Se il lavoro del commercialistadiventa un romanzo

Antonio Mariotti, un commercialista avviatosi verso la fine della propria carriera, scopre quasi per caso un’ingiustizia varcando i corridoi del Tribunale a Vicenza. Segue la decisione di reagire e riunire periodicamente un gruppetto di giovani commercialisti per insegnare loro come si valutano le aziende, individuare il successore alla guida del suo studio e, soprattutto, far riscoprire ai ragazzi e alla categoria il significato insito del fare professione. Il loro è un percorso formativo originale, perché Mariotti attinge dai suoi trascorsi tennistici e dalle sue passioni musicali per Beethoven, Ludovico Einaudi, Giovanni Allevi e Franco Battiato. Peccato che sulla loro strada, si imbattano nell’invidia e nelle paure di colleghi e avvocati e nelle trame di una setta segreta scoperta davanti ai mosaici della Basilica dei SS. Felice e Fortunato. E quando tutto sembra concludersi positivamente, il Covid-19 irrompe nella scena. Sembra la trama di un romanzo… perché lo è: si tratta de “Il Valutatore”, edito da Giuffré Francis Lefebvre, nella collana Diritto e rovescio dedicata alla narrativa. È l’opera prima di Andrea Cecchetto, Dottore Commercialista in Vicenza, cultore in Valutazione d’Azienda all’Università di Verona, con cui quindi collabora e in tale ambito è docente per corsi rivolti a commercialisti, avvocati e aziende. Che, appunto, scrive assiduamente sul tema della valutazione per le principali case editrici oltre che essere autore di varie pubblicazioni. Per tre anni presidente dell’Unione Giovani Commercialisti di Vicenza (2015-2017), ne è stato poi responsabile della Commissione Formazione; attualmente è nel Consiglio Direttivo di Confprofessioni Veneto e oggi esercita la professione a Montecchio Maggiore (VI).

La vicenda individuale e umana di Mariotti e dei ragazzi diventa col passare delle pagine un insegnamento e un monito Dickensiano per l’intera categoria, stretta attorno a regole e a stereotipi consolidati. Un monito di cambiamento ed evoluzione, specie nei vari punti in cui nel romanzo si tratta il tema dell’equilibrio, nella speranza – come ci dice l’Autore – che i giovani sappiano cambiare, tentare e rischiare con determinazione.

Il confronto sarà aspro e serrato e Mariotti, dopo ogni battuta d’arresto, ricorderà costantemente ai suoi ragazzi il valore del fallimento e degli errori e la necessità di saper cambiare gioco, proprio come ha saputo fare il tennista Lendl quando il 10 giugno 1984, in quella partita entrata nella storia del tennis, sconfisse il campione McEnroe battendo tutti i pronostici.

Sullo sfondo i suggestivi scorci palladiani della città di Vicenza, ricordata anche nella copertina con una interpretazione della statua del grande architetto Andrea Palladio da parte della pittrice Michela Gioachin, quasi a creare una sorta di parallelismo con l’artista che, proprio a Vicenza, ha saputo reinterpretare in modo originale lo stile dei classici e dare una svolta stilistica nell’architettura a livello mondiale.

L’Autore, pensando poi al lettore tecnico, ha impreziosito il romanzo con un’Appendice finale, citando i testi professionali e presentando degli approfondimenti tecnici che hanno ispirato la trattazione dei casi valutativi accennati nel corso della vicenda di fantasia.

Ad aprire e chiudere il romanzo il professore valutatore Silvano Corbella e l’avvocato Lamberto Lambertini che con le loro testimonianze creano una sorta di parallelismo fra vicenda di fantasia e mondo reale.

Un romanzo che vuol essere per il lettore qualcosa di più di una semplice storia di fantasia; lo si capisce sin dalla lettura del primo capitolo, che innesta con un crescendo inaspettato gli stati d’animo di Mariotti, indignato e disgustato per un mondo in cui non si riconosce più. E che ci lascia quindi, al termine della lettura, alcuni messaggi che inducono alla riflessione.