“Google ti consiglia di usare Chrome”: sarà capitato a tanti altri, come a chi scrive, di veder comparire un pop-up – naturalmente non richiesto! – sulla home page dello stramaledetto (e benedetto) motore-di-ricerca-unico-dell’Occidente-moderno con questa frasetta. Se si ha la ventura di usare Safari, Firefox o un altro browser, quando si varcano i confini dell’universo Google, per esempio usando Gmail (leader incontrastata dei browser di posta elettronica) ecco che l’occhio occulto di Mountain View ti becca subito. E abusa della sua posizione dominante per pretendere di propinarti un servizio in più: non solo la mail, non solo il motore di ricerca ma anche il browser.
E’ una tale smaccata sostanziale asimmetria competitiva che Big G – in un sistema socio economico sano, dove la politica non avesse completamente calato le braghe di fronte ai colossi del digitale – non dovrebbe nemmeno pensarci, di poter fare una promozione del genere. L’unica stangata significativa dall’Antitrust, l’altro colosso – quello che ha veramente cambiato il mondo, non limitandosi a riclassificarlo fregando a tutti il copyright, cioè Microsoft – l’ha beccata quando si sono accorti che il gruppaccione di Bill Gates ficcava obbligatoriamente il suo browser di navigazione web, Internet Explorer, dentro tutti i computer che utilizzavano il sistema operativo Windows, che sono poi il 95% dei personal in giro per il mondo. Intendiamoci: anche quel genere di multe lì è una carrezzina sull’irsuto groppone di questi mostruosi conglomerati di potere che andrebbero fatti in dieci pezzi ciascuno (e prima o poi accadrà) per ridare centralità all’uomo, ai diritti dell’uomo e alla cultura dell’uomo. Ma comunque Microsoft la bastonata se la beccò. Poi venne trovata una gabola normativa per cui apparentemente oggi l’utilizzatore può scegliere qualsiasi browser, e poi quasi invariabilmente finisce con Explorer…
Adesso ci riprova Google
Che vergogna. Se esistesse un consumerismo – tristemente estintosi nel ‘1990, con il fallimentare movimento No Logo – scatterebbe un boicottaggio globale contro Google, per questa roba, e ancor più per quell’immondizia mentale e culturale che si chiama Seo…
Ma tant’è: il consumerismo è morto, e teniamoci i pop-up e la pubblicità invasiva e indesiderata che pretende di suggerirmi l’uso di un prodotto solo perché ne utilizzo un altro…