del marketplace scelgono l’Italia: Amazon conta già su quattro hub e 12 stazioni di delivery, Alibaba sta arrivando. Wang Mingqiang, general manager della piattaforma retail AliExpress, ha affermato: «Nei prossimi cinque-dieci anni faremo dell’Italia il primo Paese di riferimento per la vendita nel mondo». Le potenzialità del Paese sono in parte ancora inespresse, in particolare come hub strategico sul Mare Nostrum: «L’Italia ha una posizione geografica che le permetterebbe di fare tantissime cose nel Mediterraneo» rileva Sergio Barbarino, Brussels Innovation Center P&G, Presidente di Alice (UE), «certo la situazione politica oggi nel Mediterraneo non è la più favorevole, c’è stato il problema dell’accordo con l’Iran che ha interrotto tanti flussi interessanti, ma la posizione c’è, la possibilità esiste, l’Europa ci guadagnerebbe tantissimo a valorizzare i porti del sud, ma bisogna avere una logica più collaborativa e di sistema, non a livello di singola industria o di singola realtà logistica».
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